«La famiglia Borsellino merita delle risposte e le avrà». Il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, lo dice alla vigilia dell’anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Nell’Aula magna del Palazzo di giustizia Manfredi Borsellino ha pronunciato il suo discorso. Un intervento lungo una ventina di minuti per difendere la sorella Lucia, che ha rassegnato le dimissioni dalla carica di assessore regionale alla Salute, e che in questi anni «ha portato la croce». Bersaglio di «ostilità e di offese». Un atto d’accusa durissimo e, al tempo stesso, un appello alla responsabilità. Perché sulle presunte intercettazioni choc tra il governatore Rosario Crocetta e il suo medico personale e primario a Villa Sofia, Matteo Tutino, in carcere per truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio, sia fatta chiarezza. La chiedono da giorni i fratelli di Paolo, Salvatore e Rita.
A loro oggi risponde a distanza il capo della Procura di Palermo. «Questa intercettazione alla Procura di Palermo non risulta e, quindi, non c’è – ha nuovamente ribadito Lo Voi -. Se circola la tesi che possa essere in un’altra Procura perché allora insistere a dire che l’intercettazione si trova qui? Perché insistere sul filone Villa Sofia, gli atti secretati… Qui non c’è» ha ribadito il capo dei pm.
E alle critiche per le otto ore trascorse prima che fosse diramata la nota con cui veniva smentita l’esistenza di quella intercettazione Lo Voi replica sottolineando lo scrupolo richiesto dal caso e «il tempo necessario per ricontrollare tutto. Alcuni mi hanno criticato per questo – conclude – altri si stupiscono del contrario. Il mondo è bello perché è vario».
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