Il Muos? Lo ha voluto il Governo italiano e non gli americani

Ieri la redazione di LinkSicilia ha organizzato un Forum sul Muos di Niscemi. Quattro gli ospiti presenti: Tommaso Lima, coordinatore del Megafono di Palermo (si tratta del Movimento politico nato in sostegno del presidente della Regione, Rosario Crocetta), Giampiero Trizzino e Francesco Cappello, parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars, e Pietro Di Marco, ematologo, già docente al Policlinico universitario di Palermo.

Tanti gli argomenti affrontati. A cominciare dalla revoca delle autorizzazioni che la Regione ha concesso ai militari americani per realizzare a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, le antelle satellitari del Muos.
La notizia, che vogliamo raccontare subito ai nostri lettori, l’ha data Trizzino, che all’Ars ricopre la carica di presidente della commissione legislativa Ambiente. E’ una notizia che ci ha lasciati basiti. Da dove viene fuori che i militari americani che stanno realizzando il Muos a Niscemi, in un’area densamente popolata, non sono né matti né, tanto meno prepotenti.

“I militari americani – ha detto Trizzino –  sono molto stupiti da tutto quello che sta succedendo. Loro, infatti, non avevano alcuna intenzione di piazzare a Niscemi il Muos. Loro, gli americani, hanno chiesto alle autorità italiane: volete che installiamo il Muos a Niscemi? E le autorità del nostro Paese hanno risposto sì. Se gli avessero risposto no le avrebbero piazzate da qualche altra parte, magari in una zona desertica. Gli americani non erano particolarmente interessati a realizzare le mega antenne satellitari in questo angolo della Sicilia. Loro, anzi, davanti al sì delle autorità italiane sono rimasti un po’ stupiti. E hanno fatto presente che gli altri tre Muos sono stati realizzati in zone desertiche”.

Questo avviene nel 2010, quando al Governo del nostro Paese c’è Berlusconi. Con il siciliano ‘milanesizzato’ Ignazio La Russa Ministro della Difesa. E’ La Russa che fa questo ‘regalo’ alla Sicilia. E lo fa senza nemmeno portare la questione in Parlamento (a rivelare i dettagli di questa storia è stato un cable di Wikileaks).

Un anno dopo il Governo regionale di Raffaele Lombardo, sulla scorta del parare ‘positivo’ dei tecnici dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, rilascia le autorizzazioni che, adesso, il Governo Crocetta, dopo un tira e molla che dura da settimane, dovrebbe revocare.

Ricordiamo che, per la cronaca, a Niscemi, ormai da mesi, monta la protesta della popolazione contro l’installazione del Muos. Ci sono state decine di manifestazioni, presidi e anche scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. A battersi, in prima fila, sono gli abitanti di Niscemi. Mentre, a parte gli attivisti, non si registra grande partecipazione da parte della gente di altri centri della Sicilia. 

A questo punto dobbiamo dare, anzi ribadire una brutta notizia a migliaia e migliaia di persone. Ieri, infatti, il parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, Trizzino e Cappello, dati scientifici alla mano, hanno spiegato che, in realtà, il Muos è sì pericoloso per gli abitanti di Niscemi e dei centri vicini, ma è ancora più pericoloso per chi vive a 50-60 chilometri di distanza dalle antenne satellitari dello stesso Muos. Perché, hanno spiegato i due deputati, è dopo 50-60 chilometri che le onde elettromagnetiche delle antenne del Muos esplicano, in tutta la loro potenza distruttiva, gli effetti indesiderati per la salute della gente e, in generale, per tutto l’ambiente (compresi piante e animali).

Questa storia, ovviamente, non è sconosciuta. Tant’è vero che esiste un coordinamento dei Sindaco No Muos che si batte contro l’installazione di queste antenne. Di tale coordinamento fanno parte i Sindaco di Gela, Niscemi, Caltagirone, Vittoria, Comiso, Acate.

Il problema è che le onde elettromagnetiche del Muos – per quello che si è capito alla luce della scarsa informazione fornite dalle autorità – verranno indirizzate vero il Mediterraneo, dalla Tunisia fino all’Egitto e poi verso il Medio Oriente. Che significa questo? Semplice: che questa tempesta elettromagnetiche non investirà soltanto i Comuni che hanno dato vita al coordinamento No Muos, ma altre decine e decine di piccoli e medi Comuni che ricadono nelle province di Caltanissetta, Catania, Ragusa, Enna e Agrigento. E, come è stato più volte ribadito nel Forum di ieri, le onde elettromagnetiche esplicheranno gli effetti più dannosi (per l’ambiente e quindi anche per la salute umana) dopo aver percorso 50-60 chilometri.

