«Le polemiche sul trasferimento temporaneo del Seppellimento di Santa Lucia al Mart di Rovereto? Veramente inutili». Raggiunto telefonicamente da MeridioNews Vittorio Sgarbi prova a stroncare i dubbi e le opposizioni sollevate in questi giorni da più parti sulla possibilità che la celebre opera di Caravaggio venga spostata dalla chiesa della Badia a Ortigia al museo trentino. «Tutti gli enti chiamati a esprimersi hanno dato parere favorevole – continua il critico d’arte -. Parliamo di un’operazione che ha come obiettivo la valorizzazione dell’opera con ricadute positive per la città di Siracusa e per il turismo siciliano a partire dal 2021».
Il trasferimento temporaneo del dipinto è previsto in autunno, per un periodo di circa due mesi e mezzo. In cambio Sgarbi e la Provincia di Trento si farebbero promotori della realizzazione della teca che permetterebbe un adeguato stato di conservazione dell’opera, già eccessivamente rovinata dall’umidità. Questi interventi sul dipinto erano già stati voluti da Sgarbi nel 2018, all’epoca assessore regionale ai Beni culturali. «Negli anni il dipinto ha ricevuto due restauri, l’ultima volta è stato fermo a Roma per quindici anni – continua il critico -. Da presidente del Mart insieme alla Provincia di Trento possiamo rilanciare l’opera come auspicato già più di un anno fa: ho chiesto e ottenuto la disponibilità del Fec (Fondo edifici di culto del ministero dell’Interno), proprietario dell’opera, e della Provincia di Trento. Sono arrivati anche i pareri postivi della Soprintendenza, della Regione Siciliana e della curia. Anche se non da assessore, il mio aiuto alla Sicilia continua».
L’obiettivo finale è quello di riportare l’opera a Santa Lucia al Sepolcro, chiesa che ospitò la prima opera del Caravaggio in Sicilia, voluta dal senato cittadino nel 1608. I costi stimati per i lavori sarebbero di 350mila euro, finanziati dalla provincia di Trento, mentre il Mart esporrà il dipinto per un breve periodo.
Non è la prima volta che il Seppellimento di Santa Lucia potrebbe muoversi da Siracusa. Nel 2017, durante il G7 di Taormina, il quadro doveva essere esposto a Palazzo Corvaja, ma in quella occasione fu lo stesso Sgarbi ad opporsi. «In questo caso l’intento è diverso: si tratta della manutenzione e dell’aggiunta della teca che permetterebbe al dipinto di viaggiare in sicurezza – aggiunge – Due operazioni di assoluta importanza. Sarà l’Istituto superiore di restauro a dettare le modalità».
Il Seppellimento di Santa Lucia, quadro simbolo di devozione, dove il Caravaggio fa emergere tutte le drammaticità del martirio subito dalla santa siracusana, non rientra nella lista delle 23 opere che una delibera regionale dell’aprile del 2013 vieta di trasferire in altri luoghi, se non a fronte di un ritorno economico o di immagine. E se per Sgarbi tutti i pareri degli enti sono favorevoli, a pensarla diversamente è lo storico dell’arte Paolo Giansiracusa. «Le Province non possono deliberare per altri enti, per altro l’opera non è musealizzata, quindi non c’entra nemmeno la Regione Siciliana». Giansiracusa si sofferma sulla cifra dei costi pronunciata da Sgarbi. «Il restauro in realtà è a costo zero, perché lo Stato non si fa pagare: né che se ne occupi l’Istituto centrale di Roma né che se ne occupi la Regione. La teca costa sui 40mila euro – risponde Giansiracusa – Non si capisce cosa voglia fare Sgarbi con i 350 mila euro. L’obiettivo di Sgarbi è semplicemente quello di avere l’opera in prestito: raccoglie pareri che non c’entrano niente per mettere carne al fuoco».
Secondo quanto affermato da Giansiracusa l’opera non potrebbe viaggiare, per dimensioni e per lo stato in cui si trova. «Se in passato ha viaggiato, è stato un errore. Sulla questione ho chiesto l’intervento del ministero per i Beni culturali per fare luce sulla questione, così togliamo tutti i dubbi». La richiesta di Giansiracusa è stata accolta dai deputati del Movimento 5 stelle. Venerdì, infatti, i parlamentari Paolo Ficarra e Filippo Scerra insieme al deputato regionale Stefano Zito hanno interpellato il ministero per chiedere chiarimenti sulla questione. «Non vogliamo farne una questione di campanilismo, ma ci chiediamo se non sarebbe stato meglio trovare le condizioni per far restaurare l’opera in Sicilia – dichiara Zito a MeridioNews -. Il Centro regionale di restauro ci ha dato la disponibilità per un sopralluogo».
La richiesta di trasferimento desta dubbi anche all’assessore del Comune di Siracusa Fabio Granata. Anche lui ex assessore regionale ai Beni culturali, Granata come Sgarbi condivide l’obiettivo di far ritornare il dipinto nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. «Ritengo tuttavia discutibile il fatto che in tutta questa vicenda Sgarbi abbia agito senza sentire il Comune di Siracusa», chiosa Granata.
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