L'Agenzia spaziale europea vuole il FlyEye in cima al monte Mufara. Diverse sigle però non sono d'accordo. «Negata visione del progetto», spiega a MeridioNews il presidente del Cai Sicilia Francesco Lo Cascio. Oggi la marcia di protesta
Il nuovo telescopio contro gli asteroidi che divide le Madonie «No in zona protetta». Gal Hassin: «È occasione irripetibile»
Una sentinella contro gli asteroidi piazzata in uno dei punti che meglio si presentano, a livello europeo, all’osservazione dei corpi celesti. Il telescopio della rete FlyEye verrà installato a 1865 metri, nella zona di Piano Battaglia in cima al monte Mufara sulle Madonie, catane montuosa in cui è già presente il parco astronomico Gal Hassin di Isnello. Il progetto però non convince tutti e diverse sigle non hanno digerito la scelta del sito. Un clima di dissenso a cui si aggiungono alcune scritte, realizzate nei giorni scorsi con una bomboletta spray rossa, in diversi cartelloni del parco delle Madonie. Gesti condannati sia da Legambiente che dal presidente del Parco Angelo Merlino e dal vertice della fondazione Gal Hassin Angelo Mogavero.
Intanto oggi andrà in scena una marcia di protesta contro «l’ennesimo sfregio alla bellezza madonita», si legge in un annuncio. Attivisti e associazioni si sono dati appuntamento dalle 10 nel piazzale antistante il rifugio Grifone a piano Battaglia. Tra le sigle presenti ci sono Wwf, Legambiente, Rangers d’Italia, Italia Nostra, Club alpino italiano e Lega italiana protezione uccelli. «Noi non siamo contro la ricerca scientifica ma qui parliamo di un progetto che ha un impatto ambientale significativo», spiega a MeridioNews il presidente del Cai Sicilia Francesco Lo Cascio. «L’area interessata è la zona A del parco. Luogo che deve essere assolutamente preservato – continua – Il progetto era partito con l’installazione di un telescopio all’interno di una cupola già presente ma adesso il piano è diverso».
Il progetto FlyEye nasce sotto lo sviluppo dell’Esa, l’agenzia spaziale europea. Nello specifico si tratta di un telescopio automatizzato per condurre rilievi notturni del cielo, con ottica multipla e un campo visivo extra-ampio. Prima installazione di una serie che dovrebbe portare alla creazione di una rete che «esaminerà completamente il cielo e identificherà automaticamente possibili nuovi oggetti vicini alla terra», si legge nel sito web dell’agenzia spaziale. Nei giorni scorsi Mogavero, il presidente della fondazione Gal Hassin, ha pubblicato una lettera che, attraverso quattro punti, cerca di dare alcune risposte alle principali criticità sollevate dai No FlyEye.
«Il progetto – si legge nella missiva intitolata Il trionfo dell’ignoranza – non prevede alcuna strada asfaltata, contrariamente a quanto viene scritto nei comunicati delle associazioni ambientaliste. Semplicemente fumus, non verità». Tra i vari punti anche un elenco di norme e sentenze su come viene disciplinata la ricerca scientifica nelle aree protette dei parchi. Gli ambientalisti sottolineano infatti come l’osservatorio astronomico, con una superfice di 840 metri quadrati, sorgerà in piena zona A del parco delle Madonie. Mogavero evidenzia però che il Consiglio di giustizia amministrativa si è già espresso nell’ottobre 2011 dopo un ricorso di Legambiente contro il nulla osta del parco. «C’è la previsione di costruire un piazzale da 360 metri quadrati – continua il presidente del Cai Sicilia – Con una struttura fuori terra di 13 metri. Abbiamo chiesto le carte del progetto ma non ci sono state fornite nonostante la legge sulla trasparenza. Abbiamo fatto questa richiesta – conclude – anche per valutare delle possibili alternative».
«Si tratta di un’occasione unica e irripetibile anche considerando il territorio che non è particolarmente ricco – spiega Mogavero al nostro giornale – Anche perché quello previsto su monte Mufaro è uno dei quattro telescopi che verranno installati in tutto il mondo. Il progetto è stato presentato il 29 agosto durante un evento. La terrazza prevista? Darà la possibilità agli astrofili di fare attività divulgativa. Così come mi disse Margherita Hack quando venne a Isnello».