Una chiacchierata con Angela Barone, componente della direzione regionale del Pd siciliano, attenta osservatrice dei fatti amministrativi della Regione siciliana. Le incompatibilità e i dirigenti generali illegittimi. Il Governo Crocetta che ha esautorato il Parlamento siciliano su rapporti finanziari con lo Stato e royalties petroliofere
«Il Governo non può ignorare il caso Aran-Monterosso» Il doppio incarico Beni culturali-SPI di Salvatore Giglione
Il ruolo del Parlamento siciliano, i rapporti economici e finanziari con lo Stato, la questione dei dirigenti generali della Regione siciliana illegittimi e un’analisi sul ruolo degli assessori del nuovo Governo di Rosario Crocetta. Temi attuali e in alcuni casi scottanti. Ne parliamo con Angela Barone, componente della direzione regionale del Pd siciliano, in politica da sempre. Una chiacchierata a trecentosessanta gradi con una donna che nella vita fa l’avvocato amministrativista.
Cominciamo dal ruolo del Parlamento siciliano, negli ultimi mesi messo un po’ in ombra da scelte del Governo Crocetta.
Al pari di quanto accade sempre più spesso a livello nazionale, anche il Presidente Crocetta disconosce il ruolo fondamentale del Parlamento siciliano, assumendo decisioni rilevanti per la collettività, non solo in assoluta solitudine, ma addirittura in assenza di specifica copertura legislativa. Il riferimento è alla sottoscrizione, da parte del presidente, lo scorso 4 giugno, di ben due accordi. Il primo è l’intesa, raggiunta con il Ministro all’Economia, con la quale ha impegnato la Regione siciliana a rinunciare a tutti i contenziosi e alle pretese nei confronti dello Stato in materia di finanza pubblica precedentemente promossi e a rinunciare, per gli anni 2014-2017, sia in termini di saldo netto che in termini di indebitamento netto, agli effetti positivi che dovessero derivare da eventuali pronunce di accoglimento. Il secondo è il protocollo d’intesa sottoscritto con Assomineraria e tre imprese alla stessa associate con il quale si è impegnato a mantenere un contesto normativo stabile con particolare riferimento alle royalties.
Se non abbiamo capito male, in un solo giorno il presidente Crocetta ha rinunciato ad incrementare le entrate della Regione sia in relazione a quanto dovuto da parte dello Stato, sia a quanto dovuto dalle imprese petrolifere per lo sfruttamento del sottosuolo siciliano.
Praticamente sì. E c’è di più: non solo ha deciso in solitudine, ma si è anche assunto poteri propri ed esclusivi del Parlamento siciliano. Siamo davanti a una deriva peronista, nazionale e regionale, che tende a relegare in secondo piano il potere legislativo (Parlamento e Assemblea regionale siciliana), in favore del potere esecutivo (Governi nazionale e regionale) alterando la attuale forma di governo, come delineata sia in Costituzione, sia nello Statuto siciliano. Nella nostra democrazia parlamentare il potere principe è quello legislativo, unico potere diretta espressione della sovranità popolare.
Il Governo Crocetta ter può essere veramente considerato il Governo della svolta?
E’ stato definito un Governo tecnico di alto profilo. La definizione, per qualcuno dei componenti ci sta tutta, per altri è tutta da dimostrare, mentre per qualcun altro è proprio reato impossibile. Questo Governo dovrebbe innanzitutto ed immediatamente affrontare il tema della qualità oggettiva dell’alta burocrazia, Segretario generale della presidenza della Regione e dirigenti generali, visto che sono tutti, oggettivamente, carenti dei requisiti minimi per ricoprire le funzioni affidate.
L’Ars, nei prossimi giorni, dovrebbe discutere se mettere o no all’ordine del giorno la mozione di censura per l’attuale Segretario generale della presidenza della Regione, dottoressa Patrizia Monterosso.
Quella della dottoressa Monterosso è una storia strana. Ricordo che, con delibera di Giunta n.238 del 2010, è stata dichiarata priva dei requisiti minimi per la nomina a dirigente generale. Non si comprende, quindi, come nel novembre 2013 abbia potuto maturare i requisiti addirittura per essere nominato Segretario generale!
Il nostro giornale, da qualche tempo, pone il tema dell’illegittimità di tanti dirigenti generali.
Tutti gli attuali dirigenti generali interni della Regione, 24 su 25, visto che l’Ufficio Legislativo e Legale è stato affidato ad un esterno, di professione giudice invece che avvocato, sono tutti dirigenti di terza fascia e, come tali, secondo quanto riconosciuto dal Tar Sicilia, non sono idonei a ricoprire la funzione di dirigenti generali, perché funzioni che spettano in via prioritaria a dirigenti di prima e di seconda fascia. Detto questo, poiché nei ruoli regionali esistono dirigenti di prima e di seconda fascia, non trovano giustificazione né le nomine, né il mantenimento in capo agli stessi soggetti delle predette funzioni.
