Una vera e propria abbuffata di libri, quella fatta da Luca Giarmanà, che ha passato un trimestre dell'anno scorso viaggiando in tutti i campi della letteratura. Il segreto? «Lasciarsi appassionare e contaminare da gusti diversi senza pensare troppo alla competizione», svela il giovane ai concorrenti del 2017
Italian book challenge, di Caltagirone vincitore 2016 Il ventiduenne ha letto cinquanta titoli in soli tre mesi
È di Caltagirone il giovane vincitore della prima edizione di Italian book challenge, la sfida tra lettori che da pochi giorni ha puntato nuovamente i riflettori sulle librerie indipendenti del Paese. Per il ventiduenne Luca Giarmanà il segreto della sua vittoria è stato partire dal presupposto che un libro è stato scritto per raccontare una storia e trasmettere un’emozione e impegnarsi per comprenderlo pienamente, facendosi prendere tanto da arrivare alla fine senza rendersene conto e sentendo subito il bisogno di nuove emozioni e stimoli.
E mentre centinaia di appassionati aprono la prima pagina e iniziano il nuovo percorso, il giovane siciliano – che frequenta la magistrale in Scienze Politiche a Bologna – ricorda i cinquanta titoli letti in soli tre mesi, a cominciare da Le stanze dello scirocco, romanzo di Cristina Cassar Scalia ambientato nella Sicilia degli anni Sessanta. «Tra la laurea triennale e l’inizio della specialistica – racconta il ragazzo a MeridioNews – avevo molto tempo libero da dedicare alla lettura, leggevo anche otto o dieci ore al giorno e finivo i libri ogni due giorni». Accanto alla passione per la politica, l’attivismo civico, la scrittura e il computer spicca infatti quella per i libri, scoperti da piccolissimo. «I miei genitori mi compravano i fumetti di Topolino e Braccio di Ferro e ogni settimana non vedevo l’ora che arrivasse il mercoledì per leggerli».
A dieci anni è arrivato il momento di immergersi nel vero mondo della letteratura, di cui si è innamorato completamente già dai primi approcci con Dottor Jekyll e Mister Hyde e Il giro del mondo in ottanta giorni, consigliati dal padre da cui ha ereditato la passione per la lettura, e poi con Il codice Da Vinci, con cui è passato a un genere più serio. «La lettura mi piace per la capacità che ha di trascinarti nel mondo narrato» chiarisce Luca, che spesso rinuncia a vedere le trasposizioni cinematografiche dei libri proprio per non stravolgere gli scenari che si crea passo dopo passo durante la lettura. Soprattutto con il fantasy, il genere che predilige perché è quello che «più di tutti permette di farti spaziare con la fantasia e l’immaginazione». Ma ne ha toccati parecchi durante la competizione, approfondendone alcuni e scoprendone di nuovi. «Mi sono aperto molto ai saggi politici e storici – sottolinea il giovane vincitore – e ho letto generi che non avevo mai affrontato, come horror, gialli e polizieschi». Qualcuno lo ha intrigato spingendolo a esplorare territori nuovi, mentre altri restano un’esperienza.
E anche se il conto alla rovescia è finito Luca trova sempre un paio d’ore al giorno da dedicare alla sua passione, che sia la sera o dopo pranzo, e dare una dritta ai concorrenti di quest’anno. «La migliore mossa è lasciarsi appassionare, non focalizzarsi solo sul finire la sfida e cominciarla con le categorie che si sentono più lontane da sé, perché esplorando nuovi ambiti della letteratura ci si accorge di quanto sia bello leggere e lasciarsi contaminare anche da gusti diversi dai propri». Quest’anno il ragazzo ha declinato l’invito, colpa degli impegni universitari e dell’investimento economico che il contest comporta. «Ogni centesimo è stato speso per una buonissima causa – conclude – un viaggio di tre giorni mi sarebbero rimaste solo le foto ricordo, mentre la cultura ti accresce e ti rimane per sempre».