È di Caltagirone il giovane vincitore della prima edizione di Italian book challenge, la sfida tra lettori che da pochi giorni ha puntato nuovamente i riflettori sulle librerie indipendenti del Paese. Per il ventiduenne Luca Giarmanà il segreto della sua vittoria è stato partire dal presupposto che un libro è stato scritto per raccontare una storia e trasmettere un’emozione e impegnarsi per comprenderlo pienamente, facendosi prendere tanto da arrivare alla fine senza rendersene conto e sentendo subito il bisogno di nuove emozioni e stimoli.
E mentre centinaia di appassionati aprono la prima pagina e iniziano il nuovo percorso, il giovane siciliano – che frequenta la magistrale in Scienze Politiche a Bologna – ricorda i cinquanta titoli letti in soli tre mesi, a cominciare da Le stanze dello scirocco, romanzo di Cristina Cassar Scalia ambientato nella Sicilia degli anni Sessanta. «Tra la laurea triennale e l’inizio della specialistica – racconta il ragazzo a MeridioNews – avevo molto tempo libero da dedicare alla lettura, leggevo anche otto o dieci ore al giorno e finivo i libri ogni due giorni». Accanto alla passione per la politica, l’attivismo civico, la scrittura e il computer spicca infatti quella per i libri, scoperti da piccolissimo. «I miei genitori mi compravano i fumetti di Topolino e Braccio di Ferro e ogni settimana non vedevo l’ora che arrivasse il mercoledì per leggerli».
A dieci anni è arrivato il momento di immergersi nel vero mondo della letteratura, di cui si è innamorato completamente già dai primi approcci con Dottor Jekyll e Mister Hyde e Il giro del mondo in ottanta giorni, consigliati dal padre da cui ha ereditato la passione per la lettura, e poi con Il codice Da Vinci, con cui è passato a un genere più serio. «La lettura mi piace per la capacità che ha di trascinarti nel mondo narrato» chiarisce Luca, che spesso rinuncia a vedere le trasposizioni cinematografiche dei libri proprio per non stravolgere gli scenari che si crea passo dopo passo durante la lettura. Soprattutto con il fantasy, il genere che predilige perché è quello che «più di tutti permette di farti spaziare con la fantasia e l’immaginazione». Ma ne ha toccati parecchi durante la competizione, approfondendone alcuni e scoprendone di nuovi. «Mi sono aperto molto ai saggi politici e storici – sottolinea il giovane vincitore – e ho letto generi che non avevo mai affrontato, come horror, gialli e polizieschi». Qualcuno lo ha intrigato spingendolo a esplorare territori nuovi, mentre altri restano un’esperienza.
E anche se il conto alla rovescia è finito Luca trova sempre un paio d’ore al giorno da dedicare alla sua passione, che sia la sera o dopo pranzo, e dare una dritta ai concorrenti di quest’anno. «La migliore mossa è lasciarsi appassionare, non focalizzarsi solo sul finire la sfida e cominciarla con le categorie che si sentono più lontane da sé, perché esplorando nuovi ambiti della letteratura ci si accorge di quanto sia bello leggere e lasciarsi contaminare anche da gusti diversi dai propri». Quest’anno il ragazzo ha declinato l’invito, colpa degli impegni universitari e dell’investimento economico che il contest comporta. «Ogni centesimo è stato speso per una buonissima causa – conclude – un viaggio di tre giorni mi sarebbero rimaste solo le foto ricordo, mentre la cultura ti accresce e ti rimane per sempre».
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