Pezzi dell'era Bianco e schegge dell'era Pogliese che convergono, a Palazzo degli elefanti, in una nuova forza «al centro del dibattito». A fianco dell'ex assessore si schierano l'ex forzista Giovanni Petralia e Agatino Giusti, fino a gennaio fedelissimo del sindaco
#Insiemesipuò, il nuovo gruppo con «le mani libere» Di Salvo trova la sponda dei ribelli del centrodestra
Che si tratti della novità politica più rilevante degli ultimi dieci mesi, a Palazzo degli elefanti, ci sono pochi dubbi. E lo sottolineano i tre consiglieri comunali artefici della creazione di un nuovo gruppo, #Insiemesipuò. Pezzi dell’era Bianco e schegge dell’era Pogliese che si fondono per collocarsi «al centro del dibattito in Consiglio con la maturità di saper valutare volta per volta le istanze che ci saranno sottoposte». Si ritrovano a fare squadra, così, l’ex assessore Salvo Di Salvo e due consiglieri eletti uno in Forza Italia, Giovanni Petralia, e l’altro, Agatino Giusti, in una lista civica che portava il nome del sindaco Pogliese. Dalle municipalità giunge poi il rinforzo di altri consiglieri: Angelo Marchese, Giacomo Nania, Manuela Mammana, Gionathan Grasso, Gianluca Guarrera e l’ex presidente della III municipalità Salvatore Rapisarda.
#Insiemesipuò riunisce innanzitutto diverse gradazioni di malcontento. L’ex lombardiano Di Salvo, eletto col centrosinistra, taglia il cordone ombelicale con l’ex sindaco Bianco in occasione dell’elezione a presidente del consiglio di Giuseppe Castiglione. Facendo sponda, nella votazione, con il gruppo d’opposizione più vicino al deputato Ars del Pd Luca Sammartino. Da allora, battitore libero nel gruppo misto, si è segnalato per le costanti critiche nei confronti della giunta Pogliese. L’ultima, sul tema del dissesto: «Il sindaco Pogliese è sempre più isolato dal governo nazionale, dal governo regionale e dal suo stesso partito».
Più cauti erano stati Giusti e Petralia, fuoriusciti dall’alveo del centrodestra precisando però «di restare in maggioranza». L’ormai ex forzista, tra i più votati lo scorso giugno nel partito di Berlusconi, avrebbe interrotto del tutto i rapporti con colui che era il suo riferimento principale, l’ex consigliere provinciale Elio Tagliaferro. Sarà proprio Petralia il capogruppo. Per altro verso, la decisione di rompere presa da Giusti, da anni militante nella destra cittadina al fianco di Pogliese, aveva suscitato clamore già a gennaio. Adesso, l’alleanza con Di Salvo viene accolta «con dispiacere» dagli ambienti del sindaco. «Speriamo non ci siano dietro ragioni personalistiche», si lascia sfuggire un altro attore della maggioranza. In effetti, la presa di distanza dall’amministrazione era stata accostata fin da subito a motivazioni che andavano oltre il piano politico. «Vogliamo dare voce ai tantissimi cittadini catanesi sempre più lontani dal confronto delle istituzioni locali», è il ragionamento scandito dal consigliere oggi, all’unisono con i nuovi compagni di viaggio.
Il retropensiero, interpretato dalle voci prese rapidamente a girare nel Palazzo, guarda invece a possibilità assai più prosaiche. L’allargamento della giunta Pogliese, dopo l’ok dell’Ars alla norma che aumenta il numero degli assessori da otto a dieci nel caso di Catania, si concretizzerà molto probabilmente entro l’estate. E proprio il giorno dopo il voto palermitano, ecco spuntare #Insiemesipuò. Che si vogliano intavolare trattative per una poltrona? Niente di tutto ciò, dicono dal nuovo gruppo: «Vorremmo riportare al centro del dibattito le questioni che riguardano le politiche sociali, politiche del lavoro, politiche del territorio e decentramento, senza fare da stampella a nessuno».
Del resto, l’eventuale finalità dell’operazione non risponde ai canoni di gradimento del sindaco. «Se pensano di poter trovare ascolto con i giochi di palazzo, si sbagliano di grosso», sottolineano dalla maggioranza. E Pogliese, nondimeno, lo ha finora ribadito con costanza: ai ricatti «non si cederà mai», neanche davanti alla roulette dei numeri in aula. Prima vengono i patti della campagna elettorale, «la lealtà» alla maggioranza, poi tutto il resto.