Da una punta all’altra dell’Europa in bici per 40 giorni. Tra il dire e il fare ci passano la forza di volontà, l’amore verso il volontariato e la bicicletta: le cose che hanno spinto Pietro Lo Bue e Domenico Romano a compiere una vera e propria impresa che partirà da Lampedusa il prossimo 6 giugno. Rispettivamente originari di Pozzallo, nel Ragusano, e Spadafora, in provincia di Messina, i due cicloturisti – come amano definirsi – toccheranno anche le loro cittadine di residenza per poi percorrere la Penisola passando dalla costiera adriatica e toccare Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Svezia Norvegia e giungere fino alla punta Nord dell’isola di Magerøya, nella parte più settentrionale della Norvegia. Sono circa 7500 chilometri totali, per una stima di 200 giornalieri, che i due percorreranno in compagnia di una coppia di camperisti che li supporterà durante il percorso, per poi farli salire a bordo nel viaggio di ritorno in Sicilia. A sostenere quella che da lontano in molti può essere vista come una sgambata un po’ fuori le righe – per utilizzare un eufemismo – saranno le associazioni Avis, Misericordia, Admo. L’iniziativa, denominata Bike for climate è promossa dal circolo regionale di Legambiente, il cui vessillo campeggerà sia sulle bicilette che sul camper durante il viaggio, col patrocinio dei Comuni di Spadafora e Pozzallo. Un’impresa a tutti gli effetti, in cui Romano e Lo Bue sono pronti a mettersi alla prova. L’iniziativa non ha come unico intento quello agonistico, ma vuole conciliare la passione per la bicicletta con le istanze sociali e ambientali.
Tutto passa dal piacere di unire il vecchio continente, la casa di tutti gli europei, «che a volte diventa una chimera per le migliaia persone che giungono a Lampedusa». «Avremo il supporto di Legambiente, che ovviamente non è in termini economici – spiega Romano a MeridioNews – Lanceremo noi una raccolta di beneficienza e alla fine del percorso decideremo a chi devolverla. Inoltre, vogliamo promuovere l’uso della bicicletta. Capisco – specifica – che sul piano della mobilità dolce in Sicilia siamo indietro rispetto ad altre località d’Italia e d’Europa. Inoltre assistiamo a maleducazione e menefreghismo nelle strade trafficate, ma la bicicletta è fondamentale: vogliamo dimostrare che utilizzarla nel quotidiano, per esempio tra genitori e figli, è possibile». Dunque, preso atto che ci sono ancora tanti passi da compiere prima che la bicicletta venga introdotta completamente nella vita di tutti i giorni, Romano e Lo Bue, amici affiatati e colleghi di lavoro, hanno deciso di lanciare la loro compagna di sensibilizzazione attraverso un’impresa sicuramente indimenticabile. «Abbiamo già fatto altre iniziative di questo tipo, lunghi tragitti o maratone a scopo benefico o sociale – continua l’attivista – Quando saremo in bici sarà anche un viaggio con noi stessi, introspettivo, in cui metteremo alla prova mente e corpo, ma bisogna lanciare dei segnali forti con modalità altrettanto forti da essere quasi provocazione. Utilizzare la bici a favore dell’ambiente non è impossibile».
Tra le passioni in comune dei due c’è quella di andare a lavoro in sella e di impegnarsi nelle associazioni di volontariato. Alla domanda su quale possa essere il momento più difficile del tragitto che prevede di tagliare centinaia di chilometri giornalieri, risponde Lo Bue. «Sicuramente quello della partenza – dice sorridendo – Ma ci si deve arrivare con la mente serena e affrontare tutto con lo spirito giusto». Mentre, a chi potrebbe considerare questo tipo di iniziativa come una perdita di tempo che può svolgere solamente chi non ha niente da fare, Romano ci tiene a far saper che «ognuno di noi lavora – evidenzia – ci vuole semplicemente la voglia di giocarsi le ferie di tutto l’anno in una cosa in cui si crede e che piace, piuttosto che decidere, legittimamente, di trascorrerle sul divano». Prima di tuffarsi direttamente negli oltre 7500 chilometri, proprio in queste ore Romano e Lo Bue hanno iniziato un pre-test di allenamento che li vede impegnati in un tragitto di 800 chilometri che tocca tutta la Sicilia centro-orientale.
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