«Accogliamo questa sentenza con soddisfazione. Una sentenza che certo sta facendo soffrire delle persone, ma è una sofferenza che spero diventi feconda: non si usa mai Dio e il suo nome, che non è certo dalla parte dei mafiosi, che sono uomini violenti e spietati, ma dalla parte delle vittime». L’arcivescovo di Catania Luigi Renna […]
Inchino davanti casa del boss, arcivescovo: «Dio non sta con i mafiosi. Soddisfatti delle condanne»
«Accogliamo questa sentenza con soddisfazione. Una sentenza che certo sta facendo soffrire delle persone, ma è una sofferenza che spero diventi feconda: non si usa mai Dio e il suo nome, che non è certo dalla parte dei mafiosi, che sono uomini violenti e spietati, ma dalla parte delle vittime». L’arcivescovo di Catania Luigi Renna mette subito le cose in chiaro davanti alla decisione del tribunale di Caltagirone che si è espresso con cica 80 anni di reclusione, inflitti a 39 imputati. I reati contestati sono turbamento di funzioni religiose e istigazione a delinquere. L’episodio risale al al 25 marzo 2016, a San Michele di Ganzaria, durante la processione del Venerdì santo, si verificò un inchino davanti alla casa del boss mafioso di Cosa nostra Francesco La Rocca, recluso al 41 bis per una condanna definitiva all’ergastolo. .
«Questa sentenza – prosegue Renna – sia l’occasione per rinascere e per dire che il Signore lo si onora con la purezza di cuore, non con atteggiamenti del genere. Che questa sentenza diventi esemplare – conclude l’arcivescovo – perché mai più accadano cose del genere sia nella nostra Sicilia, sia in tutta Italia, sia in tutto il mondo».