Impianti sportivi, le società contro il Comune «Piscina di Nesima chiusa per farci un grest»

Catania al vertice torna a riunirsi per riprendere la battaglia che, ormai da oltre un anno, sostiene nei confronti del Comune di Catania. Tema dell’incontro organizzato al Borghetto Europa è la gestione delle strutture sportive catanesi, da sempre considerato un punto debole della città, nonostante la bontà di alcune progettazioni. È il caso della piscina di Nesima, impianto per cui Catania si distingue da Roma in giù, ma che viene gestito – secondo quanto denunciato durante l’incontro – con estrema disattenzione. L’impianto richiederebbe delle manutenzioni e da circa 5-6 anni viene utilizzato esclusivamente per l’attività agonistica. Ma a quanto pare durante la scorsa stagione estiva la piscina di Nesima sarebbe stata chiusa alle società e agli utenti, perché data in gestione dal Comune ai privati per la realizzazione di un grest

In assenza di manutenzione – anche ordinaria – da parte dell’amministrazione, neppure le stesse società possono provvedere a sistemare volontariamente gli impianti. In passato, come evidenziato dal presidente di Catania al vertice Nello Russo, le società raggiungevano un compromesso con il Comune grazie a queste piccole operazioni. «Oggi tutto questo non è più possibile – ha evidenziato Russo – non si ha neppure la garanzie che in cambio all’intervento si abbia la fascia oraria richiesta». La Rainbow Catania si sarebbe imbattuta in questo stesso problema lo scorso anno, quando si vide rispondere picche alla possibilità di portare il gasolio per le docce al PalaCatania. Una missione impossibile perché l’arrivo del gasolio nell’impianto – secondo quanto comunicato dal Comune – sarebbe stato lecito solo rispettando l’appalto con la società incaricata della fornitura. La società cestistica avrebbe anche fornito i canestri, ma non si sa oggi se siano ancora integri o utilizzabili. I problemi non sono mancati né mancano alla società Catania Librino Calcio a 5. Il gruppo sportivo avrebbe sborsato circa 10mila e 800 euro solo di affitto lo scorso anno, una somma intorno ai settemila euro quest’anno e vissuto momenti di disagio, che hanno portato al divieto di accesso al PalaNitta, per mancanza di tempestive comunicazioni con il Comune. «Siamo assoggettati a cose che solo noi possiamo sopportare», ha dichiarato il presidente della formazione di calcio librinese.

All’interno di Catania al vertice non ha destato particolari entusiasmi l’assegnazione della struttura del campo San Teodoro ai Briganti Rugby di Librino. La scelta del Comune non è stata condivisa da alcuni membri del consorzio. «Queste persone non sono mai state nella legalità – sottolinea il presidente Nello Russo – solo perché si sono contrapposti hanno avuto assegnata la struttura? Perché lo stesso non può accadere per l’Amatori e gli Elephant?». A essere stati poco compresi sono stati anche i lavori che l’azienda Tecnis ha effettuato nella struttura del San Teodoro negli scorsi mesi. Lavori in realtà non legati a direttive comunali, ma al progetto G124 del senatore a vita Renzo Piano e previsti all’interno di un progetto più ampio di riqualificazione degli spazi di periferia.

La sfiducia nell’operato del Comune nutrita dalle società sportive catanesi sta alla base di queste incomprensioni. Chi fa sport in città chiede la vicinanza delle istituzioni, oltre che massima trasparenza negli interventi. Le società aderenti al consorzio Catania al vertice hanno chiesto inoltre interventi non legati dall’affinità politica e maggiore correttezza. Diverse critiche sono state rivolte anche all’indirizzo dell’assessore allo Sport, Valentina Scialfa, alla quale è stato chiesto – per l’appunto – maggiore attenzione al settore, nonostante si sappia che il suo assessorato sia in delega a quello della Pubblica Istruzione.


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