Cercare rifugio nella memoria per trovare parole di speranza. È questo il desiderio umano e artistico che anima Il labirinto di Ecuba che andrà in scena, al Piccolo Teatro Patafisico di via Gaetano La Loggia 5 a Palermo, sabato 17 dicembre alle ore 21 e in replica domenica 18 alle ore 18. Di e con Patrizia D’Antona è un viaggio onirico che lascia una traccia nel reale, come spesso accade con quei sogni che continuano a viverci dentro anche da svegli.
«Ecuba rimane un potente archetipo del femminino, della sua immutabile essenza. – spiega Patrizia D’Antona – Colei che, pur gridando il suo dolore, canta la vita e chiama la Dea: la Magna Mater ‘a cui mai fu tolto il velo’, e che semplicemente e irrimediabilmente non si arrende in difesa di un futuro possibile. La mia Ecuba è una donna di oggi, una donna che non dimentica».
Una Ecuba contemporanea che rivisita il mito greco che la vuole come prototipo della moglie devota e della madre premurosa per eccellenza. Resta fedele al marito anche nelle difficoltà e arricchisce il matrimonio con la nascita di moltissimi figli, tra cui Ettore e Paride. È una massaia modello, ma anche una donna politica che sa consigliare il marito al meglio per gestire le sorti del regno. Possiede inoltre doti da veggente in quanto i suoi sogni si rivelano premonitori delle disgrazie che accadranno a Troia in futuro. Incinta di Paride sogna di partorire un fascio di serpenti da cui si scatena un incendio che va a colpire Troia. Il sogno verrà in seguito confermato, perché sarà proprio Paride a scatenare la guerra di Troia.
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