“Irsap et amore Dei”: presidente Cicero, ormai i consulenti ci sono, tutto buono e benedetto!

CI DICONO CHE IL ‘CAPO’ DELL’ISTITUTO REGIONALE DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE SIA UN PO’ NERVOSO. FA MALE: SI GODA I MONDIALI DI CALCIO. ORMAI QUELLO CHE E’ FATTO E’ FATTO

A giudicare dalle lettere che arrivano in redazione, il clima all’Irsap, dopo la prima mozione di censura all’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri (a quanto pare – ovviamente sempre all’Ars – la prossima settimana dovrebbe ‘materializzarsi’ una seconda mozione di sfiducia) e dopo gli articoli che il nostro giornale pubblica giornalmente sui consulenti, sarebbe diventato un po’ rovente.

Ci raccontano che il presidente, il ‘mitico’ Alfonso Cicero – che in fondo è il ‘vero’ protagonista delle mozioni di censura all’Ars, se è vero che è la sua nomina illegittima a scatenare i deputati di Sala d’Ercole contro l’assessore Vancheri che non ne vuole sapere di rimuoverlo – sbraita a destra e a manca.

Noi non ci crediamo. Ci raccontano che anche i nostri amici – i ‘capi’ di Confindustria Sicilia – che ci vogliono tanto ‘bene’ sarebbero piuttosto adirati. E hanno ragione da vendere: a loro, abituati ad essere incensati, coccolati, onorati, celebrati, riveriti, inamidati, ammirati e via continuando con gli ati, certe verità vanno strette e sono scomode.

Chi avrebbe mai detto che un giornale, invece di ‘inginocchiarsi’ all’Antimafia militante, all’antiracket, alla legalità, alla trasparenza eccetera eccetera eccetera avrebbe invece iniziato a dimostrare – numeri alla mano e non con le chiacchiere alle Rosario Crocetta – che l’Irsap, creata sulle ceneri dei Consorzi Asi per ‘moralizzare’ l’attività amministrativa in questo settore della vita pubblica siciliana, è stato trasformato in un ‘consulentificio’!

Insomma: invece di ringraziarci pubblicamente, perché alla fine stiamo rendendo di pubblico dominio quello che la Legge prevede debba essere di pubblico dominio, i vertici dell’Irsap, come si direbbe in certi quartieri di Palermo, se la sarebbero “mutriata” (traduzione: molto infastiditi con l’aggiunta di un atteggiamento tipo: “Adesso vi faccio vedere io!”).

Presidente Cicero, dia retta a noi: se la prenda con filosofia: le ‘botte’ in testa, in certe occasioni, fanno bene alla salute. Rischiarano i pensieri. Fanno emergere le contraddizioni. Lubrificano la memoria. Isolano l’etica dall’estetica del potere gestito per conto e con i colori dei potenti. Rendono un servizio alla verità ‘effettuale’.

Non faccia la bile: pensi all’assessora Vancheri, che adesso dovrà fronteggiare una, forse due mozioni di censura a Sala d’Ercole.

Quello che noi cerchiamo di dirle, pur con tutti i nostri limiti, che sono tanti, è che quando si sale in cattedra per dare lezioni di ‘moralità’ e di antimafia bisogna avere tutte, ma proprio tutte le carte in regola e non, per dirla con Fabrizio De Andrè, “la coda di ricambio e le nuvole in affitto”.

Certo, il ‘lecchinaggio’ non manca. Perché il potere, in ogni caso, conta. Soggioga. Obnubila. Ammalia. Affascina. Sottende. Ammicca. Offre. Consola. Sistema. Appaga. Però, alla fine, qualche chiodo storto sempre si trova. E lo sputtanamento, messo alla porta, rientra dalla finestra. E’ la vita!

Dia retta a noi: metta da parte il suo astio, sorrida. Si apra al mondo. Pensi ai lauti pagamenti che l’Irsap sta assicurando ai consulenti. Tutta salute. Soprattutto per chi incassa.

Noi non crediamo affatto che lei, negli uffici centrali e periferici dell’Irsap, voglia tutti zitti ed obbedienti. Tipo: se non fai come dico io, sei così e sei colì! Noi non crediamo che lei sia capace di minacciare licenziamenti e altro. Noi crediamo solo che lei sia il ‘capo di un Istituto – l’Irsap – capace di elargire – questo sì – centinaia di incarichi. Cosa che è avvenuta.

I lavoratori ci dicono che lei e il dirigente generale dell’Irsap, in questi giorni, avete chiesto alle sedi periferiche montagne di carte di documenti (per indagare e scoprire il marcio o “lo sporco”, come direbbe Calimero, che non era nero perché nero: era nero perché era solo sporco: così, almeno, dicevano a Carosello). 

Noi non crediamo che lei abbia minacciato provvedimenti disciplinari verso chi non rispetterebbe tali “ordini”. Così come non crediamo che abbia dato tempi strettissimi per le risposte o per l’invio dei documenti stessi, costringendo dirigenti e funzionari a fare ore impossibili le 22.00 le 23.00 ma anche le 3.00 del mattino!

Non non crediamo a tutte queste cose.

Presidente, ci sono i mondiali di calcio: si guardi e si goda – e lasci guardare e lasci godere a tutti – le partite. Il Brasile ha vinto con un rigore inventato. Però la partita è stata bella. La Croazia è una bella squadra.

Presidente Cicero, si rilassi: tanto i consulenti ormai ci sono. Come le bellezze di certe belle donne, un si punnu ammucciari… 

 

 


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