La procura di Catania si oppone all’ordinanza del gip. Com’è noto da ieri, tra le persone indagate nell’operazione Athena ci sono anche il sindaco di Paternò, Nino Naso, l’attuale assessore Salvatore Comis e l’ex consigliere comunale ed ex assessore Pietro Cirino, che in questo momento si trova in carcere. Il reato ipotizzato è di scambio […]
Foto della pagina Facebook Nino Naso
Paternò, il sindaco Nino Naso indagato per voto di scambio con la mafia: la procura chiede l’arresto
La procura di Catania si oppone all’ordinanza del gip. Com’è noto da ieri, tra le persone indagate nell’operazione Athena ci sono anche il sindaco di Paternò, Nino Naso, l’attuale assessore Salvatore Comis e l’ex consigliere comunale ed ex assessore Pietro Cirino, che in questo momento si trova in carcere. Il reato ipotizzato è di scambio elettorale politico-mafioso.
Anche per Naso e per Comis era stata chiesta la custodia cautelare in carcere, ma il giudice per le indagini preliminari Sebastiano Di Stefano Barbagallo ha rigettato la richiesta, perché l’assunzione di due persone vicine alla cosca in un’azienda che si occupa di rifiuti e il presunto sostegno elettorale «non appaiono prospettabili» e – citando un provvedimento della Corte di cassazione – ha ricordato che perché si configuri il reato di scambio elettorale politico-mafioso è necessaria «la prova che l’accordo contempli l’attuazione, o la programmazione, di un’attività di procacciamento di voti con metodo mafioso».
La procura distrettuale di Catania, però, ha presentato ricorso contro questa decisione del giudice. L’appello – firmato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dalle sostitute procuratrici Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti – riguarda complessivamente sette persone: tra loro Naso, Cirino, Comis e Natale Benvegna. La procura chiede quindi al Tribunale di disporre la custodia cautelare in carcere per loro e i domiciliari con il braccialetto elettronico per Vincenzo Morabito. Cirino è tra le 15 persone portate in carcere ieri, ma per altri reati.