Il ‘siluro’ di Giuseppe Arnone a Lumia, Crocetta, Cicero e Fiumefreddo

IL LEADER STORICO DEGLI AMBIENTALISTI SICILIANI, DIRIGENTE DEL PD SICILIANO, HA PRESENTATO UNA DENUNCIA CIRCOSTANZIATA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PALERMO. INVIANDO AGLI ORGANI DI STAMPA IL SEGUENTE DOCUMENTO

“Io sottoscritto, Giuseppe Arnone, denunzio formalmente il Presidente dell’Irsap, Alfonso Cicero, il senatore Giuseppe Lumia, il Presidente della Regione Rosario Crocetta, per il reato di abuso d’ufficio e per gli altri reati che si riterrà di individuare, segnalando anche l’ipotesi di possibile corruzione a carico del Cicero in relazione agli incarichi professionali attribuiti all’avvocato Antonio Fiumefreddo”.

Si apre così il documento che Giuseppe Arnone, natali ad Agrigento, figura storia degli ambientalisti siciliani ed esponente del PD 8è presidente del Comitato Pio La Torre per Renzi segretario), ha inviato agli organi di informazione. Arnone si rivolge alla “Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo” e, in particolare, “al procuratore f.f. Leonardo Agueci”, che è il magistrato di punta nelle indagini che riguardano la pubblica amministrazione.

“La presente denunzia – scrive Arnone, che nella vita fa l’avvocato – riguarda per il momento principalmente la vicenda degli incarichi professionali di natura legale, attribuiti dal Cicero, nella qualità di Presidente dell’Irsap, con criteri quantomeno arbitrari e di favoritismo che pacificamente integrano il reato di abuso d’ufficio”.

L’Irsap, per la cronaca, è l’Istituto regionale siciliano per le attività produttive che vede a capo Alfonso Cicero. 

“Ma tale vicenda, pacificamente delittuosa – scrive sempre Arnone – si inserisce in un più ampio disegno illegale e clientelare, di affarismo e di saccheggio delle ‘casse’ della Regione, che ha il suo evidente epicentro in via Emerico Amari, sede della segreteria del senatore Lumia, colui che ha il pieno controllo dell’operato del Cicero, ne ha garantito la nomina, ne garantisce le prebende, e ne orienta pienamente le decisioni”.

Quando Arnone parla di “via Emerico Amari”, si riferisce ovviamente a Palermo.

“Ed è certamente paradossale che oggi, a chi invochi il rispetto delle regole e delle leggi – prosegue Arnone – il senatore Lumia risponda, da superPinocchio, individuando ‘tratti di mafiosità e corruzione’ nei compagni di partito che contrastano la macchina di degrado e di illegalità di cui proprio egli è divenuto il capo indiscusso, manovrando seppure parzialmente nell’ombra”.

Il riferimento, in questo caso, è alle recenti dichiarazioni di Lumia contro alcuni esponenti del PD siciliano.

“Poiché lo scrivente, nonché denunziante – scrive sempre Arnone – ha sostenuto ampiamente il senatore Lumia in epoca precedente al Governo Crocetta, quando l’area politica – che aveva tra i riferimenti più visibili il Lumia, l’on. Cracolici ed anche lo scrivente – era (quantomeno apparentemente, per quanto riguarda il Lumia) impegnata in una politica per la legalità e per il cambiamento, il sottoscritto è in grado di fornire, dall’interno, testimonianze e ricostruzioni oculari sulla macchina clientelare e di illegalità che fa perno, in primo luogo, sul Cicero e su Lumia”.

Insomma, Arnone sta dicendo: badate che io Lumia lo conosco bene, perché sono suo compagno di Partito e sono stato a lui vicino nello stesso Partito Democratico.

“Immediatamente codesta DDA – si legge sempre nel documento – può richiedere alla Procura di Agrigento le intercettazioni sui telefoni del sottoscritto, effettuate nell’estate del 2012, che comprovano l’intensa costanza di rapporti politici tra lo scrivente ed il Lumia, nonché il Crocetta”.

Per provare i miei rapporti con Lumia e Crocetta – dice sostanzialmente Arnone – la magistratura inquirente può richiedere e verificare le intercettazioni telefoniche.

“Col presente esposto – scrive sempre Arnone – lo scrivente intende porre formalmente all’Autorità Giudiziaria palermitana – della quale apprezza la volontà di scoperchiare santuari ai quali sinora è stata garantita con frequenza una sostanziale impunità (clamorosa la decisione all’epoca del Procuratore Messineo di non perquisire gli uffici del vice-presidente dell’Ars Crisafulli indagato per mafia!) – innanzi a pacifiche notizie criminis che riguardano appunto l’operato del gruppo di potere che ha al vertice il senatore Lumia e che vede impegnati, appunto, all’unisono, in primo luogo il Presidente Crocetta e il suddetto geometra Alfonso Cicero, che costituisce un braccio… di tale sistema illecito, nonché un uomo di collegamento con gli ambienti di Confindustria Sicilia”.

