La Regione invia un commissario in 270 comuni per verificare l'approvazione dei documenti finanziari di quest'anno, in ritardo a causa delle nuove norme della contabilità locale. E dal 2016 si cambia ancora: il previsionale dovrà essere pronto a gennaio
In aula il Piano triennale, poi toccherà al bilancio 2015 Corsa contro il tempo per evitare il commissariamento
La Regione siciliana ha deciso di inviare un commissario nei 270 comuni che non hanno ancora approvato il bilancio di previsione 2015. E la decisione coinvolge anche Palermo. È iniziata con questa sorpresa la discussione del Piano triennale delle opere pubbliche, atto propedeutico al previsionale. L’aula è andata in fibrillazione quando la Ragioneria generale ha comunicato con una nota informale la novità. Niente di sconvolgente, per carità: l’atto della Regione suona più come una diffida, un invito a fare presto, dato che, giunti a fine novembre, il documento finanziario è a tutti gli effetti un consuntivo, con le somme ormai in gran parte impegnate. Anche perché nel caso del capoluogo è quasi tutto pronto e l’approvazione è questione di giorni.
E mentre le opposizioni hanno chiesto alla Presidenza di convocare i capigruppo per concordare un fitto calendario di sedute, il segretario generale Fabrizio Dall’Acqua ha gettato acqua sul fuoco leggendo in aula il decreto dell’assessorato regionale alle Autonomie locali. «Il commissario verificherà che lo schema di bilancio e gli altri atti necessari siano stati proposti – ha spiegato – e che il parere dei revisori sia stato reso, ed è questo il caso del Comune di Palermo, e assegnerà un termine entro il quale approvare il bilancio, quindi non interverrà immediatamente in via sostitutiva». Poi il segretario ha sottolineato che «la deadline del 30 novembre non è valida per il bilancio di previsione, che avrebbe dovuto già essere approvato, ma per l’assestamento di bilancio».
Il ritardo di un bilancio che altrimenti sarebbe stato approvato in estate è legato soprattutto alla volontà della Regione di applicare fin da quest’anno le nuove norme di armonizzazione finanziaria, imponendo agli enti locali il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi. Tutti i comuni isolani, inoltre, hanno dovuto fronteggiare i tagli ai trasferimenti statali e quelli dell’ultima finanziaria regionale (per Palermo -400mila euro, che si aggiungono ai -22 milioni dallo Stato). Si parla in totale di qualcosa come 70 milioni in meno per le casse di Palazzo delle Aquile.
«Questo bilancio è un consuntivo – dice il presidente della Settima Commissione, Mimmo Russo, in quota centrodestra – perché il preventivo si fa a inizio anno ed è inammissibile che il Consiglio non possa intervenire, è una farsa perché tutte le somme sono già impegnate. Non ha senso approvarlo quando l’anno è finito. Oltre ai problemi dei debiti e delle partecipate, la cosa più grave a me sembra l’obbligo di presentare entro gennaio il Dup». Il decreto legislativo del 10 agosto 2014, infatti, ha reso esecutiva una norma del 2011 che impone l’approvazione di un Documento unico di programmazione già a gennaio o, ancora meglio, entro l’anno precedente.
«Con riferimento al periodo di programmazione decorrente dall’esercizio 2015 – si legge nel testo del decreto -, gli enti locali non sono tenuti alla predisposizione del documento unico di programmazione e allegano al bilancio annuale di previsione una relazione previsionale e programmatica che copra un periodo pari a quello del bilancio pluriennale […]. Il primo documento unico di programmazione è adottato con riferimento agli esercizi 2016 e successivi». Ciò significa che, approvato il previsionale di quest’anno, gli uffici in teoria dovrebbero già mettersi all’opera per quello dell’anno prossimo. Russo poi lancia l’allarme sui tagli ai trasferimenti: «Continuando così gli enti locali salteranno in aria. Già è difficile chiudere il bilancio di una città come Palermo, che a sud di Roma è un vero esempio di Comune con i conti in ordine. Figuriamoci cosa succederà ai piccoli Comuni: i sindaci potranno consegnare le chiavi della città».
«È impossibile pensare che gli uffici possano predisporre già a gennaio gli atti per il bilancio 2016 – replica Francesco Bertolino del Movimento 139 -. Oltre alle responsabilità dei singoli Comuni ci sono altre cause, a partire dai ritardi della Regione nel chiudere la finanziaria. È possibile che, essendo il primo anno del Dup, nel 2016 i termini possano slittare. Innanzitutto occupiamoci del bilancio di quest’anno, che conferma il lavoro fatto in questi anni – prosegue Bertolino -. Tutte le partecipate sono in attivo e si continua a non ricorrere ad anticipazioni di cassa. È vero che gli investimenti non sono tantissimi, ma ciò è dovuto anche ai tagli statali e regionali. Questo bilancio prepara il Comune agli anni difficili che verranno se il trend della riduzione indiscriminata della spesa non si invertirà. Il commissario? Un atto dovuto, un sollecito all’aula».
La manovra predisposta dall’assessorato al Bilancio ammonta a 2,3 miliardi, con una spesa corrente di 849 milioni e investimenti per 343,4 milioni. La spesa per il personale scende da 257,3 (dato 2013) a 250,2 milioni (ma il consuntivo 2014 segna 242,6 milioni). Le spese di funzionamento si sono ridotte del 6,41 per cento rispetto al 2014, da 33,3 a 31,2 milioni. Quelle per le utenze sono scese da 21,7 a 19,5 milioni (-10,33 per cento). All’istruzione sono destinati 32,4 milioni (libri di testo, borse di studio, assistenza ai disabili, mense), ai servizi sociali 70,52 (ricoveri e accoglienza, asili nido, contributo alloggiativo, assistenza economica), alla cultura non più 10 ma 9,1 milioni (3,7 milioni per i musei), ai servizi delle partecipate 290 milioni, alle opere inserite nel Piano Triennale 228 milioni.