Tre mesi dopo l'interrogazione al ministero dell'Interno del deputato etneo, arriva la risposta del sottosegretario Gianpiero Bocci. Al centro della richiesta di chiarimenti, la scelta della prefetta Federico dei commissari per l'appalto di gestione del servizio di raccolta dei rifiuti a Catania e della discarica di Motta
Ipi-Oikos, ministero risponde su commissari Berretta: «Nominati con criteri discrezionali»
«La risposta del ministero dell’Interno all’interrogazione parlamentare in cui chiedevo chiarezza e trasparenza sui compensi e sui criteri di scelta dei commissari prefettizi delle ditte Oikos e Ipi non fa altro che confermare la totale discrezionalità utilizzata dal prefetto di Catania, Maria Guia Federico». Tre mesi dopo la richiesta di chiarimenti sulla nomina dei quattro commissari prefettizi portata alla Camera dal deputato del Partito democratico Giuseppe Berretta arriva la risposta del ministero, tramite il sottosegretario Gianpiero Bocci. La scelta dei commissari si è resa necessaria dopo l’inchiesta della procura di Palermo Terra mia che ha coinvolto anche Domenico Proto, proprietario della Oikos spa, azienda che ha in appalto – assieme alla Ipi – il servizio di pulizia nel Comune di Catania e gestisce la discarica a cavallo tra i territori di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. Al centro dell’interrogazione ci sono i nomi di Carlo Gualdi, Maurizio Cassarino e Riccardo Tenti selezionati da Federico per l’appalto del servizio di raccolta a Catania. Per la gestione dell’impianto, assieme a Cassarino e Tenti, viene nominato Stefano Scammacca.
«Nella risposta al mio atto ispettivo – scrive Berretta in una nota – Bocci scrive chiaramente che la scelta del prefetto è stata fatta intuitu personae, quindi senza alcuna trasparenza, senza rendere pubblici i criteri adottati per la scelta, la valutazione dei curricula, le esperienze di queste persone». Anche per quanto riguarda i compensi stabiliti «ci viene detto che la scelta del prefetto è stata discrezionale, perché ai tempi delle nomine, fatte a settembre e dicembre 2014, non sarebbero esistite regole chiare in tal senso». Però, sottolinea il deputato democratico, «ci si sarebbe potuti affidare ai suggerimenti del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone», che suggeriva di fare riferimento a un altro protocollo d’intesa stipulato per la liquidazione dei compensi degli amministratori giudiziari di beni sequestrati e confiscati.
Una scelta che non sarebbe stata presa in considerazione da Maria Guia Federico, «che ha preferito scegliere in maniera discrezionale le cifre, consentendo ad alcuni commissari di accumulare più incarichi percependo ben 45 mila euro mensili». Compensi moltiplicati per Riccardo Tenti e Maurizio Cassarino, i quali siedono in più terne. «Infine, ma non da ultimo – conclude Giuseppe Berretta – persino il ministero ci conferma che la prefettura ha reso pubblici i compensi sul sito web solo dopo la nostra richiesta di trasparenza».