Ircac e Crias, la precisazioni di Mariella Maggio. E la nostra controreplica

“Linksicilia usa su Ircac e Crias argomenti che sono frutto di pura disinformazione, visto che non voglio credere alla tendenziosità, anche se l’accostamento al ‘Pd sostenitore del Governo Lombardo me ne darebbe tutto il diritto”.

Lo scrive in una nota Mariella Maggio, già segretaria generale della Cgil siciliana, oggi deputata del Pd all’Ars. “Sfugge infatti a chi scrive – aggiunge – che la Cgil, durante il periodo della mia direzione, ha stigmatizzato con documenti scritti la scelta politica di spostare sotto campagna elettorale la data d’attuazione dell’ art. 31 della lelle regionale numero 6 del 1997 e denunciato alla Corte dei Conti le promozioni-transazioni, indicandole come frutto di una disorganizzazione non casuale”. (a sinistra, mariella maggio, foto tratta da agrigentoflesh.it)

Scrive ancora Mariella Maggio: “Per quanto riguarda la liquidazione maggiorata, questa è prevista da una norma regolamentare e la resistenza dei sindacati c’è stata, tenuto conto che è stata sospesa unilateralmente e retroattivamente. Questo mentre in Crias venivano distribuite le risorse accantonate del fondo pensioni al personale interessato e venivano effettuati tutti i rinnovi contrattuali in barba all’art.31. Quanto alle responsabilità, voglio rilevare che le modifiche statutarie alla Crias non sono state approvate dall’Ircac perché richieste dall’allora assesosre regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, mentre mancava il rappresentante legale. Venturi inoltre non ha provveduto a bloccare gli effetti delle promozioni effettuate dal cda, che sono state invece al centro delle denunce dei sindacati e, per quanto riguarda la Cgil, di denuncia alla Corte dei Conti, mentre Venturi perdeva tempo chiedendo il parere all’ufficio legale”.

Nel frattempo i dipendenti promossi hanno svolto le mansioni superiori. Come si vede, dunque, -conclude Maggio – la Cgil durante il periodo della mia direzione non è certo stata in silenzio, come si vuole fare credere per accreditare la tesi di una acquiescenza del sindacato al Pd alleato di Lombardo nel precedente governo regionale”.

La nostra controreplica 

Se raccontare le cose per come sono effettivamente andate è tendenziosità, bene, vuol dire che siamo tendenziosi. Ma un fatto è un fatto: lo spostamento della data di applicazione dell’art. 31 della legge 6/1997 nella finanziaria 2012, era una chiarissima bufala elettorale (le elezioni comunali di Palermo si sarebbero celebrate da lì a qualche giorno), tanto che il Commissario dello Stato ha impugnato la norma.

Non ci risulta che la Cgil siciliana, nel 2006, quando, per intenderci, nelle tasche dei dipendenti di Ircac e Crias sono stati ‘scaricati’ diversi milioni di euro, abbia preso alcuna posizione. Ovviamente, quando parliamo di Cgil siciliana ‘muta’, ci riferiamo alla Cgil guidata da Mariella Maggio e dai suoi accoliti ‘madidi’ di consociativismo.

Del resto, noi abbiamo imparato che, in Sicilia, ci sono due Cgil: quella della Funzione pubblica retta da Michele Palazzotto e dai suoi bravi collaboratori e quella di Mariella Maggio. La prima Cgil l’abbiamo vista sempre in prima fila per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, in prima fila per una corretta gestione dei rifiuti (e, soprattutto, contro i privati che speculano sulla gestione dei rifiuti), in prima fila contro la gestione dissennata della sanità pubblica del Governo Lombardo e via continuando.

La seconda Cgil – quella di Mariella Maggio – a parte le parole, utilizzate spesso ad arte per mascherare il pensiero, l’abbiamo vista quasi sempre in sostegno dell’ala consociativa del Pd, alla faccia delle battaglie sociali! Tant’è vero che la stessa segretaria generale, finito il ‘circo consociativo Lombardo-Pd’, è stata pure premiata…

La seconda Cgil siciliana, per l’appunto, è quella che ha seguito le vicende Crias e Ircac. Sulla liquidazione maggiorata, ad esempio, l’onorevole Mariella Maggio non è sufficientemente informata. Mentre ci risulta che i sindacati aziendali siano stati informati molto bene sulla materia, compresi quelli provinciali. I sindacati sanno che la Regione ha non solo disposto la revoca di questa macroscopica illegittimità, ma anche sollecitato l’ente a provvedere.

Non comprendiamo l’attacco gratuito all’ex assessore Venturi. Quest’ultimo è stato uno dei pochi governanti – se non l’unico – a provare a mettere ordine dentro la babele degli stipendi e degli organici di Ircac e Crias. 

La verità che l’onorevole Mariella Maggio non dice è che le resistente sono state tutte sindacali (per la soppressione dei posti che l’ex assessore Venturi aveva disposto e che facevano venire meno le aspettative di mansioni superiori e promozioni), ed hanno trovato sponda nell’attuale Commissario Straordinario insediatosi a stretto ridosso della direttiva.

Quello che, infine, l’ex segretaria generale della Cgil siciliana dice sulla Crias non fa che confermare quanto abbiamo scritto: questi due enti costano alle finanze regionali troppo rispetto ai benefici che erogano. Ha ragione il presidente della Regione quando propone di inglobarli nell’Irfis.

Ircac e Crias tra sprechi & sperperi

 


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