In volo sulle orme del ‘padre’

Finalmente liberi! Venerdì 21 luglio è stato finalmente portato a compimento il progetto “Wings of Condors”, fortemente voluto da Angelo D’Arrigo e proseguito – dopo la sua improvvisa scomparsa il 26 marzo scorso in un incidente di volo – dalla “Fondazione Angelo D’Arrigo”, creata grazie alla volontà di sua moglie Laura Mancuso.
Il progetto, condotto sotto la guida del prof. Danilo Mainardi, etologo di fama internazionale, prevedeva la reintroduzione di una coppia di Condor nel suo habitat naturale, proprio nel luogo in cui nacque la cultura Inca e di cui il Condor era il simbolo, nel tentativo di avviare il ripopolamento della specie scomparsa ormai da decenni sulle Ande. Questo splendido rapace, infatti, è uno dei tre animali sacri, insieme con serpente e puma, della cultura Inca.

I due Condor al centro del progetto, Maya e Inca, nati in cattività 18 mesi fa, sono stati allevati dal recordman catanese nella sua casa di Pedara e sull’Etna hanno imparato a volare sotto le ali del deltaplano che il loro “papà” ha costruito appositamente per addestrarli al volo.

Il team, partito dall’Italia il 2 luglio, è stato formato da sette componenti tra i quali la stessa Laura Mancuso insieme ai figli, compreso il più piccolo, Ivan, di 3 anni e mezzo. Insieme a loro gli operatori del team fotografico e quelli del team video, impegnati nelle riprese per il National Geographic. Al Campo Base, situato nella zona di Machu Picchu, al team si sono aggiunti i biologi dell’Università S. Antonio Abad della città di Cuzco, per raccogliere le informazioni cliniche e i test di laboratorio effettuati in Italia dalla USL di Catania, in particolar modo durante l’emergenza aviaria dello scorso anno.
Proprio per evitare ogni possibile presenza di influenza aviaria i due volatili, al loro arrivo in Perù, sono stati messi in quarantena per dieci giorni dal Senasa, l’organo statale che si occupa di sanità e veterinaria.
Dopo qualche complicazione di natura burocratica e sanitaria (il Senasa, ignorando le certificazioni sanitarie europee, al termine del periodo di quarantena stabilito ha preteso che i volatili venissero sottoposti ad ulteriori analisi del sangue, inutile stress per i due Condor già provati da innumerevoli test effettuati in Italia) e dopo l’ennesima effettuazione del tampone cloacale, sufficiente ad escludere il rischio di influenza aviaria, finalmente il 12 luglio Maya e Inca sono stati portati al Campo Base dove sono cominciati i primi voli di allenamento e ambientamento che sono proseguiti quotidianamente fino alla loro definitiva liberazione nove giorni dopo. 

Nel frattempo, però, i membri della “Fondazione Angelo d’Arrigo” non si sono dimenticati dei progetti umanitari portati avanti dal deltaplanista catanese in favore dei bambini delle zone povere del mondo. Durante il soggiorno in Perù, nell’attesa della fine della quarantena dei due Condor, alcuni membri della  Fondazione si sono recati a Paccarictambo per la cerimonia di inaugurazione del sito dove sorgerà la casa di accoglienza per i bambini in età prescolare che oggi, non avendo un posto dove stare, sono sottoposti alle intemperie perchè costretti a seguire le madri che lavorano tutto il giorno nei campi.

Chiara Nicotra

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