Da chi ha pagato a chi ha organizzato, passando per quello che si è mangiato e quante misure di sicurezza sono state previste. La Trattoria del Cavaliere, ieri, è stata il cuore della politica di centrodestra in Italia. I leader c'erano tutti, ospiti di Francesco Musumeci, il titolare, che racconta la sua versione della storia
Il menù, la sicurezza e la barzelletta di Berlusconi Dietro le quinte del Patto dell’arancino alla ricotta
Ma alla fine chi ha pagato? Silvio Berlusconi? Giorgia Meloni? Matteo Salvini? «Il conto è stato offerto da noi, ci faceva piacere che fossero nostri ospiti». Francesco Musumeci («Come Nello», ride) è stanco morto. Il titolare della Trattoria del Cavaliere ha avuto un preavviso molto ristretto, meno di un giorno, per preparare la cena che sarebbe passata alle cronache come quella del Patto dell’arancino. «Arancino alla ricotta, una nostra specialità», aggiunge. Quando MeridioNews gli chiede di raccontare qualche aneddoto gustoso, lui cala l’asso: l’immancabile barzelletta recitata dal leader di Forza Italia. «Gli ultimi dati Istat sul suo livello di gradimento. La domanda del sondaggio è “Andreste a letto con Silvio Berlusconi?“, e le intervistate sono cento donne. Il 37 per cento delle quali avrebbe risposto “Magari!“». E il rimanente 63 per cento? «Ha risposto “Di nuovo?”», sghignazza Musumeci.
Ma è vero che Salvini aveva già mangiato e ha preso solo un caffè? «Assolutamente no, ha cenato». Un modo per incanalare la conversazione verso il menù servito ai tre leader del centrodestra italiano. «Tutto a base di pesce: antipasti con crudité locali, pietanze tipiche come la seppia, il pesce spada in due versioni (filetti in agrodolce e un’insalata con cipolla rossa di Tropea) e poi il Cavaliere ha voluto aggiungere degli arancini, li ha chiesti espressamente». Tredici coperti vip più una trentina per staff e sicurezza. «Li ho visti molto in sintonia – racconta il ristoratore – Meloni e Salvini confabulavano senza il minimo distacco».
Musumeci conferma le voci secondo cui sarebbe stato l’europarlamentare azzurro Salvo Pogliese a portare la carovana del centrodestra dal Cavaliere: «Sì, io e Salvo ci conosciamo da oltre venti anni – dice – la nostra amicizia non è stata mai tradita, né da me né da lui. L’entourage, come a Palermo, chiedeva peraltro di pasteggiare in una trattoria tipica, e Salvo ha pensato a me, anche perché abbiamo tanti posti a sedere e sale che possiamo riservare». Oltre a Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, c’erano lo stesso Nello Musumeci, Ignazio La Russa, Gaetano Armao, Gianfranco Miccichè, Vittorio Sgarbi e altri. E le misure di sicurezza? «Le guardie del corpo di Berlusconi – rivela Musumeci – ci hanno solo chiesto di vedere i locali. Siccome la zona riservata dà sulla piazza, hanno fatto chiudere una parte della veranda. Per il resto niente di speciale».
Nel giugno 2016 il Comune revocò l’occupazione del suolo pubblico alla Trattoria del Cavaliere, per affidare otto stalli di parcheggio alla ditta Sostare. Una scelta che mise in agitazione i gestori del ristorante, che alla fine la spuntarono dinnanzi al Tar. A quell’epoca, Musumeci parlò di «persecuzione» orchestrata dall’amministrazione Bianco. Oggi però sembra essersi messo alle spalle quelle tensioni. «Non voglio nemici, io non faccio politica, abbiamo vinto e per noi è un capitolo chiuso». «Anzi, se ieri fosse venuto a cena anche Enzo Bianco, si sarebbe trattato di una buona occasione per riappacificarci, mi avrebbe fatto piacere. Gli avrei chiarito – conclude – qualche idea distorta che si sarà fatto di quella vicenda».