Il Palermo stecca la prima del nuovo anno La maglia nera va a Rispoli e Trajkovski

Ma Natale, visto che abbiamo superato metà gennaio, non dovrebbe essere passato già da un pezzo? A chi ha visto i rosanero al Barbera contro la Salernitana sarà sorto il dubbio avendo notato un Palermo in vena di regali e capace di offrire agli ospiti su un piatto d’argento l’opportunità di conquistare l’intera posta in palio. E i campani, al primo successo esterno in questo campionato, hanno colto al volo l’occasione. È chiaro che non vanno sottovalutati i meriti di una Salernitana che dopo un avvio di partita in balia dei padroni di casa è riuscita gradualmente a prendere le misure all’avversario – soprattutto dopo il momentaneo pareggio realizzato al 41′ dal trequartista brasiliano André Anderson – ha iniziato a giocare in mezzo al campo con ordine e raziocinio e ha creduto fino all’ultimo alla possibilità di fare lo sgambetto alla capolista ma, analizzando il passo falso interno dei rosa (il primo tra le mura amiche in questo torneo cadetto e il primo al Barbera del Palermo targato Stellone), ridimensionare alcuni strafalcioni con i quali la squadra ha rovinato il compito che stava facendo diventa un esercizio piuttosto complicato.

Da matita blu gli errori commessi nel secondo tempo da Rispoli, che sugli sviluppi di un contropiede alimentato da Puscas (subito dopo un salvataggio di testa sulla linea di porta da parte dell’attaccante rumeno su un colpo di testa di Migliorini) ha preferito tirare piuttosto che servire Falletti praticamente solo davanti al portiere, e da Trajkovski. Ancora più grave l’ingenuità del macedone che, con un dribbling assolutamente evitabile mentre la squadra era proiettata in avanti, ha propiziato la ripartenza da cui è nato il gol del definitivo 2-1 del neo-entrato Casasola, abile a superare Brignoli con un diagonale chirurgico. Gol che, siglato a tempo scaduto, ha tagliato le gambe agli uomini di Stellone. Anche se il calcio è uno sport di squadra e – come recita una frase fatta – si vince e si perde in undici, ci sono circostanze in cui certi errori del singolo pesano di più perché determinano l’esito di una partita e il match di ieri rientra in questa casistica. È giusto che Rispoli e Trajkovski si assumano le proprie responsabilità ed è giusto assegnare a loro la maglia nera nell’ambito di una gara che i rosanero sembravano avere messo in discesa con il gol di Jajalo (conclusione di piatto sinistro sul secondo palo su assist di Haas) al 17’ del primo tempo.

Sembravano, appunto. Perché poi il copione è cambiato e la formazione di Stellone ha dovuto fare i conti con un altro dato di realtà. Ai punti, il Palermo molto probabilmente non avrebbe meritato di perdere ma alla fine è stato giustamente condannato per il modo in cui ha condotto il match. Se sbagli paghi. Se in una porzione di partita in cui c’è di fatto una sola squadra in campo hai l’opportunità di chiudere l’incontro e non lo fai (soprattutto per imprecisione e mancanza di lucidità nell’ultimo passaggio) sai che puoi andare incontro a brutte sorprese. Come, appunto, la doccia gelata arrivata nel finale con il sigillo di Casasola. Giusta punizione per un Palermo che, a prescindere dalle sbavature dei singoli, non ha convinto dal punto di vista dell’organizzazione e della continuità.

Anno nuovo vita nuova? La risposta è affermativa per quanto concerne il verdetto del campo perché nel girone di andata i rosa non hanno quasi mai conosciuto la parola ‘sconfitta’. Il discorso cambia, invece, se l’attenzione viene focalizzata sul comportamento del gruppo nell’arco dei 90 minuti. Non è la prima volta che gli uomini di Stellone faticano a mettere il punto esclamativo su partite ampiamente alla portata. In diversi casi è bastato un solo acuto per mettere una pezza e spostare l’ago della bilancia dalla propria parte. Ma non capita sempre di cavarsela dopo avere sciupato ghiotte occasioni e sbagliato a leggere lo sviluppo di una partita. Sfortuna (Stellone ha dovuto convivere con l’emergenza acuita ad inizio ripresa dal forfait del convalescente Rajkovic costretto ad uscire per un risentimento al polpaccio sinistro), negatività della cabala (legata non solo al primo appuntamento del nuovo anno ma anche alle sfide di venerdì in questo campionato) e condizionamento inconscio dovuto ad interferenze esterne sul fronte societario sono fattori che non vanno ignorati ma che non possono essere inseriti nel novero degli elementi decisivi. Fanno parte solo del contorno, della cornice di un quadro che ieri ha proposto l’immagine di un Palermo convincente solo nel primo segmento del match e involuto nel resto dell’incontro. Che i rosa, davanti ai poco più di 6.600 spettatori del Barbera e sotto lo sguardo dell’ad Facile presente in tribuna, hanno giocato sotto ritmo. Con diversi elementi in ritardo di condizione e senza la necessaria intensità.


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