Dopo nove risultati utili consecutivi il Palermo riassapora il gusto amaro della sconfitta e lo fa al Franchi di Firenze dove i viola, nella penultima giornata del girone di andata, si sono imposti per 4-3 al culmine di una gara rocambolesca
Impresa solo sfiorata Palermo mai domo a Firenze
L’impresa è solo sfiorata. Dopo nove risultati utili consecutivi il Palermo riassapora il gusto amaro della sconfitta e lo fa al Franchi di Firenze dove i viola, nella penultima giornata del girone di andata, si sono imposti per 4-3 al culmine di una partita rocambolesca. Partiamo da una premessa: la vittoria dei padroni di casa è meritata, soprattutto per il numero di occasioni create nel corso della gara (nel primo tempo, chiuso sul parziale di 1-0 grazie ad un diagonale vincente di Pasqual, il punteggio avrebbe potuto assumere proporzioni diverse se Borja Valero e Pizarro non fossero stati fermati rispettivamente da una traversa ed un palo), ma il Palermo non esce affatto ridimensionato dal confronto con i toscani.
E questo può considerarsi un successo tenendo in considerazione il potenziale di una squadra come quella a disposizione di Montella e analizzando anche il film della gara. Una partita iniziata quasi ad handicap per gli uomini di Iachini costretto a rinunciare in extremis a Dybala bloccato durante la fase di riscaldamento da un problema muscolare ad un polpaccio. Nulla da togliere a Belotti (autore, peraltro, di un gol e di un assist) ma in questo momento i rosanero non possono fare a meno del talento di un giocatore come l’argentino che finora ha fatto la differenza trascinando la squadra a suon di gol e di prestazioni convincenti. E il forfait del numero 9 ha condizionato psicologicamente la compagine di Iachini in balia della Fiorentina nel corso di un primo tempo praticamente a senso unico nel quale i toscani hanno creato i presupposti per la vittoria finale. L’unico in grado di accendere la luce era Vazquez ma El Mudo predicava nel deserto e non riusciva a cambiare il volto di un Palermo molle e impaurito al cospetto delle iniziative viola. La Fiorentina, tuttavia, non ha avuto la lucidità per chiudere la partita e gli effetti si sono “trascinati” nella ripresa. Frazione di gioco nella quale è “risorto” il Palermo. Una squadra ancora in difficoltà ma, tenuta a galla da un risultato ancora in bilico, in grado di trovare la forza e le energie per non soccombere. Nonostante il 2-0 firmato Basanta, abile a correggere in rete un pallone vagante in area di rigore in seguito ad uno scontro aereo tra Sorrentino e Gomez, gli ospiti non si sono disuniti e hanno riaggiornato i parametri della bussola necessaria per ritrovare l’orientamento.
Azzeccata, in questo caso, la mossa di Iachini (acclamato dal pubblico del “Franchi” in virtù dei suoi trascorsi con la maglia viola) che dalla panchina ha giocato la carta Quaison (subentrato a Maresca) e lo svedese è salito subito in cattedra realizzando una doppietta (il primo gol capitalizzando un assist di Belotti, il secondo al culmine di una ripartenza alimentata da un errore in disimpegno a centrocampo di Pizarro).
Il retrogusto amaro lasciato dalla gara odierna “coincide” proprio con la provvisoria rimonta perché, dopo avere ripreso per i capelli una gara che sembrava ormai archiviata, il castello costruito dai rosanero è crollato nuovamente sotto i colpi di Cuadrado (lesto ad anticipare Sorrentino con un tocco ravvicinato su cross rasoterra di Pasqual) e Joaquin che pesca il jolly con una precisa conclusione a giro di destro da fuori area. E non basta il terzo gol realizzato su rigore da Belotti (fischiato dall’arbitro Mazzoleni per fallo di Basanta ai danni dello stesso attaccante rosanero sugli sviluppi di un corner). L’impresa non è stata completata e ai rosa resta il rammarico per essere “caduti” dopo avere compiuto un mezzo miracolo. Nell’economia del match “pesano” alcuni errori nell’applicazione della fase difensiva e soprattutto un primo tempo decisamente sotto tono. Il vero Palermo si è visto nel secondo tempo e autorizza un certo ottimismo la capacità della squadra di reagire e di tenere aperta sino all’ultimo istante una gara ormai sigillata da parte dei gigliati.
La Fiorentina ha vinto con merito ma bisogna anche riconoscere la caparbietà di un Palermo mai domo che ha costretto i padroni di casa a conquistare l’intera posta in palio con sofferenza. Da dove ripartire? Dai secondi 45 minuti, dall’orgoglio di una squadra ferita ma sempre viva e anche dalle risorse a diposizione in panchina. Il risultato è negativo ma anche oggi emergono segnali confortanti. La prima fila, nel caso specifico, è occupata da Quaison, possibile “eroe” di giornata con una doppietta (sono i primi gol nel campionato italiano del numero 21) da subentrato. I suoi acuti non sono stati sufficienti per muovere la classifica ma restano nel serbatoio da cui Iachini potrà attingere nelle prossime partite, soprattutto quando avrà bisogno di forze fresche o di una variante al solito copione, sia tecnico che tattico. La sconfitta di oggi, in ogni caso, non sposta i programmi del Palermo. L’obiettivo principale resta la salvezza ma, anche se a tratti, pure contro i viola gli uomini di Iachini hanno dimostrato di avere i requisiti giusti per potere recitare un ruolo molto importante in questa stagione.