Il sindaco di Lentini diffida i deputati del nuovo gruppo Ars «Ora Sicilia? Nome di mia proprietà, lo ritirino o denuncio»

Una diffida indirizzata ai deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana Luigi Genovese, Daniela Ternullo e Luisa Lantieri per chiedere di non utilizzare il nome del movimento Ora. A firmarla sono i legali del sindaco di Lentini Saverio Bosco, che hanno ricevuto il mandato dal primo cittadino dopo che si è accorto che il nome del suo movimento, era stato dato anche al gruppo dei moderati all’Ars costituito proprio dai tre onorevoli

«L’ho appreso dalla stampa – spiega Bosco a MeridioNews – ovviamente non ha nulla a che fare con il movimento Ora nato a Lentini nel 2015 e ne prendiamo le distanze», chiarisce subito. Secondo quanto si apprende, il logo e il nome del movimento del primo cittadino siracusano sono stati registrati regolarmente presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi, un anno prima dell’elezione di Bosco e «quindi sono di mia proprietà e dei componenti». Da qui la scelta di mandare una diffida ufficiale a Genovese, Ternullo e Lantieri, in cui viene chiesto esplicitamente di «cessare l’indebito utilizzo della denominazione Ora» e di rettificare, entro tre giorni, quanto è stato già comunicato alle testate giornalistiche che hanno diffuso la notizia sulla nascita del nuovo gruppo parlamentare. Al momento pare non sia arrivata nessuna replica da parte dei tre diretti interessati, che si sono messi insieme per sostenere il governatore Nello Musumeci, consolidando così la sua maggioranza che da 36, adesso può contare su 37 parlamentari su 70. La nuova arrivata è Lantieri, che prima di questo cambio di rotta sedeva tra i banchi del Pd.

Il nome del nuovo gruppo parlamentare è stato depositato nel pomeriggio del 20 giugno scorso all’Ars, ma per essere ufficializzato si aspetta la prossima seduta di Sala d’Ercole, fissata per il 25 giugno. Quello che è certo è che se il nome dovesse essere mantenuto, il sindaco di Lentini è già pronto a incaricare gli avvocati per procedere con la denuncia. «Il nostro marchio è tutelato in quanto depositato, quindi nessuno può utilizzarlo senza la mia autorizzazione. Se i tre parlamentari non vorranno rinunciare al nostro simbolo – scherza Bosco – vorrà dire che mi riconosceranno come loro capo politico, e nominerò io l’assessore in giunta Musumeci, perché non credo che questo progetto abbia altre mire oltre a questa».

Danilo Daquino

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