Un percorso ciclo-pedonale che collegherà le diverse strutture di via Santa Sofia e una maggiore consapevolezza del ruolo delle città nel processo di trasformazione che il clima mondiale sta subendo: sono stati i temi al centro del convegno Adattare le aree urbane ai cambiamenti climatici attraverso la pianificazione allinterno del progetto europeo Grabs, lo scorso 6 aprile al rettorato dellUniversità di Catania
In bici allEco-Cittadella
Un percorso pedonale e ciclabile della larghezza di un metro e mezzo e una serie di piazzole di sosta in zone ombreggiate da arredare con tavoli e sedute sarà fruibile tra circa 4 mesi nell’area della Cittadella universitaria di via Santa Sofia. Il progetto – che rappresenta la partecipazione dell’Università di Catania al più ampio progetto europeo Grabs (green and blu space adaptation for urban areas and eco tows) – è stato presentato lo scorso mercoledì in aula magna al rettorato di Catania.
Il nuovo percorso che consentirà il collegamento ciclo-pedonale tra l’edificio mensa, le strutture del CUS e l’edificio collegi universitari e biblioteca Antonini, ha lo scopo di migliorare le condizioni d’uso di spazi esterni; la scelta della zona nel margine nord del campus universitario è giustificata da due motivi: «E’ un elemento caratterizzante del paesaggio della collina in quanto segna il limite tra le due zone oggi più densamente edificate della città; è una risorsa ambientale di grande rilevanza perché costituisce una fascia non ancora impermeabilizzata, con una consistente copertura vegetale e che può quindi contribuire alla riduzione dell’apporto di acque meteoriche sulla viabilità interna e urbana a valle della stessa».
Il convegno si è incentrato sulla comunicazione ambientale. Si è parlato soprattutto della diffusione della consapevolezza che la temperatura media del nostro pianeta, soprattutto nelle città, carnefici perché produttrici di sostanze inquinanti e nello stesso tempo vittime delle loro azioni, sta aumentando e che quindi occorre che studenti, enti, amministrazioni e imprese siano maggiormente avvertite sul tema.
«Siamo alle battute finali di un progetto europeo iniziato tre anni fa, un progetto di sensibilizzazione al cambiamento climatico e siamo lieti di presentare il nostro percorso della Cittadella che sarà attivo tra circa quattro mesi» ha affermato Matteo Ignaccolo docente di trasporti alla facoltà di Ingegneria di Catania, che ha poi voluto puntare l’attenzione nella differenza tra mitigazione e adattamento al cambiamento: «mitigazione vuol dire concentrarsi sulle cause, mentre con l’adattamento si intende il tentativo di gestire gli avvenimenti. Entrambi gli aspetti, necessari, nelle città riguardano soprattutto la pianificazione urbana e dei trasporti».
Le maggiori organizzazioni internazionali e scientifiche hanno confermato che la temperatura media è destinata ad aumentare di 4°C entro questo secolo seguendo gli attuali ritmi di emissione di gas serra e gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti tramite l’estremizzazione delle stagioni. Ma può l’attività umana influenzare così tanto il cambiamento climatico o piuttosto siamo di fronte ad una naturale evoluzione delle stagioni come altre se ne sono verificate nel corso dei secoli? Lo abbiamo chiesto a Andreas Kipar, architetto e paesaggista ed esperto di landscape sostenibile.
«Io credo che le due cose siano imprescindibili perché l’uomo è parte del processo naturale. Siamo inoltre in grado di capire che le nostre azioni accelerano tale processo e se possiamo fare qualcosa per migliorare le condizioni del nostro pianeta siamo obbligati a farlo. Deve essere un nostro dovere perché non siamo i padroni di niente, ma semplicemente una parte del tutto».
La soluzione per Kipar e il collegio d’esperti presenti è chiara: serve una lotta comune all’inquinamento, una presa di posizione radicale e comune, perché, prendendo in prestito lo slogan di Obama, «yes we can», e aggiungiamo «together».