E ritorna il cavaliere, affetti da crisi di astinenza, ne sentivamo proprio il messianico bisogno. Papi Silvio aveva lasciato un vuoto. Ci mancavano le sue barzellette, ci mancavano Ruby, la Minetti, Emilio Fede, Lele Mora, Apicella, la Santanchè e tutta la sua corte dei miracoli. Ci mancava il bacio alle mani grondanti di sangue di Gheddafi e sembra che, una volta rieletto Presidente del Consiglio, si rifarà andando a baciare quelle del dittatore siriano Assad.
Affetti da crisi di astinenza, ci mancavano i suoi continui appelli al popolo sovrano e i suoi ammiccanti proclami della serie non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani, non essendosi accorto tra un bunga-bunga e un altro che gli italiani non avevano più tasche perché ridotti in mutande dal suo governo.
E mancato tanto a caricaturisti e vignettisti e soprattutto al buon Travaglio, rimasti, in sua assenza, tutti senza lavoro. Il suo ritorno, anche per questo, si può dire, essere un serio contributo allincremento delloccupazione.
Ed infine un ultima riflessione Il nostro Paese ha avuto per un ventennio ciascuno due uomini della provvidenza come Presidenti del Consiglio. Guarda caso, tutti e due Cavalieri. Il Cavaliere Benito Mussolini e il Cavaliere Silvio Berlusconi, i quali proprio per quanto hanno fatto per il nostro Paese si possono fregiare a buon diritto del titolo di Cavalieri dellApocalisse.
Il primo, il Cavaliere Mussolini, dopo ventanni di spietata dittatura, ha precipitato, come purtroppo ben sappiamo, il nostro Paese tra lacrime e sangue nel baratro della guerra, della miseria e della distruzione totale. Il secondo, il Cavaliere Berlusconi, dopo quasi venti anni di dittatura mediatica e dopo averci resi ridicoli al mondo intero, sembra ancora non abbia completato lopera (perché, a suo dire, non può buttare al vento 18 anni del suo impegno politico) di distruzione totale fatta dal suo illustre predecessore e pare, riproponendo la sua autorevole” candidatura alla Presidenza del Consiglio,voglia e farà di tutto per eguagliare e superare il suo altrettanto autorevole maestro.
Perché ciò non avvenga cè da augurarsi che la sua carriera di Presidente del Consiglio si concluda come quella del suo predecessore arrestato e portato via da una ambulanza da Villa Savoia il 25 luglio del 1943, dopo un colloquio con re Vittorio Emanuele III che lo dimissionava dallincarico di primo ministro.
Forse anche in questo caso un ambulanza potrebbe risolvere il problema esistenziale di Silvio Berlusconi e degli italiani, Un ambulanza che, raccogliendo linvito, di qualche tempo addietro, fatto da Veronica Lario quando affermava che suo marito Silvio (e chi di lei poteva conoscerlo meglio) era gravemente ammalato e andava curato, lo conduca, con buona pace degli italiani e della stabilità dei mercati internazionali, anziché a Palazzo Chigi direttamente ad una tranquilla casa di riposo per anziani.
Forse, con queste premesse e similitudini, se Plutarco fosse vissuto ai nostri giorni, dedicata a questi uomini delle provvidenza, avrebbe senzaltro scritto una nuova edizione riveduta e corretta delle sue Vite Parallele…
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