Una riappropriazione della propria memoria: il progetto artistico di Alessandro Librio riporterà in superficie i due fiumi che scorrono sotterranei. Domenica 3 settembre, a partire dalle 5 del mattino, la voce fluviale della città riemergerà nel cuore del centro storico
Il suono dei fiumi, per ricordare Kemonia e Papireto Sarà una delle più grandi installazioni sonore urbane
Oltre 2900 metri di percorso sonoro, con un’area di 728.296 mq chiusa al traffico automobilistico per 24 ore, 148 speakers e tre chilometri di cablaggio elettrico: è Palermo a Palermo, Il Suono dei Fiumi di Alessandro Librio, una delle più grandi installazioni sonore urbane mai realizzate, dedicata alla sua città d’adozione. Nel cuore del centro storico di Palermo, all’interno del percorso arabo-normanno, domenica 3 settembre Palermo si sveglierà con i suoni dei suoi due storici fiumi, il Kemonia e il Papireto.
A partire dalla 5 del mattino l’artista riporterà in superficie il suono dei due fiumi che scorrono sotterranei lungo l’asse della città. La voce fluviale della città riemergerà sopra l’attuale tracciato viario, tornando ad occupare per un solo giorno il letto naturale dei due fiumi, riconsegnando a cittadini e visitatori il paesaggio sonoro urbano della Palermo della fine del ‘500, quando i due corsi d’acqua sparirono dalla superficie.
Uno scavo nella memoria, insomma, che è anche riappropriazione di ciò che Palermo fu e in parte continua a essere, ovvero una città (anche) fluviale. Ma il capoluogo siciliano è città dalle mille identità. E il tentativo di Librio è proprio quello di fissare alcune delle sue direzioni principali.
Palermo a Palermo, Il Suono dei Fiumi è infatti il secondo capitolo della Palermo Sound Trilogy: le altre due installazioni riguardano i rumori del traffico automobilistico e i suoni dei mercati storici. Tra le città che hanno visto e che vedranno riprodotti le creazioni di Librio ci sono Venezia e New York.