“La migliore carta di credito, relativa alla credibilità ed al costante impegno antimafioso e contro il sistema di illegalità e corruzione in Sicilia, che concerne lo scrivente – si legge sempre nel documento – sta già agli atti di codesta Procura di Palermo, nell’ambito del procedimento penale per concorso esterno in mafia n. 19846/2011, a carico dell’ex Sindaco di Agrigento, Sodano Calogero, che vede lo scrivente parte offesa in ordine al rapporto tra Cosa Nostra di Agrigento ed il Sodano. Tale procedimento per mafia, attraverso anche le dettagliate dichiarazioni di pentiti, in primis Maurizio Di Gati, nonché Giuseppe Sardino, comprovano il costante impegno dello scrivente in contrasto con i capi e con gli interessi di Cosa Nostra di Agrigento, a partire dal 1991 e sino ai giorni nostri. Per cui, non può nutrirsi dubbio in ordine alla serietà dei fatti che qui si espongono e della credibilità e dell’autorevolezza dello scrivente denunziante”.

Ragazzi, dice Arnone, io la mafia l’ho combattuta per davvero, senza tentennamenti. E se dico alcune cose posso essere considerato credibile.

“E sempre in ordine all’impegno espresso in passato anche unitariamente a Lumia – ricorda ancora Arnone – lo scrivente fa presente di avere pubblicato, nell’anno 2011, in collaborazione con il Lumia, il volume ‘Romanzo Criminale – i verbali di Maurizio Di Gati, capo pentito di Cosa Nostra Agrigentina’. Tornando al merito della denunzia ed ai pregressi rapporti con il Lumia e con il Cicero, va anche evidenziato – e ciò emerge nel documento riservato di sei pagine che non si offre alla stampa, ma che si invia unitamente alla presente a codesta Procura di Palermo – che il senatore Lumia, grazie alla sua presenza in Commissione Antimafia (di cui è stato pure presidente e capogruppo), nonché al suo attuale ruolo di capogruppo del PD in Commissione Giustizia, ha costruito logiche e relazioni con ambienti giudiziari siciliani in palese contrasto con i doveri di controllo in ordine al corretto funzionamento della Autorità Giudiziaria, ed in primo luogo delle Procure della Repubblica, che fanno parte delle competenze e dei doveri istituzionali appunto dei rappresentanti del popolo in Parlamento”.

“Il Lumia – osserva sempre Arnone – facendo sostanzialmente mercato dei compiti di controllo parlamentare che dovrebbe esercitare nei confronti degli appartenenti alla Istituzione Giudiziaria, ed in primo luogo agli organi requirenti (i PP. MM.), mira a mantenere rapporti tali da garantire a sé stesso e agli appartenenti alla sua cordata di potere relazioni e legami – quantomeno torbidi e non coerenti con l’efficace e puntuale principio della obbligatorietà dell’azione penale – con settori dell’Autorità Giudiziaria. Sul punto lo scrivente è in grado di circostanziare e riferire, anche in ordine al rifiuto del Lumia, di porre in essere le attività parlamentari per cui è retribuito!”.

“In tale quadro, ed alla luce di ciò che si dirà – scrive sempre Arnone – appare estremamente opportuno andare a riprendere e a riscontrare ad esempio le dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, colluso con Cosa Nostra, ma per lustri impegnato con rilevanti cariche politiche ed istituzionali, che innanzi alla magistratura ha disegnato – vanamente – anche un quadro di azioni del senatore Lumia che appaiono oggi perfettamente coerenti con quanto è emerso in questi mesi”.

“Lo scrivente – si legge sempre nel documento – per le ragioni che adesso si illustrano, chiede che vengano sequestrati i tabulati telefonici della segreteria politica del senatore Lumia e i tabulati telefonici delle utenze cellulari in uso al medesimo, nonché i tabulati di telefoni e telefonini in uso al Cicero, per riscontrare il costante e continuo rapporto di controllo del primo sul secondo, nonché spunti utili ad inquadrare gli illeciti rapporti clientelari, di favoritismo, di commissione di reati di abuso di ufficio a beneficio dei legali di cui adesso si dirà”.

