In Sicilia abusivi 10mila fisioterapisti Ordine medici e Aifi: «Piaga sociale»

«L’abusivo costa poco alla società in termini di formazione, fa concorrenza sleale e guadagna bene perché è esentasse. Ma mette a rischio la salute pubblica». Lo dice Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Palermo, dopo il blitz dei Nas che ha portato alla denuncia di 12 persone tra Palermo, Trapani e Mazara del Vallo. I controlli contro l’esercizio abusivo delle professioni sanitarie hanno fatto luce su odontotecnici che si spacciavano per medici dentisti, falsi fisioterapisti e un osteopata che si faceva passare per medico ortopedico.

Anche Angelo Ginestra, presidente dell’Aifi Sicilia, l’associazione regionale dei fisioterapisti, punta il dito contro l’esercizio abusivo della professione. «I fisioterapisti abusivi, secondo nostre stime, in Sicilia sono addirittura il doppio di quelli regolarmente abilitati: diecimila a fronte dei cinquemila che hanno alle spalle anni di studi e specializzazioni». Ma è solo «la punta di un iceberg», secondo le associazioni dei professionisti che ringraziano i Nas per «il prezioso lavoro svolto». Il tema è delicato, insistono Ordine e Aifi. Non solo perché l’esercizio delle professioni sanitarie richiede competenze che non possono essere contrabbandate. Ma anche perché «a rischio – ripete Amato – è la salute. E credo sia diritto di tutti sapere che chi si prende cura della propria persona sia un professionista che abbia tutte le carte in regola, sia dal punto di vista formativo che etico-morale».

Inoltre gli abusivi, continua il presidente dell’Ordine, sono un problema sociale anche dal punto di vista delle «giovani leve di professionisti, con concorsi bloccati a fronte di tanto denaro speso dallo Stato per formarli, e quindi dalla società, e dalle loro famiglie». Per il presidente dell’Aifi Sicilia, il bisogno di fisioterapisti è confermato pure dai recenti dati Istat secondo i quali nell’Isola la popolazione disabile si attesta sul 6 per cento contro la media nazionale del 5,5. «Ma non possono essere tecnici fasulli e senza alcuna storia professionale, a rispondere a questa fondamentale esigenza della società».


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