Una tensione quasi impalpabile, un’atmosfera inusuale, ha accolto i visitatori del mercatino delle pulci nel giorno del ritorno a piazza Dante. Dopo le polemiche per la mancanza di un luogo fisso, i timori per un’azione di forza degli abusivi e le reazioni dei residenti, le bancarelle sono state allestite sotto un cielo grigio e gonfio di pioggia. Gli operatori sono restii a esprimere giudizi. «Speriamo ca n’arrizzittamu», si limita a commentare un venditore di anticaglie mentre sorveglia la collezione di monete, medaglie e bottoni militari. Di poche parole anche una venditrice di dischi: «Siamo come pesci fuor d’acqua», spiega la donna. C’è da prendere confidenza con nuovi spazi e nuove regole, quelle stabilite dall’amministrazione comunale rappresentata da alcuni consiglieri municipali e dall’assessore alle Attività produttive Angela Mazzola. Che quello di ieri è un esperimento lo ripete più volte. E, in quanto tale, dev’essere ancora perfezionato.
«È la prima domenica, la prima esperienza, si deve migliorare, abbiamo preso appunti», spiega l’assessore al termine del suo sopralluogo. «Vedremo, alla luce, di questo primo esperimento, di apportare dei cambiamenti. C’è tutta la buona volontà, insieme agli operatori, di migliorare». Sono proprio loro a dare un primo feedback e a riconoscere che le promesse fatte alla vigilia dell’ennesimo trasloco sono state mantenute. A cominciare dalla vigilanza e dalla presenza dei servizi igienici, posizionati in bella mostra al centro della piazza. «Sono stati collocati male – riconosce con un sorriso Mazzola – Ma il fatto che già ci siano è un segnale che stiamo tentando di costruire in maniera regolamentare un mercatino delle pulci». E aggiunge: «Certo, dobbiamo portare un po’ di ordine, però è giusto rilevare che la presenza dei vigili urbani è stata fondamentale. Hanno fatto numerosissimi verbali di sequestro nei confronti di coloro che non avevano regolarizzato la posizione. Questo conferma una grande garanzia per quelli che invece hanno voluto rispettare le regole». Una piazza presidiata a ogni suo ingresso anche da addetti comunali con tesserino di riconoscimento ben visibile.
E i timori di una reazione dei residenti? «Non ho sentito lamentele da parte loro», garantisce l’assessore che spiega come si sia verificata solo una comprensibile confusione creata dalla novità della situazione. «Sono cose che andremo sempre a migliorare». Ma per la responsabile, i primi a dover collaborare in sinergia con le autorità comunali sono i venditori: «Gli operatori devono ricordare sempre che queste sono iniziative per garantire in maniera regolare e legittima il loro diritto al lavoro e quindi devono anche collaborare».
«Mai viste così tante biciclette in questa piazza», commenta un giovane universitario mentre ne osserva una interessato all’acquisto. E in effetti i residenti sono più abituati ai grandi flussi di studenti che frequentano il monastero dei Benedettini e il complesso delle Verginelle. Al massimo, i parenti dei laureandi che assistono alle varie sessioni o le folle delle grandi occasioni. Chi conosce bene il territorio e ha il polso costante del quartiere è Francesco Mannino di Officine culturali. «In generale, questa spinta a voler fare frequentare quartieri solitamente non al centro dell’attenzione è buona», afferma. Sicuramente è un fatto positivo la curiosità di molti catanesi, alcuni dei quali hanno varcato l’ingresso del monastero per la prima volta. «È bello vederli mettere il naso dentro e ammettere di non averlo mai fatto», spiega Mannino. «Ma – continua – mi chiederei se questo mercato è compatibile con uno spazio come piazza Dante e un quartiere come l’Antico Corso», una zona ad alta densità abitativa che racchiude al suo interno due ospedali e un bene dell’Unesco. «Ancora è presto per fare un bilancio – conclude Francesco Mannino – valuteremo con calma».
Tra le bancarelle si vocifera di una rissa sedata rapidamente e di qualche furto. La tensione, sotto il cielo grigio, non si scioglie. Le contrattazioni per comprare un enorme televisore, uno zaino, un soprammobile in ceramica si susseguono quasi pigre. E la piazza sembra irriconoscibile a quanti sono abituati a frequentarla.
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