Se non ricordiamo male, la Corte dei Conti ha statuito che la carenza dei requisiti in capo al nominato rende la prestazione del tutto inadeguata alle esigenze amministrative e priva di ogni utilità.
Ricordate bene. L’attuale corpo dirigenziale apicale della Regione è incompetente. E si sta rischiando il danno erariale.
Fino ad ora ci siamo mantenuti sui temi amministrativi. Ma lei, oltre che attenta osservatrice dei fatti amministrativi fa anche politica.
Nella gestione della cosa pubblica la questione amministrativa è centrale. Non si può amministrare ignorando le leggi.
Cosa direbbe al nuovo assessore all’Economia Alessando Baccei?
Di azzerare subito gli effetti delle intese raggiunte dal presidente Crocetta lo scorso 4 giugno 2014 sul contenzioso finanziario Stato-Regione e sulle royalties petrolifere. Su questi temi prima si deve pronunciare il Parlamento siciliano.
All’assessorato al Lavoro è arrivato il docente universitario Bruno Caruso.
Lo conosco. E proprio per il rigore e per l’acume scientifici che lo contraddistinguono in materia di diritto sindacale sarebbe opportuno che sollevasse immediatamente il problema dell’incarico di Commissario dell’Aran Sicilia conferito nel 2012 all’avvocato Claudio Alongi. L’avvocato Alongi è oggi carente dei prescritti requisiti di legge per avere già svolto ben due mandati 2004-2008 e 2008-2012 e per aver avuto rapporti consulenziali con enti locali, in evidenti casi di conflitto di interessi, specie nei confronti della moglie, la dottoressa Patrizia Monterosso, la già citata Segretario generale della presidenza della Regione.
Se non ricordiamo male, lei, nel passato, su questa storia è andata giù pesante.
Ho solo raccontato lo scambio epistolare-amministrativo-coniugale con il quale la moglie Segretaria generale dichiarava il marito Commissario dell’Aran in possesso dei requisiti, mentre il marito Commissario dell’Aran scriveva che le norme di favore a tutela della dirigenza interna dovevano essere estese alla dirigenza esterna e cioè alla moglie Segretaria generale! Queste cose possono succedere solo in Sicilia.
Ma come mai davanti a fatti amministrativi di questo tipo non succede nulla?
E’ quello che mi chiedo anch’io. Comunque, questa domanda andrebbe posta al presidente Crocetta che parla spesso di legalità.
E’ a conoscenza di altre stranezze amministrative?
C’è l’incredibile posizione dell’attuale dirigente generale del dipartimento Beni Culturali, ingegnere Salvatore Giglione, che, in palese violazione dell’art.4 del Decreto Legislativo n.39 del 2013 (decreto anticorruzione), ricopre anche l’incarico di presidente del Comitato di Gestione della SPI (Sicilia Patrimonio Immobiliare). Per altro, questa doppia presenza si trascina da lungo tempo, e cioè sin da quando lo stesso, già vice presidente della SPI venne nominato dall’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo dirigente generale dell’Azienda Demaniale Foreste. Mi auguro che l’assessore Antonio Purpura ponga fine a questa incredibile storia.
In giro si sussurra che il nuovo assessore alle Autonomie Locali e Funzione Pubblica, Marcella Castronovo, sia più romana che siciliana…
E’ un dubbio legittimo. Al pari dell’assessore all’Economia, anche questo assessore ha una formazione esclusivamente statalistica, e quindi qualche perplessità sorge dall’averle affidato materie di competenza esclusiva della Regione siciliana. In ogni caso, mi auguro che ponga fine alle nomine di Commissari di enti locali incompetenti perché privi della qualifica di dirigenti con professionalità amministrative (Tucci, Ingroia, Ortello). Andrebbero riviste anche le nomine, sempre di commissari, dei dirigenti generali Giammanco e Cartabellotta che, in quanto titolari di incarico politico, non assicurano la necessaria ed indispensabile autonomia ed indipendenza dal Governo regionale che invece ogni Commissario, quale rappresentante dell’ente locale in cui è nominato, deve avere e garantire.
Lei ha espresso qualche dubbio anche sul nuovo assessore al Turismo, Cleo Li Calzi.
Ho espresso dubbi, visto che le esposte competenze della dottoressa Li Calzi in materia di fondi comunitari risultano essere state acquisite durante il periodo di nomina quale segretaria particolare dell’ex presidente Lombardo. Si è tecnici per formazione e professione e non perché il potente di turno ti ha conferito incarichi non conferibili!