Era iniziata ad aprile. Ieri notte i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del ventenne Graziano Stagnitti. Colpita la consorteria mafiosa che gli investigatori ritengono faccia capo a Paolo Brunetto, legata al clan Santapaolo-Ercolano
Jonica, chiusa l’operazione Santabarbara Associazione mafiosa, estorsioni, droga
Chiusa nella notte l’operazione Santabarbara. L’ultimo tassello è stato trovato nelle scorse ore. Su richiesta del gip del tribunale dei minori di Catania, i carabinieri della Compagnia di Randazzo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del ventenne Graziano Stagnitti, minore all’epoca dei fatti. Le forze dell’ordine si erano già mosse lo scorso aprile, sul territorio di Castiglione di Sicilia, Giarre e Fiumefreddo, eseguendo 15 provvedimenti cautelari a carico di 16 soggetti legati alla consorteria mafiosa che gli investigatori ritengono faccia capo a Paolo Brunetto. Un’associazione armata che sarebbe legata al clan catanese Santapaola-Ercolano. Le accuse contestate sono diverse: associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito delle sostanze stupefacenti ed estorsione, delitti contro il patrimonio. Tutte attività che sarebbero finalizzate allo sfruttamento e al controllo del territorio.
I risultati investigativi avrebbero confermato l’intensa attività del clan che – secondo gli inquirenti – è articolato nella classica struttura organizzata e verticistica il cui ruolo apicale, nella zona di Castiglione di Sicilia, è rivestito da Vincenzo Lo Monaco. Le indagini svolte sul territorio di permettevano di accertare una serie di estorsioni a danno di aziende del settore vitivinicolo, condotte attraverso richieste di somme di denaro o l’imposizione forzata della cosiddetta guardiania, ovvero l’assunzione forzosa di personale. Minacce e danneggiamenti – il taglio degli alberi da frutto – sarebbero stati i metodi di persuasione utilizzati dal clan. Le indagini scoprirono anche un’organizzazione dedita al traffico di droga operante anche nel territorio di Giarre. Al suo vertice ci sarebbero stati lo stesso Lomonaco insieme a Pietro Carmelo Olivieri, ritenuto il vertice apicale di Giarre.