Il solito Rosario Crocetta e il grande pasticcio dell’ex Tabella H

COME ABBIAMO ANTICIPATO IERI, IL PRESIDENTE DELLA REGIONE NE HA COMBINATA UN’ALTRA DELLE SUE. RIUSCENDO A VIOLARE, IN UN COLPO SOLO, UNA LEGGE REGIONALE E L’AVVISO GENERALE MESSO A PUNTO DALLA SEGRETERIA GENERALE DELLA STESSA PRESIDENZA DELLA REGIONE. IL GOVERNATORE AVRA’ IL CORAGGIO DI DIRE: “RAGAZZI, HO SBAGLIATO?”, O DOVRANNO ESSERE IN GIUDICI DEL TAR A RISTABILIRE LA LEGALITA’?

Il Governo regionale di Rosario Crocetta combina un grosso pasticcio sul bando che mette in palio i fondi della ex Tabella H per l’anno 2013, e costringe il Banco Alimentare e il Centro Padre Nostro di Don Puglisi ad impugnare la delibera di Giunta n. 394/2013 per violazione della legge e dell’Avviso Generale.

Vediamo i fatti. Lo scorso anno Crocetta annunciava urbi et orbi che non ci sarebbe stata più la ex Tabella H che distribuiva fondi pubblici ad un coacervo di enti, alcuni meritori, altri un po’ meno. E per questo ha fortemente voluto una legge che prevedesse la pubblicazione di un bando con cui selezionare le proposte progettuali migliori nei diversi settori, prevedendo comunque che la priorità all’accesso ai finanziamenti fosse riconosciuta all’area del disagio sociale. Sulla base di questa volontà politica l’Ars ha approvato le Legge regionale n. 16/2013.

Gli enti interessati all’accesso ai contributi a fondo perduto, dunque, secondo le determinazioni della legge e del successivo Avviso di selezione, hanno presentato le proprie proposte progettuali che sono state valutate da apposite commissioni, previste sia dalla legge regionale, sia dall’Avviso pubblicato dalla Segreteria generale della presidenza della Regione.

Queste commissioni, tra ottobre e dicembre, hanno fatto il proprio lavoro ed hanno redatto le graduatorie delle proposte progettuali assegnando ad ogni soggetto – associazione, ente o fondazione – un punteggio ed un finanziamento.

Nell’area tematica del disagio sociale che fa riferimento al Dipartimento regionale della Famiglia – che secondo l’Avviso generale avrebbe dovuto avere le priorità assoluta per l’accesso ai contributi a fondo perduto – si è piazzata per prima la “Fondazione Banco Alimentare Onlus” che, grazie alla rete di 1.000 strutture caritative convenzionate che sostengono 360 mila poveri in Sicilia (tra le tante a Palermo vi è anche la “Missione Speranza e Carità” di Biagio Conte), ha ottenuto un punteggio pari a 96/100 ed un finanziamento di 500 mila euro.
Al secondo posto si è classificato il Centro Padre Nostro di Brancaccio, con 86/100 ed un finanziamento di 650 mila euro. Poi, a seguire, l’associazione antipedofilia “Meter” di Don Fortunato di Noto, l’associazione O.N.M.I.C., il Telefono Azzurro ed altre ancora. La commissione ha riconosciuto finanziamenti anche alle associazioni Ente Nazionale Sordi (6° posto, 74/100, ed € 601.523,00), l’Unione Italiana Ciechi (9° posto, 71/100, ed € 1.153.209,00) e l’ANMIC (11° posto, 70/100, € 51.134,00).

La commissione di valutazione del disagio sociale, quindi, ha trasmesso i risultati alla Giunta regionale che avrebbe dovuto limitarsi, ai sensi della legge e del bando, alla presa d’atto di quanto stabilito dalla commissione, salvo operare dei tagli in misura proporzionale tra tutte le proposte che avessero ottenuto almeno 70 punti, nel caso in cui le somme disponibili non fossero state in grado di finanziarle tutte per intero.

