Il Governo esclude gli enti formativi dal Tavolo tecnico sulla programmazione dei fondi comunitari

E’ POLEMICA SULLA CONVOCAZIONE DEL SOLO PARTENARIATO SOCIALE. NON VA GIU’ A SCUDERI DELL’ASEF E GENCO DI FORMA SICILIA LO SGAMBETTO DELLA SCILABRA E DELLA CORSELLO CHE REPLICANO AL MANCATO INVITO

Tra le polemiche si appresta a compiere il primo passo il Tavolo tecnico per la programmazione delle attività formative per i prossimi anni in Sicilia. Il Governo regionale scivola sulla composizione e convocazione degli interlocutori.

Escluse, difatti, le associazioni degli enti formativi dal “Tavolo tecnico” sull’analisi del fabbisogno del mercato del lavoro su base territoriale ai fini ?della predisposizione del Programma dell’Offerta formativa integrata della Regione siciliana, annualità 2014/2015. Nella nota, a firma della dottoressa Anna Rosa Corsello, è stato convocato per il prossimo 12 febbraio il Partenariato economico e sociale per aprire un confronto sui contenuti della Programmazione comunitaria per il periodo 2014/2020 in ordine alla nuova Formazione professionale in Sicilia.

Al richiamato tavolo, una sorta di piccolo ‘parlamento’, parteciperà l’assessore Nelli Scilabra che si è assunta la responsabilità di non invitare i rappresentanti degli enti formativi operanti in Sicilia. Centinaia di enti che potrebbero restare, per la prima volta, fuori dalla discussione sulle nuove politiche nel settore della Formazione professionale siciliana. Perché?

Un’esclusione che fa specie e che parrebbe una sorta di ‘bocciatura’ per tutti gli enti, cattivi ed eccellenti. Al via il proposito del Governo di Rosario Crocetta di tentare la chiusura di un accordo con altri soggetti, forse per “buttare” fuori dal sistema formativo tutti gli enti? Un Tavolo, quello convocato dalla ‘scienziata’? Corsello, che annovera trentatre soggetti provenienti dal mondo cooperativo, industriale, artigianale, agricolo, commerciale, della scuola e dell’università. Un’esclusione quella degli enti, dicevamo, che pesa e rischia di far partire monco e senz’anima il ragionamento sul nuovo modello formativo in Sicilia. La Scilabra e la Corsello così sottraggono da confronto soggetti deputati, da sempre, a contribuire alla stesura di un percorso di programmazione di una offerta formativa coerente con le indicazioni comunitarie e nazionali e regionali. La Dirigente Generale del Dipartimento formazione professionale così facendo avrebbe toppato per l’ennesima volta, oppure eseguito l’ennesimo diktat proveniente dai piani alti di Palazzo d’Orleans, sede dell’esecutivo regionale.

Le associazioni degli Enti formativi in Sicilia sono, da sempre, portatrici di competenze specifiche e capacità di innovare il sistema dell’offerta formativa per renderlo sempre al passo con i tempi e con il cambiamento del mercato del lavoro. La formazione professionale, così come l’istruzione secondaria superiore e l’università, è uno strumento che trasferisce competenze e abilità e non è principale responsabile dell’occupazione che invece è data dalla capacità di creare opportunità di occupazione con lo sviluppo e la crescita economica del territorio.

Il presidente dell’Asef, Benedetto Scuderi, contattato dal nostro giornale, è rimasto sbalordito dalla mancata convocazione della parte sociale che parimenti ad altre può contribuire alla programmazione di un’offerta formativa d’eccellenza ed alla gestione sul territorio dei percorsi formativi.

“Non comprendo come possa essere accaduto – ci riferisce Scuderi – è un mero errore o la volontà di escludere le associazioni datoriali? Cio’ significa conseguentemente impedire agli enti di formazione la partecipazione ad una fase così importante e delicata quale è la programmazione delle attività formative per i prossimi anni”.

Non si comprende, inoltre, come Arcidonna Onlus, che è anche ente di formazione professionale sia stata invitata e non gli altri enti formativi operanti in Sicilia. Nulla togliendo all’associazione che da anni si distingue per le battaglie al femminile, ma sono circa duecento gli enti formativi che operano con la Regione siciliana per offrire una formazione professionale di qualità ed eccellenza. Comprese le tante cooperative sociali che prestano la propria opera sul territorio al pari di Arcidonna Onlus e tantissime altre realtà del mondo del volontariato e dell’associazionismo che non si capisce perché resterebbero escluse dal dibattito e quindi dal Tavolo tecnico.

Anche Paolo Genco, presidente di Forma Sicilia, non ci sta e pone in luce? la questione per chiedere all’assessore Scilabra di rivedere la modalità di composizione del citato Tavolo tecnico.

“Forma si augura che la mancata convocazione delle associazioni datoriali sia stata solamente una mera dimenticanza – dichiara Genco – perché se così non dovesse essere significherebbe che non avrebbe senso la partecipazione dei rappresentanti degli enti formativi in Sicilia negli altri tavoli tecnici per il prossimo futuro. Auspichiamo che l’amministrazione regionale – precisa – riveda l’errore commesso e possa correre ai ripari per aprire il tavolo così importante per il tema trattato a tutte le associazione datoriali. Forma e Cenfop – conclude – sono istituzionalmente riconosciute a livello di governo nazionale a differenza di altri soggetti invitati”.

Ciò che emerge è la solita confusione nell’operare: la Scilabra e la Corsello continuano a distinguersi nell’azione di disgregazione del sistema formativo. Le associazioni Anfop, Asef, Assofor, Cenfop Sicilia e Forma Sicilia vengono convocate all’occorrenza ad uso e consumo. Quando serve una firma per sbandierare al mondo intero che gli enti sono dalla parte del Governo regionale, la convocazione diventa d’obbligo. Se invece si tratta di ragionare per tracciare un percorso di pianificazione di cosa fare per modernizzare l’offerta formativa siciliana, l’esecutivo Crocetta pensa di poterne fare a meno.

Un atteggiamento incoerente che aggiunge tensione ad un settore già interessato dalla protesta popolare dei lavoratori del settore, stanchi dello scambio di accuse tra amministrazione regionale e enti sul pagamento delle retribuzioni che non arriva ancora.

E’ anche una questione di dignità che verrebbe, ancora una volta calpestata da un governo incapace di gestire l’ordinario, l’emergenza ed il futuro. Sarebbero troppi gli interessi di bottega che rischiano di pregiudicare il futuro del settore che potrebbe perdere ogni valenza di riferimento e crescita per i siciliani.

 

 


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