Se ne deduce che la tranquillità manifestata in questi due anni da danti amministratori comunali e dagli abitanti – migliaia e migliaia di abitanti – del Nisseno, dell’Ennese, dell’Agrigentino, del Catanese e del Ragusano è stata mal riposta. Perché se la revoca adottata dal Governo regionale non dovesse sortire gli effetti sperati, i guai per la salute non riguarderebbero solo gli abitanti di Niscemi e dei centri vicini (che anzi, paradossalmente, trovandosi vicino al Muos sarebbero meno esposti agli effetti delle onde elettromagnetiche), ma gli abitanti di tutti quei centri che verrebbero a trovarsi a 50-60 chilometri dal Muos! Migliaia di persone che, fino ad oggi, non sono state informate dei rischi che potrebbero correre.

Noi, ovviamente, ieri abbiamo dato per scontato che il Governo ha già avviato le procedure le la revoca delle autorizzazioni. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Vedremo se questa revoca si materializzerà in termini amministrativi. E vedremo come risponderanno i militari americani. Che, come abbiamo già ricordato, sono stati invitati a realizzare a Niscemi il Muos, avvertendo le autorità italiane che quello siciliano sarebbe stato l’unico nel mondo realizzato in un centro abitato. Che significa tutto questo? Semplice: che i militari americani, come hanno fatto notare i parlamentari del Movimento 5 Stelle, se privati delle autorizzazioni, chiederanno di certo un risarcimento stellare. Chi pagherà? Il Governo nazionale o il Governo regionale?
Noi, lo ripetiamo, ieri abbiamo dato per scontata la revoca. Su questo punto si è soffermato il coordinatore del Megafono di Palermo, Tommaso Lima. “Quella adottata dal Governo Crocetta – ha detto Lima – è una scelta politica e amministrativa coraggiosa e forte. Un atto che fa giustizia di tutte le polemiche di questi mesi. E’ un gesto emblematico di valenza politica nazionale. Per noi la revoca delle autorizzazioni per la realizzazione del Muso di Niscemi non è il punto di arrivo ma, al contrario, è il punto di partenza di un ragionamento politico che verrà esteso non soltanto a questa vicenda, ma a tutti i punti di sofferenza della Sicilia”.

“Facciamo riferimento – ha precisato il coordinatore del Megafono di Palermo – a tutte le questioni ambientali che oggi travagliano la Sicilia. Pensiamo all’area industriale di Siracusa, a Melilli, a Priolo. Quindi alle raffinerie di Augusta. A Gela, a Milazzo, alla Valle del Mela. Abbiamo intenzione di aprire un dibattito culturale e politico sulla qualità della vita in Sicilia”. (a sinistra, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e Tommaso Lima)

“Tornando al Muos di Niscemi – ha precisato ancora Tommaso Lima – auspichiamo un secondo passaggio politico. Ovvero la possibilità che il presidente della Regione, secondo quanto previsto dal nostro Statuto, ponga tale questione in Consiglio dei Ministri”. (per le questioni che riguardano la Sicilia, infatti, il presidente della Regione siciliana partecipa alle sedute del Governo con il rango di Ministro).

Il professore Pietro Di Marco, ematologo, già docente al policlinico universitario di Palermo, ha precisato che le sostanze cancerogene presentano 5 gradi di pericolosità:

1) Cancerogeno

2) Probabilmente cancerogeno

3) Possibilmente cancerogeno

4) Incerto

5) Non cancerogeno

“Le onde elettromagnetiche – ha detto il professore Di Marco – rientrano nella terza categoria: sono possibilmente cancerogene. In questo caso, vale il principio di precauzione. Ovvero, ci si dovrebbe astenere”.

Invece, come abbiamo già detto, l’ex Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non si è astenuto. E non si è astenuto nemmeno l’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. E, quel che di più grave, non si sono astenuti i dirigenti e i funzionari dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. E non possono nemmeno dire di non conoscere il principio di precauzione citato dal professore Di Marco, dal momento che negli uffici di questo assessorato non mancano certo medici e biologi.

Sugli aspetti medici medici provocati dalle onde elettromagnetiche tornerà tra qualche ora la nostra Sabrina Macaluso con un’intervista al professore Di Marco.

 

 

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Redazione

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