Il preoccupante fenomeno delle notti tropicali in Sicilia Un’anomalia che spinge il clima «sull’orlo del baratro»

In Sicilia mai, in passato, si era avuto un numero così elevato di notti tropicali. Un concetto che di esotico ha oramai solo il nome. Entrato da diversi anni a fare parte degli indicatori per monitorare i cambiamenti climatici del Servizio informativo agrometereologico siciliano (Sias), indica il numero dei giorni con temperatura minima superiore a 20 gradi. Catania, è il caso più eclatante di tutta la Sicilia: superando gli 80 giorni nel 2021 (con un dato parziale fino al 28 settembre), ha oltrepassato il valore massimo registrato da quando l’indice viene monitorato e utilizzato anche dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ovvero dal 2003. Ma anche in altre zone dell’isola, quello ancora in corso, è stato un anno assolutamente inedito per le notti tropicali. La speranza è che sia una fase eccezionale e non un trend deciso ma, dal punto di vista scientifico, non ci sono elementi utili per prevedere andamenti futuri.

Il grafico mostra una tendenza piuttosto evidente con l’inclinazione in continua ascesa della linea nera. Come viene evidenziato dalla linea rossa, invece, anche il 2003, il 2012 e il 2017 avevano fatto registrare picchi importanti ma mai ai livelli del 2021. Ad avere portato a temperature così elevate sarebbe stato un insieme di fattori diversi: da un lato la persistenza di correnti meridionali a cui si aggiunge l’influenza del ciclone nord-africano sul Mediterraneo centrale che ha impedito alle perturbazioni del nord Europa e dell’Atlantico di raggiungere la Sicilia. Isola in cui si è registrata una situazione capovolta rispetto al resto dell’Italia dove l’estate è stata, invece, più fresca rispetto alla media degli ultimi dieci anni, con perturbazioni frequenti anche nei mesi di luglio e agosto. Un fenomeno inverso rispetto agli ultimi anni duranti i quali, invece, in Sicilia l’aumento del riscaldamento era stato più attenuato rispetto alle zone del centro e del nord del Paese. Una variazione dovuta però a fattori casuali: la posizione dell’isola in mezzo al mare e a una latitudine più bassa, ma anche l’elevata frequenza di ventilazioni e correnti dai Balcani

L’anomalia termica delle notti tropicali siciliane di quest’anno hanno fatto perdere all’isola quel piccolo vantaggio climatico conquistato negli ultimi anni. Oltre al Catanese, a essere più colpite sono state la fascia centro-meridionale dell’Agrigentino e del Nisseno, ma anche alcune zone dell’Ennese e delle province di Siracusa e Ragusa. Un fenomeno meno pronunciato sulla fascia tirrenica e meno marcato nel Palermitano dove anche nei mesi centrali dell’estate ci sono stati diversi giorni con le temperature minime inferiori a 20 gradi. Stesse aree – comprese anche quelle della fascia costiera del Trapanese – in cui anche il problema della siccità è meno grave. Al contrario di quanto accade tra Enna, Ragusa e Siracusa. Territori in cui la combinazione tra alte temperature e siccità porta la situazione idrica «sull’orlo del baratro»: i bacini che alimentano alcuni invasi strategici già questa estate hanno mostrato grande sofferenza che si aggraverebbe se anche l’autunno dovesse essere poco piovoso.


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