A secco i rubinetti di sei Comuni del Palermitano fino a oggi pomeriggio quando dovrebbe riprendere l'erogazione. Secondo fonti interne al consorzio della Diga Jato, la manovra compiuta ieri per liberare lo scarico di fondo dai detriti accumulati finora, ha provocato una fuoriuscita di acqua di circa 60mila metri cubi di acqua
Invaso Poma, lavori di manutenzione della diga Jato «Per ora pochi i disagi». Amap: «Preoccupa il futuro»
Dopo la diga di Rosamarina, ieri mattina è stata la volta di quella sul fiume Jato, che insiste sull’invaso Poma di Partinico, interessata da lavori di manutenzione. Poi sarà la volta della diga Scanzano. A secco i rubinetti di sei Comuni del Palermitano fino a oggi pomeriggio quando dovrebbe riprendere l’erogazione dell’acqua: Capaci, Isola delle Femmine, Terrasini, Balestrate, Carini, Trappeto. In questi ultimi due non si sono registrati particolari disagi. Per quanto riguarda Carini, il primo cittadino Giovì Monteleone fa sapere che non sono arrivate segnalazioni in merito. Stessa cosa da parte del sindaco di Trappeto Santo Cosentino: «Le vasche sono piene perché si riempiono domenica notte e lunedì abbiamo avuto tranquillamente l’acqua. In alcune zone esterne avrebbero potuto esserci disagi ma finora mi hanno riferito nulla in merito».
Secondo fonti interne al consorzio della Diga Jato, la manovra compiuta ieri, chiamata in gergo cacciata, necessaria per liberare lo scarico di fondo dai detriti accumulati finora, ha provocato una fuoriuscita di acqua minima rispetto al contenuto generale dell’invaso: circa 60mila metri cubi di acqua. L’intervento viene effettuato di routine ogni sei mesi ed è stato portato avanti dal dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti. In questi giorni sono diverse le riunioni in atto per affrontare e si spera, per risolvere a lungo termine l’emergenza idrica di Palermo e provincia. Intanto, a quasi due settimane dalla firma dell’ordinanza della Protezione civile sull’emergenza idrica nella città metropolitana di Palermo, il piano che deve essere messo a punto dal commissario delegato è ancora in fase di definizione.
I tecnici dell’assessorato regionale all’Energia e il dipartimento dell’Acqua sono al lavoro per trovare le soluzioni che saranno discusse con l’Ati, l’Assemblea territoriale idrica di cui fanno parte anche il Comune di Palermo e Amap. Ma al momento non si ha alcuna notizia, come conferma la presidente di Amap Maria Prestigiacomo: «Ancora non siamo stati convocati, evidentemente la Regione in queste ore sta ancora mettendo a punto le proposte e quindi ci sentiremo dopo che avranno concluso questa fase». Un percorso in salita, però, visto che nel piano di emergenza emanato dal Consiglio dei ministri non sono previste risorse di alcun tipo. «Adesso dobbiamo vedere cosa potrà fare la Regione senza soldi – prosegue – E anche le deroghe previste dal Cdm non mi sembrano valide per accelerare gli interventi per scongiurare emergenze future».
Ancora una volta «non abbiamo avuto nulla da governo nazionale» sottolinea dispiaciuta la numero uno di Amap riferendosi ai 66 milioni di fondi Cipe riservati ai principali invasi siciliani e di questi, però, solo 4 milioni sono finiti nel Palermitano. Ma, di quella fetta, solo una piccolissima parte è andata agli invasi gestiti direttamente dall’azienda: «Siamo molto amareggiati non con la Regione ma con il governo nazionale – conclude – perché tolta la parte destinata alla diga Garcia, solo 300 mila euro sono toccati allo Scanzano, insufficienti per completare gli interventi».