Inchiesta sul Consiglio comunale di Palermo: ecco a chi vanno i rimborsi

DI SCENA LA LEGGE REGIONALE CHE ACCOLLA AI COMUNI CON OLTRE 200 MILA ABITANTI GLI STIPENDI DEGLI ‘INQUILINI’ DI SALA DELLE LAPIDI (IN PRATICA, VENGONO RIMBORSATE LE AZIENDE). IL CUMULO DI DEL RIMBORSO CON L’INDENNITA’ DI FUNZIONE PORTA LA RETRIBUZIONE DI QUESTI ‘FORTUNATI’ A INCASSARE, OGNI MESE, DA 5 MILA EURO A 10 MILA EURO AL MESE. L’ASSURDITA’ DI UNA LEGGE CHE PENALIZZA I LIBERI PROFESSIONISTI

Sette consiglieri comunali a Palermo sono costati alla collettività 224 mila 316 euro, al di là delle indennità di funzione. Ciò in forza di una legge regionale che prevede il rimborso degli stipendi lordi attraverso le aziende o gli enti presso i quali lavoravano prima della loro adesione e dai quali si assentano per svolgere la loro mansione pubblica. Per tale impegno, peraltro, sono regolarmente indennizzati.

La legge regionale 23 dicembre 2000, numero 30, fissa le norme che regolano le indennità da corrispondere agli amministratori e ai consiglieri degli enti locali in Sicilia. Inoltre la legge regionale 20 maggio 2009, numero 6, all’articolo 24 stabilisce che i consiglieri hanno diritto di assentarsi dai loro luoghi di lavoro per svolgere il mandato pubblico ricevuto a seguito delle elezioni a consigliere di circoscrizione, comunale o provinciale. L’assenza dal lavoro porta come conseguenza la mancata retribuzione e questa viene rimborsata dal Comune (o dalle Province per ora ‘congelate’) attraverso l’accreditamento presso l’ente o l’azienda dalla quale il consigliere dipende.
Questi rimborsi valgono per i consiglieri di comuni nelle quali la popolazione residente sia superiore a 200 mila abitanti. Il Comune di Palermo rientra totalmente nelle fattispecie individuate dalle leggi appena richiamate.
A Palermo il numero dei consiglieri che hanno goduto di questo trattamento è stato dal 2007 al 2012 è stato di 14 unità. Dal 2013 i consiglieri cui viene riservato il rimborso delle retribuzioni è di 15, ridotti a 7 sette in quanto gli altri otto o non lo hanno richiesto o non hanno esibito la documentazione specificamente richiesta o, ancora, sono passati ad altro incarico e quindi non hanno svolto il compito a fronte del quale è previsto il rimborso delle retribuzioni.

Nonostante queste ‘economie’ la spesa complessiva sostenuta dal Comune di Palermo a questo titolo ha assunto dimensioni significative. Infatti, nel 2007 è stata di 290 mila euro, ma ha riguardato soltanto il secondo semestre, nel 2008 è stata di 596,110 mila euro; nei due anni successivi – 2009 e 2010 –  si è attestata, rispettivamente, in 532,883 mila euro e 530,560 mila euro. Nel 2011 ha subito un lieve calo fermandosi a 414,974 mila euro.
Nel 2012 la spesa del Comune è stata pari a 349,555 mila euro. Nel 2013, come già ricordato, i sette consiglieri che hanno percepito il rimborso, sui 15 aventi diritto, sono costati 224,316 mila euro.
I rimborsi individuali medi ammontano a 3200 euro, con punte di 6300 euro. A questi rimborsi vanno aggiunte le indennità di funzione che fanno lievitare le retribuzioni dei consiglieri che dei rimborsi si avvalgono a entità ragguardevoli. In media, se ai 3200 euro di rimborso dello stipendio aggiungiamo mille e 600 euro di massimale delle indennità di funzione – massimale fissato dalla legge in ragione di 1/3 della retribuzione del Sindaco – i compensi liquidati dai consiglieri che cumulano le due erogazione si attesta intorno a cinquemila euro mensili, con punte di diecimila euro.

Niente da dire nei riguardi dei consiglieri che beneficiano di questi vantaggi economici poiché ricevono quanto la legge prevede. Quello che non funziona, nella fattispecie, è proprio la legge. Anzi, a tale proposito vorremmo rivolgere una segnalazione al gruppo parlamentare dell’Ars del Movimento 5 Stelle affinché avanzano la proposta di soppressione di queste infauste norme.

La ragione di questa nostra idea non è di natura moralistica, bensì di equità in quanto dalla lettura dei dati di dettaglio dei trattamenti di rimborso il costo, per i Comuni, è eccessivo. Ed è semplicemente assurdo consentire il cumulo del rimborso con l’indennità di funzione che, in alcuni casi, fanno lievitare la ‘retribuzione’ finale di un consigliere comunale a 6-7-8 fino a 10 mila euro mensili. E’ un po’ esagerato o ci sbagliamo?
Di più: oltre a talune differenze che a, lume di naso, non spiegano appieno la ratio della norma, questa legge regionale è discriminatoria nei riguardi dei consiglieri comunali lavoratori autonomi (es. artigiani, professionisti, ecc.) che di tale trattamento non possono beneficiare, benché anche loro sono costretti a non svolgere il loro rispettivo lavoro, ancorché impegnati nell’attività politico-amministrativa cui sono stati eletti.

Vediamolo adesso il dettaglio dei rimborsi.