“Andiamo nel merito degli atti di favoritismo e di abuso posti in essere dal Cicero quale presidente dell’Irsap – scrive sempre Arnone -. Sono atti che riguardano il conferimento di incarichi legali al di fuori di criteri di imparzialità, trasparenza, economicità e buona amministrazione. Da un lato il Cicero ha richiesto, attraverso bandi e pubblicazioni, agli avvocati siciliani interessati e disponibili, di inviare all’Irsap istanza per l’affidamento di incarichi legali mediante partecipazione alla formazione dell’Albo degli Avvocati dell’Irsap dal quale attingere con modalità imparziali e trasparenti”.

“Ottenuta la ampia partecipazione dei legali siciliani – prosegue Arnone – ha poi ritenuto di… attribuendo incarichi professionali forensi per somme anche molto ingenti ad un numero ristretto di professionisti, talvolta dall’esperienza professionale precaria, e dei legami e dalle appartenenze evidenti per giustificare il favoritismo, ognuno dei quali ha collezionato frequentemente un numero di incarichi prossimi alla decina o alla dozzina”.

“Tali legali – prosegue il documento – sono riconducibili a centri di interesse collegati a Confindustria Siciliana o a cordate riconducibili ad interessi ed appartenenze politiche del Lumia e del Crocetta. Clamoroso in tale quadro è il caso dell’avv. Alfredo Galasso, che da un lato è impegnato quale professionista a ‘tutelare’ Confindustria Siciliana in cause civili – dal tenore pacificamente intimidatorio e aggressivo per la libertà di informazione – contro quei pochi organi di stampa che si permettono coraggiosamente di criticare l’evidente circuito di potere di cui fanno parte Confindustria Sicilia attuale, nonché lo stesso Alfonso Cicero, notoriamente vicino agli uomini di Confindustria, il senatore Giuseppe Lumia, il presidente Saro Crocetta (dirompente sotto questo profilo del condizionamento da parte di Confindustria nel rapporto Crocetta-Lumia, la vicenda dell’ex assessore Nicolò Marino) e dall’altro è beneficiato con fior di incarichi di notevole importo conferiti in poche settimane dal Cicero. Nel quadro di violazione degli obblighi informativi in ordine agli incarichi conferiti ed al loro importo, si può, ad esempio, citare che il Galasso ha ricevuto certamente due tra gli incarichi meglio retribuiti, con parcelle nell’ordine di ben 24.000,00 e 13.000,00 euro, per limitarci all’ex ASI di Caltanissetta, nonché altri incarichi ancora, di cui non si ha notizia dell’importo”.

“Altamente ed incomprensibilmente (oppure è fin troppo comprensibile …) – scrive sempre Arnone – beneficiati sono pure, con incarichi nell’ordine di ben oltre una ventina complessivamente, gli avvocati Petitto e Piazza, incarichi anche per importi dell’ordine di alcune decine di migliaia di euro ciascuno. In particolare, l’avvocatessa Petitto è il caso più rilevante dal punto di vista penale sul quale si chiede concentrarsi prioritariamente l’attività di indagine. Costei ha ottenuto incarichi professionali, in numero di circa 20, in poche settimane, per un importo complessivo di ben oltre 100.000,00 euro. La ragione di cotanto successo va individuata solo e soltanto nella circostanza di essere costei un esponente politico di primo piano della corrente Lumia nel Partito Democratico di Caltanissetta. Di soli 37 anni, nota, appunto, più che per successi forensi, per gli impegni politici… Evidente la connotazione clientelare e di favoritismo partitico e correntizio di tali incarichi: una ventina per somme ben superiori ai 100.000,00 euro di importo! Da appurare la ragione per cui l’avv. Piazza, di ben altro livello per esperienza e curriculum, accetta il conferimento di incarichi assieme alla Petitto”.

“Per trovare ulteriore conferma di come non sia la professionalità l’elemento rilevante nel conferimento di tali incarichi… – osserva ancora Arnone – può indicarsi il caso di tale avvocato agrigentino Daniela Cannarozzo, da anni vice Procuratore onorario presso la Procura di Agrigento (e quindi esperta in penale con divieto all’attività professionale civilistica in Agrigento), che viene a beneficiare sorprendentemente di numerosi incarichi civili, dell’importo di svariate migliaia di euro (alcuni di circa 5.000,00 euro ciascuno), incarichi da espletarsi incredibilmente anche presso l’Autorità Giudiziaria ove la Cannarozzo funge da PM ( e ciò, appunto, in una posizione di evidente incompatibilità)”.

