Il mega-palazzo della discordia nella zona di Ognina M5s: «Sia fatta chiarezza sul rilascio di alcuni pareri»

Si chiama Zefiro A ed è nata da un progetto sponsorizzato dalla società Zefiro Holding Srl. La costruzione moderna che sorgerà tra via Acireale e via Alcide De Gasperi mira a essere un ambizioso progetto architettonico. Realizzata con materiale sostenibile e un sistema di smorzamento sismico, che permette di attutire eventuali scosse di terremoto, quando sarà completa dovrà raggiungere un’altezza complessiva di 54 metri – compresi i piani interrati – e avere una piscina e un giardino sul tetto. Il progetto prevede la realizzazione di undici appartamenti. Una costruzione all’avanguardia, come se ne vedono tante in Europa e nel mondo. Non un «albero di trenta piani», come recita la famosa canzone di Adriano Celentano, anche se dalle prime fotografie appare imponente. 

Il palazzo Zefiro A nascerà da alcuni vecchi edifici preesistenti, che sono stati già demoliti dalla ditta. Sul posto, al momento, si stanno realizzando gli scavi per le fondazioni. Intanto, però, i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi, Valeria Diana, Giuseppe Fichera e Lidia Adorno hanno manifestato diverse perplessità e, per questo, una settimana fa hanno presentato un’interpellanza indirizzata all’ufficio Urbanistica, responsabile del rilascio del permesso di costruire. «Stiamo parlando di un edificio che mira a raggiungere un’altezza importante – precisa Graziano Bonaccorsi a MeridioNews – Abbiamo dei dubbi, considerando il fatto che quell’area, stando al piano regolatore generale, risulterebbe destinata al verde pubblico. Oltretutto c’è anche un vincolo stradale, quindi sarebbe inedificabile. Abbiamo saputo di questo progetto dai social e credo che anche questo non sia normale».

Insomma, secondo i cinquestelle, il provvedimento emesso dagli uffici sarebbe da rivedere. Lo studio di architettura Base51, ideatore del progetto, ha pensato di realizzare una costruzione più alta del previsto, usufruendo delle leggi del 2010 sul cosiddetto piano casa, ovvero l’insieme delle norme regionali che permettono di ampliare la volumetria di un edificio oltre un certo limite consentito. I bonus sono stati pensati per rilanciare il settore edilizio e offrire più possibilità abitative. «È vero che la legge permette di aumentare la cubatura dei palazzi – continua Bonaccorsi – Ma dall’altro lato è vero anche che bisogna attenersi al piano regolatore. Che, sebbene sia scaduto da più di tre anni, non perderebbe efficacia». 

Secondo i consiglieri, proprio alla luce dell’inedificabilità della zona, sarebbero permessi solo interventi di manutenzione dei fabbricati esistenti. «Noi non contestiamo tanto la bontà dell’opera  – sottolinea Bonaccorsi – ma chiediamo all’ufficio Urbanistica come e secondo quali criteri avviene il rilascio di pareri e autorizzazioni. Ultimamente a Catania stiamo vedendo nascere sempre più palazzoni: questo non è il primo. Si rischia di aprire a una stagione di possibili speculazioni edilizie».

L’ente comunale, rispondendo alla nostra testata, precisa che il rilascio del permesso di costruire è legittimo e rispecchia tutti i passaggi normativi. Inoltre specifica che nella zona in questione esisteva già un fabbricato e che un eventuale aumento di cubatura nei limiti di legge è possibile. L’immobile, in base ai bonus previsti dalle leggi regionali, potrebbe aumentare la cubatura del 35 per cento rispetto a quella esistente. Dagli uffici, inoltre, viene specificato che alla luce dei punti contenuti nella legge regionale 16 del 2016, nel caso in cui i vincoli siano scaduti da più di tre anni, sono consentiti anche interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica

A provare a dare spiegazioni sul progetto della ditta Zefiro Holding Srl sono stati i tecnici dello Studio Base51. I quali hanno definito «gravi e lesive» le affermazioni dei consiglieri. Raggiunto telefonicamente da MeridioNews, Mario Caruso, uno degli esperti che ha lavorato al progetto, illustra l’operazione. «Abbiamo voluto riqualificare lo spazio esistente come facciamo nella maggior parte dei nostri progetti – afferma – Stiamo agendo in maniera sostenibile su aree che erano totalmente dismesse, realizzando un edificio moderno e non occupando nuovo suolo. Chi dice che in quel posto non si può edificare, si dimentica che lì è stata realizzata una strada e insistono già altre case». Caruso ribadisce che tutto è fatto seguendo la legge: «Le norme ci permettono di andare avanti. L’aumento in altezza è legittimato dalle ultime leggi sulla casa. Queste possibilità sono previste dal 2010. A noi stupisce semmai – conclude l’architetto – che nessuno in città sia a conoscenza del fatto che si possa andare oltre ai limiti previsti dal piano regolatore».

Carmelo Lombardo

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