Il ko con la Lazio è il capolinea di De Zerbi Salta il tecnico, parte la caccia al sostituto

La corsa è finita. Esauriti i gettoni, De Zerbi scende dalla giostra rosanero. Nelle prossime ore il Palermo ufficializzerà l’esonero del trentasettenne tecnico lombardo che, in occasione della gara interna contro la Lazio, non ha saputo sfruttare l’ultima chance a sua disposizione. Forse dovremmo dire che «non ha potuto» considerando, al netto di errori commessi per inesperienza e una forma mentis troppo rigida, la scarsa qualità dell’organico. In ogni caso, la sua prima esperienza su una panchina di A è terminata. Chi sarà il sostituto? Il candidato principale resta Davide Ballardini. Zamparini nella giornata di oggi incontrerà a Vergiate il tecnico di Ravenna e i due valuteranno se esistono i presupposti per ricostruire il rapporto professionale interrotto ad inizio settembre nel momento in cui il tecnico creò le premesse per la rescissione del contratto. Ballardini, il cui staff è ancora nel libro paga della società di viale del Fante, emotivamente non ha mai reciso il cordone ombelicale con il capoluogo siciliano (nei giorni scorsi era in città con la famiglia) e non direbbe di «no» alla proposta di un eventuale ritorno. Basta solo mettersi d’accordo e siglare un contratto ex novo. Ipotesi fattibile ma non scontata. Motivo per cui in queste ore sono spuntati altri nomi per la panchina rosanero: Eugenio Corini, ex capitano amatissimo dal pubblico, e Gianni De Biasi. Soluzione affascinante quest’ultima ma difficilmente praticabile, dato che l’attuale ct dell’Albania quasi certamente non si svincolerà dalla federazione albanese. Molto più defilati Edoardo Reja e Andrea Mandorlini, già contattati nel recente passato.

Il casting è iniziato ed è scattato ieri pomeriggio dopo la sconfitta casalinga contro la Lazio, settimo ko consecutivo per i rosanero – superato il record negativo nella storia del club eguagliato domenica scorsa in occasione del passo falso a Bologna – e, contestualmente, anche il settimo di fila tra le mura amiche, «primato» assoluto in serie A. Non era mai successo che una squadra non facesse neanche un punto in casa nelle prime sette gare interne. Il Palermo è riuscito a raggiungere anche questo triste traguardo e lo ha fatto ieri in una partita che ha ribadito la presenza in organico di gravi lacune, sia dal punto di vista tecnico che caratteriale. I rosa, spenti e senza convinzione, non hanno effettuato un vero tiro nello specchio della porta avversaria. Un dato eloquente, espressione di una pochezza disarmante. Anche la Lazio non ha brillato contribuendo ad una gara noiosa e priva di emozioni.

I biancocelesti, che pure sono al nono risultato utile consecutivo, hanno giocato con poca intensità e si sono adeguati al ritmo della formazione di De Zerbi. Il risultato è che la compagine di Simone Inzaghi, condizionata inconsciamente dall’orario inedito, dall’imminenza del derby con la Roma e dal basso livello dell’avversario, ha ottenuto il massimo (1-0 deciso da un gol nel primo tempo di Milinkovic-Savic su assist di Basta) con il minimo sforzo. I capitolini non hanno avuto bisogno di spingere sull’acceleratore per conquistare l’intera posta in palio. Una constatazione amara per il Palermo e per De Zerbi, condannato da numeri imbarazzanti e dalla mancanza di risultati. L’ex allenatore del Foggia ha dimostrato a Palermo di avere delle idee ma non è riuscito a trasmetterle al gruppo. E soprattutto non ha trovato la chiave per entrare nella mente dei giocatori. Di un gruppo (ultimo in classifica con il Crotone) con del potenziale ma, complice la giovane età di molti elementi, ancora privo di quella personalità necessaria per imporsi in un campionato difficile come quello della massima serie italiana.


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