Cronaca

Le indagini sulla morte di Onorato: dall’impronta sull’auto al ritrovamento della seconda fascetta

L’impronta di una mano sulla parte superiore del Range Rover è tra gli elementi d’indagine su cui si stanno concentrando gli investigatori dopo i rilievi sul Suv a bordo del quale, sabato scorso a Palermo, è stato trovato morto Angelo Onorato, imprenditore e marito dell’eurodeputata Francesca Donato. È stata proprio l’europarlamentare, insieme alla figlia 21enne Carolina, a scoprire il corpo dell’architetto 56enne grazie al gps dello smartphone. Alle 15 è iniziata all’istituto di Medicina legale del Policlinico Paolo Giaccone l’autopsia sul cadavere dell’uomo, di cui si occupa il medico legale Tommaso D’Anna. Sul caso, già ieri, la procura ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio al momento contro ignoti.

Gli esperti stanno cercando di verificare, attraverso delle analisi sofisticate, quando sia stata lasciata quell’impronta e a chi appartiene. Tra gli altri elementi al vaglio degli investigatori della squadra mobile, c’è anche una seconda fascetta trovata sull’asfalto della strada per terra al fianco dello sportello posteriore del lato guidatore. Uno sportello che i poliziotti hanno trovato leggermente aperto quando sono arrivati in via Minutilla, una bretella parallela all’autostrada che porta a Mazara del Vallo. All’interno dell’auto il corpo senza vita dell’imprenditore è stato trovato riverso sul volante, con una fascetta di plastica da cantiere attorno al collo – sembrerebbe con la chiusura in posizione laterale – una macchia di sangue sulla camicia – causata dai colpi di tosse dovuti al soffocamento – gli occhiali appesi al colletto, i mocassini sfilati dai piedi e la cintura slacciata ma con un dispositivo per evitare il suono dell’allarme.

Intanto, dalle indagini – coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Ennio Petrigni – sono emersi anche nuovi particolari che arrivano dall’analisi delle due telecamere di videosorveglianza privata della zona. Il Range Rover, però, era parcheggiato in un punto cieco. Lì sarebbe arrivato poco prima delle 11 di mattina; dopo pochi minuti è andato via per tornare un quarto d’ora dopo esattamente nello stesso punto dove poi è stato ritrovato senza vita nel primo pomeriggio. Dai filmati dei sistemi di videosorveglianza non è possibile sapere se fosse solo o con qualcuno in auto perché i finestrini hanno i vetri oscurati. Gli inquirenti hanno già sentito diverse persone: la moglie e i figli; l’amico avvocato a cui ha consegnato la lettera con i dettagli sulla situazione economica e imprenditoriale da dare alla moglie nel caso in cui gli fosse successo qualcosa; il cognato che è andato a prendere all’aeroporto e a cui ha detto di avere un appuntamento «per risolvere un problema con una persona di Capaci spero in maniera bonaria» e altre persone legate alla vita privata e lavorativa della vittima.

Marta Silvestre

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