Il racconto delle Crociate tra Oriente e Occidente A Palermo le installazioni e i video di Wael Shawky

Un affascinante racconto dei tempi delle Crociate, in ambientazioni mediorientali, stranianti, lontane eppure contemporanee. È uno degli eventi di punta di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo la doppia installazione dell’artista egiziano Wael Shawky nella chiesa dei SS. Euno e Giuliano e a palazzo Branciforte, entrambe visitabili fino al 12 marzo. La doppia mostra è inoltre il primo appuntamento di Punte brillanti di lance, progetto a cura di Beatrice Merz e Laura Barreca, nato dalla sinergia tra la torinese Fondazione Merz, la Fondazione Sicilia e il Comune di Palermo.

Ispirandosi alla tradizione orale e a fonti medievali islamiche, Shawky nei suoi cortometraggi racconta la storia delle Crociate da un punto di vista non occidentale, dando vita a opere a cavallo tra documentari e film d’animazione, in cui storia e mito si fondono e vengono rielaborati dall’originale linguaggio dell’artista. «Wael Shawky – spiegano le curatrici Beatrice Merz e Laura Barreca – offre un punto di vista narrativo non occidentale, e per analogia, fornisce una visione trasversale sulla complessa situazione geo-politica contemporanea da cui dipendono gli equilibri non solo del Mediterraneo, ma dell’Europa e del mondo intero».

Al Araba Al Madfuna III è il video proiettato nella cripta della seicentesca chiesa dei SS. Euno e Giuliano alla Kalsa, che dopo anni di chiusura è stata riaperta al pubblico proprio in occasione della mostra. Nell’ambiente ipogeo dalle decorazioni barocche, una distesa di sabbia conduce verso il racconto filmico di Shawky, ambientato in un villaggio dell’Egitto del Nord e interpretato da bambini travestiti e doppiati da adulti che parlano in Arabo antico.

In Cabaret Crusades: The Path to Cairo la storia è interpretata da marionette, realizzate a mano in vetro e ceramica con costumi fatti su misura in pizzo, cotone, velluto e seta. Il film è proiettato tra le scaffalature lignee del Monte di Pietà di palazzo Branciforte, dove sono custoditi i Pupi della famiglia Cuticchio: è qui che avviene l’incontro suggestivo e magnetico tra Oriente e Occidente, tra due artisti di diversa provenienza geografica che raccontano con il lessico proprio delle rispettive tradizioni culturali una parte di storia che ha visto in conflitto i loro popoli. Due mondi apparentemente differenti, ma che in realtà hanno in comune lo stesso cuore pulsante, quello del Mediterraneo. E paladini e saraceni, almeno una volta, non si fanno la guerra, ma dialogano in nome dell’arte, del confronto e della pace.


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