In città torna l’acqua a giorni alterni Non accadeva da oltre dieci anni

Non accadeva da oltre un decennio quando ancora sulle soffitte o nei sottotetti dei condomini venivano sistemate le cisterne per la raccolta. A Palermo torna l’acqua a giorni alterni. Il comune in una nota dice che «il perdurare della situazione di scarse precipitazioni che interessa ormai da mesi la Sicilia, ha portato ad una consistente riduzione delle riserve d’acqua nelle province di Palermo, Enna e Caltanissetta». 

Ieri si è svolto un incontro all‘assessorato regionale dell’Energia, coi rappresentanti degli enti interessati, dove è stato preso atto della insufficienza di risorse disponibili negli invasi (a Palermo, i 4 invasi Poma, Scanzano, Rosamarina e Piana degli Albanesi hanno attualmente una disponibilità di meno di 73 milioni di mc d’acqua a fronte di una capacità massima superiore a 200 milioni), ed è stata programmata una riduzione del prelievo d’acqua da tutti gli invasi con una conseguente riduzione dell’acqua che sarà immessa nelle reti. In tutte le città interessate si procederà quindi alla introduzione della turnazione o ad un inasprimento della turnazione già in atto. 

A Palermo e senza precipitazioni significative l’Amap avvierà dal 3 gennaio prossimo una turnazione che interesserà a giorni alterni un’ampia parte della città. La turnazione avrà un carattere sperimentale e sarà ovviamente soggetta a modifiche in caso di ripresa delle precipitazioni. 

LE ZONE INTERESSATE DALLA TURNAZIONE

«Si tratta con tutta evidenza – dicono il sindaco Leoluca Orlando la presidentessa di Amap Maria Prestigiacomo – di una situazione eccezionale, dovuta alla concomitanza di tre fattori tutti indipendenti dall’azione dell’Amap e del Comune: la siccità, la riduzione della capacità della Diga Rosamarina decisa dal Servizio nazionale dighe per motivi di sicurezza e l’impossibilità di utilizzo dell’invaso di Scillato per i problemi causati alle condutture da alcune frane».

Proprio sul fronte dell’utilizzo dell’invaso di Scillato, l’Amap ha avviato, dopo che la Regione ha fornito nelle scorse settimane le attese indicazioni in tal senso, le procedure per procedere con proprie risorse alla riparazione delle condotte (dal costo stimato di oltre 5 milioni di euro). «Vista la gravità della situazione e l’urgenza di intervenire i nostri uffici stanno lavorando nei tempi minimi per la predisposizione del progetto e stiamo valutando la possibilità di richiedere un intervento della Protezione civile», rivela la numero uno dell’azienda di via Volturno. 

Secondo le stime della Cgil la rottura della condotta idrica, «avvenuta qualche anno fa e alla quale non si è mai posto rimedio» ha come conseguenza che «si continuano a scaricare 600 litri al secondo di acqua minerale a mare proveniente dalla fonte di Scillato», sottolineano il segretario Cgil Palermo Enzo Campo e il segretario Filctem Cgil Palermo Francesco Lannino, che aggiungono: «Chiediamo alla Regione e al Comune di Palermo di conoscere il motivo per cui si continua a non intervenire per riparare la condotta. Interroghiamo le istituzioni non per riaprire una polemica ma per risolvere un problema serio, dal momento che a pagare le spese della erogazione dell’acqua a giorni alterni sono i cittadini». 


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