Da Catania a Parigi il passo può essere breve. Giuseppe Cucè, giovane cantautore catanese, racconta a Step1 com'è arrivato sui palchi d'oltralpe, partendo dai brani di Luigi Tenco per arrivare al suo primo album, "La mela e il serpente"
“Il mio equilibrio è nella musica”
Musica calda, mediterranea, parole ricercate, capaci di lasciare il segno in chi le ascolta: questi gli ingredienti del cd “La mela e il serpente”, primo lavoro del catanese Giuseppe Cucè, pubblicato il 26 giugno in Italia e di prossima uscita anche in Francia.
«Presenterò il cd il 16 Novembre al Petit St.Martin», ci racconta il cantante, che quest’estate ha fatto ascoltare i propri inediti ai Mercati Generali, incontrando il favore del numeroso pubblico.
Ha cominciato a muovere i primi passi abbracciando il genere della Bossa Nova e interpretando, insieme all’Acoustic Preludio Band, le cover dei “grandi” d’autore nei club di Catania, per poi approdare nel febbraio 2008 alla realizzazione del progetto “Oltre le Nuvole – Luigi Tenco Tribute”. «Inizialmente trovavo quest’operazione difficoltosa per l’alone di mistero e di tristezza che gravita attorno al personaggio», afferma Cucè «poi ho scoperto un Tenco che non conoscevo». Con “Oltre le Nuvole”, il catanese ha conquistato anche l’estero, facendosi apprezzare perfino da Yvon Chateigner, produttore ed interprete della musica francese d’autore.
Alla vigilia delle sue prossime esperienze oltralpe, Step1 gli ha fatto alcune domande.
Da interprete delle canzoni di Tenco ad autore dell’album “La mela e il serpente”: com’è nato questo progetto?
In realtà scrivevo da tempo. Per ciò che riguarda la parte compositiva, ho iniziato musicando le canzoni straniere, con le quali mi veniva più semplice. Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di riprendere ciò che avevo scritto e ho cominciato a lavorarci su…
Quali tematiche affronti nell’album?
E’ un album sull’imperfezione dell’uomo. Il motivo dominante è sicuramente il libero arbitrio, la facoltà che hanno gli esseri umani di fare le proprie scelte. Poi parlo dell’amore, dell’amicizia, della ricerca di sé stessi, dei torti ricevuti, ma anche dell’abbandono: ne “La Sposa” racconto di un’anziana signora e del poco tempo che le rimane, delle giornate trascorse in solitudine e del suo passato “a colori”, anche se in povertà.
Qual è la canzone più difficile da interpretare?
”Verso l’Oriente” è un pezzo che sento molto fortemente, perché racconta di un viaggio importante, che ho fatto in Cina per accompagnare mio padre a fare un trapianto di cellule staminali. Ogni volta che la canto sento una grande malinconia e devo calibrare bene l’emozione per interpretarla.
I testi delle canzoni presentano elementi autobiografici? A cosa t’ispiri per comporre?
Sicuramente i testi raccontano parte di me, però mi servo di alcune metafore, che nascondono la realtà pur permettendomi di scrivere ciò che sento in quel momento. Non c’è qualcosa in particolare dalla quale traggo l’ispirazione: scrivo soprattutto quando sono triste, pensieroso. E’ il periodo “no” quello più produttivo. Quando scrivo o canto è come se entrassi in trance: dimentico me stesso ed entro in contatto col mio spirito.
Quali sono i cantautori di ieri e di oggi che hanno influenzato il tuo modo di fare musica?
Ascolto volentieri Battiato, De Gregori e tanti altri, ma faccio riferimento ad una scuola non italiana: Vinicio De Moraes, Cesaria Evora. Apprezzo molto anche Mario Venuti, Niccolò Fabi e Max Gazzè, per il modo in cui vedono la musica: è un’arte, non un dentifricio da spremere a più non posso. E’ una musica fatta dal vivo: più concerti, meno dischi. La musica che piace a me.
Cosa ti lega a Luigi Tenco?
La sensibilità, il modo in cui percepiva la realtà. Lo stesso grande disagio che provo io nel sentire ciò che è fuori da me.
Sei un giovane catanese che è riuscito a farsi apprezzare da un importante interprete francese e che è stato accolto con favore dal pubblico parigino. Che effetto ti fa?
Sono partito con l’incoscienza di chi non conosce bene l’evento e con molta paura. Poi, quando sono salito sul palco, ho iniziato a cantare e sono riuscito a trasferire la mia emozione in chi mi ascoltava. C’erano mille persone e tra queste anche alcuni italiani. La mia sensazione è stata quella di essermi riappropriato di Tenco, un po’ come vorremmo fare con la Gioconda…
Il tuo album verrà distribuito in tutte le Fnac francesi… Bel colpo per un italiano! E in Italia come avverrà la distribuzione?
Sono molto contento. Le Fnac sono come dei grandi magazzini specializzati nei campi dell’immagine e del suono… Non riesco ancora ad immaginarlo il mio cd in Francia! In Italia il cd verrà distribuito solo tramite canali digitali, si tratta di un’autoproduzione.
Ti senti più vicino alla mela o al serpente? Raggiungere un equilibrio è difficile…
Io lo raggiungo quando canto.