L’invasione dei rotoloni in Sicilia è un fenomeno che dà all’occhio. Negli ultimi anni, in diverse città dell’Isola camion, furgoni, macchine e marciapiedi sono diventati espositori di confezioni da due rotoli di carta assorbente da cucina. Tra «super offerta», «affare» e «offerta speciale», la loro presenza ingombrante è diventata quotidiana e si è radicata soprattutto in punti strategici: nelle zone di transito o nelle strade di accesso ai centri abitati. Con un costo leggermente più basso (che va dai 2,50 a 2,99 euro, con i centesimi spesso scritti piccolissimi per dare l’impressione ottica di un prezzo al ribasso) rispetto a quello degli stessi prodotti esposti tra gli scaffali dei supermercati, i rotoloni degli ambulanti sono diventati una realtà da Catania a Palermo passando anche per Ragusa e con qualche avvistamento a Siracusa. «Un fenomeno che dà l’idea di essere un sistema ramificato dietro cui sembrerebbe esserci un’unica mano organizzata», riferisce a MeridioNews chi si sta interessando alla questione dal punto di vista investigativo.
A Catania, di questi particolari punti vendita se ne incrociano diversi: due lungo la Circonvallazione (l’arteria stradale che congiunge la parte occidentale con quella orientale del capoluogo etneo); uno con la postazione fissa in uno slargo della rotonda del Faro Biscari, nell’area che precede l’ingresso all’asse dei servizi; un altro staziona nei pressi del Tondo Gioeni e, infine, se ne può osservare uno anche nella zona di Ognina. Secondo quanto risulta a MeridioNews, spesso si tratterebbe di merce rubata a bordo dei camion che sono in attesa di imbarcarsi dal Porto di Catania per esportarla. La zona di smistamento, almeno per l’area orientale della Sicilia, pare sia il quartiere San Giovanni Galermo.
Un rione che, collegato ai rotoloni, torna anche in un’intercettazione contenuta nelle carte dell’inchiesta Minecraft che, all’inizio di febbraio, ha portato la squadra mobile etnea, sotto il coordinamento della Dda di Catania, a decapitare i nuovi assetti del clan Cappello-Bonaccorsi. A parlare è Emilio Gangemi, il factotum considerato l’esecutore materiale di tutte le direttive di Massimiliano Cappello. Il 53enne che, oltre a essere il fratello del boss ergastolano Turi, è anche lui ritenuto appartenente allo zoccolo duro della cosca mafiosa nata a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Gangemi parla di «ragazzi che si muovono» e, senza sapere di essere intercettato, riferisce al suo interlocutore che proprio Massimiliano Cappello gli ha detto di avere «allestito il furgone di San Giovanni Galermo (lo stesso quartiere in cui il gruppo avrebbe gestito una delle piazze di spaccio, ndr). Gli ha comprato i rotoloni», aggiungendo che lui al momento non avrebbe potuto farlo perché «è chiuso dentro». Una frase su cui, al momento, non è ancora stato possibile fare ulteriori approfondimenti.
Non solo il capoluogo etneo. A essere invasa dai rotoloni, negli ultimi anni, è stata anche la città di Palermo. Dall’asse viario a viale della Regione Siciliana passando anche per la zona del carcere Pagliarelli. Spesso posizionati accanto a venditori ambulanti di frutta, verdura o stigghiole (tipico street food palermitano a base di budella di agnello o di capretto), le confezioni di scottex sono sistemate non solo in furgoncini ma anche nel cofano di diverse Fiat Panda. Stando a quanto verificato finora, «alcuni sono in possesso di una generica licenza di venditore ambulante mentre altri sono totalmente abusivi». A Ragusa, oltre a invadere tratti di strada da cui si accede alla città, i furgoncini carichi di rotoloni stazionano spesso anche in alcune piazze e nei parcheggi dei centri commerciali.
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