Il bilancio consolidato è stato bocciato. La maggioranza va sotto ancora una volta, ma in questo caso non c’entrano i malumori e le prove di forza interne ai sostenitori dell’amministrazione di Leoluca Orlando. Piuttosto una sfortunata coincidenza, con l’assenza in aula dei consiglieri del Partito democratico e di alcuni membri dei gruppi di Italia Viva e Avanti Insieme.
Per l’ennesima volta il consiglio comunale dimostra che sono i numeri il suo vero tallone d’Achille, come successo anche nel caso della votazione per il recupero di Grande Migliore, quando, al di là della boutade di Italia Viva, intenzionata a lanciare un chiaro segnale al sindaco Orlando, una delibera importante per diverse decine di lavoratori, oltre che per il comparto economico cittadino è stato mandato in fumo quando sarebbe bastata anche solo un’assenza in meno tra i banchi di sala delle Lapidi perché venisse approvata.
Anche quella volta il numero dei sì si è fermato a 13, ormai numero non troppo fortunato per la maggioranza palermitana. Stavolta a farne le spese saranno undici dirigenti tecnici in via d’assunzione e di conseguenza gli uffici, visto che con lo stop al consolidato si fermano anche le acquisizioni di personale su qualsiasi livello, comprese le stabilizzazioni. Non dovrebbero esserci problemi, invece, per il passaggio dei dipendenti Reset in Rap, anche se prima c’è da sistemare i conti della partecipata che si occupa dei rifiuti. La maggioranza che va sotto in aula, inoltre, scopre il fianco anche agli attacchi delle opposizioni.
«La bocciatura del bilancio consolidato rimbomba come il crollo di una ormai da tempo inesistente maggioranza a sala delle Lapidi – dice Viviana Lo Monaco, capogruppo del Movimento 5 stelle – A nulla sono valsi i nostri numerosi appelli rispetto alle risposte concrete che la città attende da troppi anni. I continui cambi di casacca finalizzati esclusivamente a logiche di opportunità politica hanno rappresentato un vero abuso nei confronti della fiducia attribuita dai palermitani nel 2017 a un’idea di amministrazione capace di affrontare e risolvere gli annosi problemi che affliggono i cittadini, dal centro alle periferie.
Lo Monaco parla anche di «indolenza e mancato interesse della maggioranza», che si traducono in «assenze che segnano in modo irreversibile l’attività del consiglio comunale». Dal M5s alla Lega, anche secondo Igor Gelarda «la maggioranza di Orlando non esiste più neanche per approvare uno degli atti più importanti del consiglio comunale», tanto che il capogruppo del Carroccio invoca ancora una volta le dimissioni del primo cittadino, posizione condivisa in altri termini anche dal resto delle opposizioni.
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