Si svolgerà l'11 aprile in tutta l'Isola la protesta dei dipendenti del colosso di vigilanza privata destinatari delle procedure. Fisascat Cisl Sicilia e Uiltucs Uil Sicilia «parlano di bollettino di guerra» e invocano l'intervento delle istituzioni finora «silenti di fronte a questa gravissima situazione»
Ksm, 516 guardie giurate a rischio licenziamento I sindacati indicono lo sciopero in tutta la Sicilia
Oltre mezzo migliaio di posti a rischio. Sono quelli delle guardie giurate di Ksm, il colosso della vigilanza privata che di recente ha inviato ai sindacati i documenti con cui si ufficializza l’inizio di 516 procedure di licenziamento.
A dare la notizia sono la segretaria generale di Fisascat Cisl Sicilia, Mimma Calabrò, e la pari ruolo di Uiltucs Uil Sicilia, Marianna Flauto. «Numeri che sanno veramente di bollettino di guerra», commentano. Le guardie giurate che dovrebbero essere licenziate oggi sono così distribuite: 308 su Palermo, 87 a Messina, 21 a Trapani, 32 a Caltanissetta, 18 a Enna e 50 ad Agrigento. «Scenari ancora più gravi di quanto l’Istituto avesse rappresentato nel corso dell’ultimo incontro del 10 marzo quando – continuano Calabrò e Flauto – appreso dell’esubero individuato in circa 400 guardie giurate, avevamo già lanciato l’allarme chiedendo l’intervento delle istituzioni che non possono rimanere silenti di fronte a questa gravissima situazione».
I due sindacati, intanto, hanno indetto uno sciopero regionale del settore vigilanza che si svolgerà l’11 aprile, insieme a un sit–in davanti alla prefettura di Palermo. «La vertenza è più che mai complessa ma nel corso dell’esame congiunto Fisascat e UIltucs profonderanno tutto il loro impegno affinché si trovino tutte le soluzioni atte a tutelare le centinaia di lavoratori coinvolte».
Ksm nei mesi scorsi era finita nelle cronache per una vicenda personale che ha coinvolto l’ex presidente, Rosario Basile, accusato di aver minacciato pesantemente l’ex compagna, che era anche dipendente della società e che è stata licenziata, insieme a un altro dipendente. Lo scorso novembre, Basile e il figlio Filippo (accusato di aver aiutato a creare prove false in questa vicenda), erano stati destinatari di due provvedimenti di custodia cautelare. Che sono stati revocati nei mesi successivi, l’ultima decisione è del 30 aprile da parte del gip di Palermo. L’udienza preliminare è stata fissata per l’11 maggio.