I figli del giudice Paolo Borsellino? «Senza neuroni». La vedova Agnese Leto? «Una deficiente». Sono alcune delle espressioni pronunciate da Gioacchino Natoli, ex presidente della corte d’Appello di Palermo ed ex collega del magistrato ucciso dalla mafia. Parole rese pubbliche ieri sera, durante la trasmissione televisiva di Rai 3 Lo Stato delle cose, e contenute […]
Insulti alla famiglia Borsellino dall’ex pm Natoli: «Deficienti senza neuroni»
I figli del giudice Paolo Borsellino? «Senza neuroni». La vedova Agnese Leto? «Una deficiente». Sono alcune delle espressioni pronunciate da Gioacchino Natoli, ex presidente della corte d’Appello di Palermo ed ex collega del magistrato ucciso dalla mafia. Parole rese pubbliche ieri sera, durante la trasmissione televisiva di Rai 3 Lo Stato delle cose, e contenute nei faldoni dell’inchiesta della procura di Caltanissetta sul depistaggio per la strage di via d’Amelio. Caso in cui Natoli è accusato di favoreggiamento aggravato. Il magistrato non solo si sarebbe lasciato andare agli insulti verso la famiglia Borsellino, ma avrebbe concordato domande e risposte da fornire in vista della convocazione della commissione parlamentare antimafia, fissata per gennaio 2024. A confrontarsi con Natoli, finendo intercettato, era un altro ex magistrato: Roberto Scarpinato, oggi senatore del Movimento 5 Stelle e componente della stessa commissione.
La versione concordata tra Natoli e Scarpinato
Il 28 ottobre 2023, in merito all’audizione davanti alla commissione parlamentare antimafia, Scarpinato avrebbe detto a Natoli: «Ti porrò questa domanda. E tu tira fuori quell’argomento, perché io ti farò proprio quella domanda». Il tema stabilito riguardava il legame tra il giudice Borsellino e Felice Lima. Il 29 agosto 2023, invece, riferendosi alla presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, Scarpinato dichiarava: «Sai qual è la mia intenzione? Travolgere la Colosimo con una valanga di documenti». A quel punto, Natoli lo metteva in guardia: «Perdonami, fratello mio, ma se ne presenti troppi, le dai il pretesto per dire: “Ho bisogno di tempo per esaminarli“».
Un ulteriore punto emerso riguarda un documento che, a detta dei due interlocutori, sarebbe stato in possesso dell’attuale procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia. Scarpinato insisteva: «Mostrati così da essere pronti, prima che ce lo riversino contro… Procurami quel materiale». C’è poi la parte riguardante gli insulti alla famiglia Borsellino. Parole alle quali ha risposto Manfredi Borsellino, figlio del giudice ucciso in via d’Amelio, con una lettera rivolta ai propri figli: Merope, Paolo e Fiammetta.
La lettera di Manfredi Borsellino

«A distanza di anni, emerge che un altro ex collega del vostro nonno, seppure nel corso di una conversazione privata, avrebbe definito vostro padre e le sue sorelle “Tutti senza neuroni”. Insulti ed epiteti più o meno analoghi a quelli, come ricorderete, che ci aveva rivolto un’altra autorevole ex giudice, oggi condannata e detenuta per avere reiteratamente tradito quello Stato per cui vostro nonno aveva sacrificato la vita», si legge nella lettera. Subito dopo, Manfredi Borsellino riporta i riferimenti alla madre e moglie del giudice, indicata da Natoli come «una deficiente».
«Parole terribili – continua nella lettera – per le quali potrei dirvi anche questa volta “Non ragionate di loro, ma guardate e passate”. Ma uno di voi tre, ieri sera, seguendo il programma tv che si è occupato della incresciosa vicenda, mi ha confidato di essere rimasto abbastanza scioccato per aver conosciuto personalmente quell’ex collega del nonno, e per averne sentito parlare come una persona che gli era vicino. Per cui, ritrovandosi a sentire quelle parole che gli sarebbero state attribuite, gli veniva da pensare a quante altre persone siano come lui…». «A questo punto – conclude Borsellino – sento il dovere di dirvi oggi di continuare a camminare sempre a testa alta. Perché, forse, vostro padre e le vostre zie per questi personaggi avranno “pochi neuroni”, ma siamo stati fortunati ad avere avuto figli come voi e genitori, per dirla in gergo calcistico, come sapete, caro a papà, di “un’altra categoria”».