Nell’anno 2012 i consiglieri comunali che hanno beneficiato dei rimborsi sono stati 13 su 15 aventi diritto. I rimborsi hanno riguardato il periodo 9 luglio-31 dicembre e sono stati effettuati: alla ditta Sicilia Bella srtl in favore del consigliere Alessandro Anello per 21.403,21 euro;

alla ditta Telecom Italia spa, per il consigliere Carlo Di Pisa per un importo di 759,13 euro;

all’ente di promozione sportiva Uisp, in favore del consigliere Rosario Filoramo per l’importo di 23,342,80 euro;

alla Sicurtransport spa, in favore del consigliere Salvatore Finazzo per l’importo di35,175,72 euro;

alla Barbaro job consulting, in favore del consigliere Pietro La Commare, per l’importo di 13.321,10 euro;

all’Amat Palermo spa, in favore del consigliere Orazio La Corte, per l’importo di 20.906,38 euro;

all’Amia spa, in favore del consigliere Giuseppe Milazzo, per l’importo di11.122,12 euro;

alla Banca nazionale del Lavoro spa, in favore del consigliere Filippo Occhipinti, per l’importo di24.325,43 euro (in fase di liquidazione);

a Tgs spa, in favore del consigliere Massimo Pullara, per l’importo di22.674,33 euro;

alla Fenalca Interprovinciale Sicilia, in favore del consigliere Girolamo Russo, per l’importo di 20.527,56 euro;

all’Ismett srl, in favore del consigliere Antonino Sala, per l’importo di710,71 euro;

all’Unicredit, in favore del consigliere Edmondo Tamajo, per l’importo di 12.718,04 euro;

alla Sirs soc. coop., in favore della consigliera Rita Giuseppina Vinci, per l’importo di 36.007,82 euro.

I rimborsi dei consiglieri Francesco Bertolino e Giovanni Geloso non sono stati effettuati perché gli intererssati non hanno esibito le rispettive buste-paga. Il consigliere Paolo Caracausi, ancorché dipendente del Montepaschi di Siena non ha avanzato richiesta di rimborso.

Nel 2013 i rimborsi hanno riguardato l’intero anno ed a beneficiarne sono stati sette consiglieri sui 15 aventi diritto. I rimborsi effettuati sono i seguenti:

alla ditta Sicilia Bella srl, in favore del consigliere Alessandro Anello, per complessivi 41.574,19 euro;

alla Telecom Italia spa, in favore del consigliere Carlo Di Pisa, per l’importo di9.840,64 euro;

alla Sicurtransport, in favore del consigliere Salvatore Finazzo, per l’importo di 50.892,08 euro;

alla Barbaro job Consulting srl, in favore del consigliere Pietro La Commare, per l’importo di19.256,60 euro;

alla Tgs spa, in favore del consigliere Massimo Pullara, per l’importo di 32.090,72 euro;

alla Fenalca sino a tutto settembre e all’Ampi interprovinciale Palermo per il restante periodo dell’anno, in favore del consigliere Girolamo Russo, per l’importo di 52.011,11 euro;

alla società cooperativa Sirs, sino al mese di aprile, e alla El Deseo sino a luglio successivo, in favore della consigliera Rita Giuseppina Vinci, per l’importo complessivo di 18.651,52 euro.

Di tutta questa materia ci sfuggono le ragioni di alcune incongruenze, delle quali rileviamo due esempi per rendere l’idea, ricavandoli dai dati appena riportati. Un consigliere dipendente da una azienda di trasporti liquida nel secondo semestre del 2012 35 mila euro a fronte di 759 euro liquidate nello stesso periodo ad un consigliere dipendente dalla società telefonica Telecom Italia spa. Non riusciamo a darci una spiegazione plausibile a fronte di questo divario. Per approssimazione potremmo pensare che il consigliere Carlo Di Pisa è stato quasi sempre assente dallo svolgimento del suo compito istituzionale e quindi il rimborso relativo alle sue assenze dal posto di lavoro sono minime ovvero la Telecon Italia corrisponde ai propri dipendenti retribuzioni ‘simboliche’.

La stessa osservazione riguarda l’altro caso afferente due consiglieri: l’uno dipendente da un ente di promozione sportiva, Rosario Filorano, liquida 23 mila euro, mentre l’altro, Antonino Sala, dipendente dell’Ismett srl, ne liquida 710 euro per l’attività nello stesso periodo. Assistiamo a differenze abissali le cui ragioni che le determinano non riusciamo a motivare, se non rifacendo le stesse considerazioni precedenti.

O, ancora, si verifica un altra incongruenza che riguarda il consigliere Rosario Filoramo, che nell’anno 2012 riceve il rimborso pieno e nell’anno successivo, ancorché le sue condizioni lavorative non sono mutate, non viene rimborsato perché non ha presentato nemmeno la richiesta.

A noi in questa sede non interessa indagare le ragioni di queste strane anomalie ed incongruenze. Quel che ci preme è che venga abrogata al più presto questa legge iniqua ed abbastanza assurda, retaggio dei periodo durante il quale la spesa corrente della Regione siciliana è passata dallo 86 per cento al 105 per cento delle entrate ordinarie, cioè il periodo della spesa in allegria.
Poi ci pone un problema di coscienza: perché pagare un corrispettivo di un lavoro che non si è svolto? E perché il cumulo del rimborso con l’indennità di funzione? Siamo in presenza o no di uno spreco bell’e buono?

Ecco, sono queste le ragioni che ci inducono ad invocare la immediata soppressione di questa legge regionale.

 


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