Ha un sapore dolce il 2-1 conquistato al Barbera contro il Verona nella seconda giornata di ritorno. Un successo, maturato in rimonta grazie ai gol di Dybala e Belotti dopo il vantaggio iniziale di Tachtsidis, sul quale è visibile in maniera nitida il marchio di Iachini
Il Gallo rialza la cresta I rosanero ritrovano la vittoria
Dopo tre giornate senza vittoria il Palermo voleva riassaporare il gusto del successo e questo desiderio è stato realizzato. Ha un sapore dolce il 2-1 conquistato al Barbera contro il Verona nella seconda giornata di ritorno. Un successo, maturato in rimonta grazie ai gol di Dybala e Belotti dopo il vantaggio iniziale di Tachtsidis, sul quale è visibile in maniera nitida il marchio di Iachini.
Per sbloccare una partita tatticamente chiusa e con pochi varchi a disposizione, il tecnico marchigiano ha uscito il coniglio dal cilindro giocandosi al 25’ del secondo tempo la carta Belotti (al posto di Jajalo) e ridisegnando lo scacchiere con il 3-4-1-2 per dare un ulteriore impulso alla fase offensiva. Una mossa vincente perché proprio il Gallo dopo dieci minuti dal suo ingresso in campo ha realizzato il gol decisivo superando Benussi con un colpo di testa da grande opportunista su un cross calibrato di Vazquez dall’out sinistro. Il gol (il quinto in campionato) rilancia le quotazioni del numero 99 che, sulla falsariga della scorsa stagione, legittima l’etichetta di bomber di scorta. Un attaccante in grado di lasciare quasi sempre il segno ogni volta che viene chiamato in causa negli spezzoni finali dell’incontro. Probabilmente Belotti dovrà ancora convivere con questa situazione ma anche con lo status di riserva di lusso la punta dell’Under 21 può recitare un ruolo molto importante dimostrando di essere perfettamente funzionale alle esigenze del collettivo.
Il gol-vittoria di Belotti merita ovviamente la copertina di un match nel quale c’era grande attesa per la sfida a distanza tra Toni e Dybala. Il duello personale è stato vinto dall’argentino autore al 19’ del primo tempo del gol del pareggio con una punizione a giro di ottima fattura dal limite dell’area. Per Toni, grande ex di turno fischiatissimo dal pubblico del Barbera, all’attivo solo un’occasione nella prima frazione di gioco vanificata da un provvidenziale intervento in chiusura di Vitiello, ancora una volta impeccabile in qualità di alter ego di Munoz (nuovamente escluso dai convocati in attesa di una schiarita definitiva sul fronte mercato). Dybala, che al termine della stagione può superare il rivale gialloblù al vertice della classifica dei bomber rosanero in A in un singolo campionato (20 gol), ha battuto Toni 1-0 nella sfida individuale ma, nell’economia della giornata, questo “successo” ha un peso specifico maggiore perché va contestualizzato nell’ambito dell’affermazione della squadra. Un gruppo solido e compatto in grado, con pazienza e spirito di sacrificio, di conquistare una vittoria che ipoteca l’obiettivo salvezza.
Al Barbera si sono affrontate una delle squadre rivelazione di questo campionato, il Palermo, e la sorpresa della scorsa stagione. I rosanero, come ha sottolineato peraltro il tecnico Mandorlini alla vigilia, in questa stagione stanno ripercorrendo le orme della compagine veneta in grado, nel 2013/14, di imporsi come outsider a ridosso delle squadre di prima fascia. E’ proprio questa la nuova dimensione acquisita dalla compagine di Iachini. Una matricola terribile che ha fame di successi e che vuole continuare a stupire. Nell’ambito di un ciclo particolarmente impegnativo, almeno sulla carta, quello di oggi era probabilmente l’ostacolo più agevole per i rosa osservando la classifica e mettendo sul piatto della bilancia i valori delle due squadre. Ma il campo, come spesso succede, può cambiare la prospettiva. Ne è una conferma l’avvio in salita con cui hanno dovuto fare i conti i padroni di casa sorpresi all’8’ dal gol del vantaggio dei veneti realizzato da Tachtsidis con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Greco. Una rete arrivata nella porzione iniziale del match nella quale, prima del pareggio di Dybala, la squadra aveva faticato a carburare mostrando poca incisività negli ultimi venti metri. Merito comunque del Verona che, schierato con un modulo speculare (3-5-2) a quello degli avversari, imbrigliava la manovra dei rosa applicando senza sbavature i propri compiti in fase difensiva. Il Palermo aveva bisogno di una scossa e il gol dell’argentino, ammirato dal presidente Zamparini presente in tribuna assieme ad alcuni soci d’affari stranieri, ha avuto effetto.
La manovra non scorreva sempre in maniera fluida (il neo-acquisto Jajalo, proposto in cabina di regia dal primo minuto al posto dell’indisponibile Maresca alla luce del forfait per influenza di Rigoni, si è disimpegnato con bravura anche se deve ancora perfezionare il suo inserimento nei meccanismi del collettivo), ma l’undici di Iachini riusciva con il passare dei minuti ad imprimere al match un ritmo più sostenuto. In aumento anche il coefficiente di pericolosità (al 42’ nitida palla-gol sprecata da Vazquez che, servito da Barreto, sparava alto con il sinistro da posizione estremamente favorevole. Una delle poche vere palle-gol del match perché, ad eccezione di qualche sussulto come quello vincente di Belotti, anche la ripresa non ha prodotto tanti squilli di tromba sviluppandosi sul filo dell’equilibrio. Il pallino del gioco era costantemente in mano ai padroni di casa ma il Verona, concentrato e sempre sul pezzo, riusciva a contenere con lucidità le iniziative degli uomini di Iachini. Gli ospiti, però, non avevano fatto i conti con l’arco a più frecce del Palermo. Un serbatoio che, ancora una volta, ha fornito a Iachini risorse preziose.