A questo punto la legge e l’Avviso Generale prevedevano che si dovesse procedere ad una decurtazione proporzionale in modo da distribuire i sacrifici tra tutti gli enti che avessero superato i 70 punti, e che svolgono attività parimenti meritevoli. Ma con un colpo di scena, la Giunta, all’ultimo momento, con la delibera n. 394/2013, ha stabilito che solo tre delle undici associazioni che hanno superato la soglia dei 70 punti, e che operano nel disagio sensoriale e motorio, potessero dividersi soltanto tra di loro ben il 71% per cento di tutte le risorse previste, lasciando alle altre 8 associazioni utilmente collocate in graduatoria (molte delle quali avevano ottenuto punteggi assai superiori alle tre beneficiate dalla Giunta) soltanto il restante 29%!

Per effetto di questa clamorosa decisione, probabilmente senza precedenti in un Avviso di selezione di questa importanza, il Banco Alimentare, giunto primo in graduatoria, si è visto decurtare il finanziamento di ben 250 mila euro (ben il 50%!) a beneficio di enti che avevano ottenuto punteggi assai inferiori. Una cifra, quella che è residuata dopo la mannaia crocettiana, eccessivamente bassa per garantire la copertura finanziaria di un servizio peraltro già erogato alle 360 mila persone assistite dalla rete del Banco. Un discorso analogo vale per il Centro Padre nostro di Brancaccio.

Per queste ragioni, messe di fronte alla prospettiva di non poter assistere le persone che a loro si rivolgono quotidianamente – come abbiamo scritto ieri nel nostro giornale – i due enti hanno presentato ricorso al Tar Sicilia (Tribunale amministrativo regionale) contro la delibera 394/2013.

Difficile dire cosa farà adesso il Governo regionale. La violazione della legge appare evidente, probabilmente frutto di una improvvida mossa politica dell’ultimo momento. A tradire la “fretta” e l’ “improvvisazione” della Giunta è l’errore marchiano che si trova sulla delibera, dove, proprio nella parte in cui la Giunta è intervenuta per correggere l’assegnazione delle somme disposta dalla commissione, la parola “disagio” è scritta con due g (disaggio)!

La ragione ed il rispetto del principio di legalità, in queste situazioni, imporrebbero che, per evitare strascichi giudiziari dall’esito scontato, la Giunta corregga in autotutela le parti della delibera che contrastano con la legge e con l’Avviso generale, ridistribuendo le risorse in maniera più equa tra tutte le associazioni che operano nel disagio sociale.

Ma sarà questa l’intenzione di Crocetta? Può un Governo regionale che fino ad oggi ha manifestato a piene mani solo promesse e presunzione, ammettere di avere sbagliato?

Peraltro, è ancora aperto il fronte sull’erogazione dei contributi per il 2014. Crocetta, dopo l’impugnativa del Commissario dello Stato, sarà costretto a fare delle scelte. È ovvio che l’attuale situazione economica imporrebbe decisioni molto forti.
In effetti, il presidente della Regione aveva dimostrato sensibilità sul tema dell’assistenza ai poveri, visto che una delle norme impugnate dal Commissario dello Stato per assenza di copertura finanziaria prevedeva lo stanziamento di un milione di euro per le attività del Banco Alimentare. Ma dopo l’impugnativa tutto è stato rimesso in discussione. E se Crocetta vorrà mantenere la coesione sociale, sarà probabilmente costretto a rinunciare a qualche suo cavallo di battaglia inserito in Finanziaria (vedi soldi per coppie di fatto).

Il Presidente Crocetta, dunque, per evitare di far esplodere la polveriera dei 360 mila poveri dovrà risolvere non solo il problema per l’anno 2013 (ed il ricorso al ritiro del provvedimento in autotutela sembra una via obbligata), ma dovrà fare anche una seria programmazione per il 2014.

Dalla responsabilità delle sue scelte non dipenderà solo il futuro del suo Governo, ma gran parte del destino delle persone meno fortunate che vivono in Sicilia.

 

 


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