“Incarichi, quelli della Cannarozzo – insiste Arnone – riconducibili, con evidenza, al rapporto professionale (studio assieme a Ravanusa) che la medesima ha con un attuale parlamentare del Partito Democratico di provenienza socialista. Tra gli i super beneficiati da Cicero con incarichi professionali meritevoli di verifica da parte dell’Autorità Giudiziaria va notata la situazione di tale avvocato Pignatone, che riesce a totalizzare, in questa assai parziale verifica, ben dodici incarichi professionali, dei quali molti con importi pari a 15.000,00 euro ciascuno, per un importo complessivo superiore ai 100.000,00 euro. La posizione di campione nella classifica Irsap del Pignatone viene insidiata da tale avv. Marinelli, che ottiene, in una botta sola, pure – oltre, appunto, ad una decina di incarichi – un incarico di circa 30.000,00 euro. Pluribeneficiati sono, altresì, gli avvocati Panepinto, Comandè, Trigona e Ciulla e Scuderi, quest’ultimo pure agevolmente collocabile ictu oculi per impegno e storia politica”.

“Trattasi di un’enorme torta gestita dal Cicero – scrive sempre Arnone – con evidenti e clamorose modalità affaristico-clientelari intrise di favoritismo ed abuso: i dati sopra riportati, che già impongono l’immediata inchiesta penale, riguardano solo una parte minimale del giro di affari con incarichi legali, attivato dal Cicero in pochi mesi. La fonte della presente denunzia è la pubblicazione, da parte del giornale online LinkSicilia.it, dei dati relativi alle sole provincie di Caltanissetta ed Agrigento, due su nove. Nonché la pubblicazione, da parte del giornale online LiveSicilia.it, di un’altra serie di incarichi, conferiti sempre dal Cicero, con epicentro Palermo, molti dei quali privi del nome del legale beneficiato e dell’importo”.

“Appare evidente che, a seguito della presente denunzia – scrive sempre Arnone – codesta Autorità Giudiziaria, ai fini della facile prove del reato di abuso d’ufficio, debba acquisire i provvedimenti relativi a tali incarichi, confrontarli con gli elenchi degli avvocati siciliani che hanno formalmente richiesto di essere inseriti nell’Albo bandito dall’Irsap, e quindi comprendere perché centinaia di avvocati sono stati discriminati ed un avvocato incompatibile come la Cannarozzo – con studio assieme ad un parlamentare – sia divenuta fortunata prescelta, seppure in misura minore rispetto alla mitica dirigente del Partito Democratico di Caltanissetta avvocatessa Annalisa Petitto”.

“Merita anche approfondimento in sede penale – prosegue Arnone – l’assai torbido rapporto, pure documentato da incarichi professionali e da finanziamenti di iniziative convegnistiche riconducibili a tale legale, intercorrente tra il Cicero, quali presidente dell’Irsap, l’avv. Antonio Fiumefreddo, l’on. Marco Forzese, il presidente Crocetta, il sen. Lumia. Da una lettura delle vicende politiche, che riguardano il Cicero e la sua nomina all’Irsap, emergono questi fatti oggettivi che si approfondiranno e commenteranno nella seconda puntata della presente denunzia:

– il Presidente di Commissione Assembleare, Marco Forzese, assume una decisione, quale presidente (quella di astenersi) che costituisce un… favoritismo politico a beneficio degli interessi di Cicero e del Consiglio di Amministrazione dell’Irsap, e quindi di Crocetta e degli altri sponsor di Cicero. Senza la decisione di Forzese, le nomine dell’Irsap sarebbero state bloccate;

– noti e pacifici, pubblici ed evidenti sono i rapporti tra Forzese e l’avv. Fiumefreddo, addirittura designato assessore nella Giunta Crocetta grazie al primo (secondo quanto riportano i giornali). A fronte della scelta di Forzese di favorire Cicero, questi finanzia convegni ad organizzazioni riconducibili a Fiumefreddo, per l’importo di decine di migliaia di euro. E quindi conferisce incarichi dall’importo rilevantissimo all’avv. Fiumefreddo, incarichi di cui non si comunica addirittura l’importo”.

A questo punto Arnone descrive i rapporti un po’ altalenanti tra Fiumefreddo, Cicero, Crocetta e Lumia. Prima ci sono baruffe varie e poi scoppia la pace: una pace “che vede inspiegabilmente Fiumefreddo essere nominato assessore di Crocetta (poi scoppia lo scandalo e viene revocato), nonché ottenere incarichi professionali dall’importo notevole da parte dell’Irsap di Cicero”.

“Qui si chiude la prima parte – conclude Arnone – lo scrivente chiede di essere escusso da codesta Procura di Palermo, ed invia, unitamente al presente esposto, la nota riservata inviata, a suo tempo, a Cicero ed a Lumia, in data 04.05.2014”.

 

 

 


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