«Se la Regione non si dà una mossa il sistema implode». Nonostante il premio ricevuto da Legambiente per gli ottimi dati sulla raccolta differenziata (oltre il 90 per cento), il sindaco Leonardo Spera resta cauto: «Così non si può diminuire la Tari»
Il Comune più riciclone della Sicilia? È Contessa Entellina «Sensibilizzazione, controlli… e anche un po’ di fortuna»
«Fare una buona raccolta differenziata in Sicilia spesso ti porta a non poter abbassare la tassa sui rifiuti, laTari, perché comunque il costo di conferimento costa di più. Per avere percentuali alti si conferisce a prezzi maggiori». Parte da questo paradosso Leonardo Spera, il sindaco di Contessa Entellina, per spiegare il dato che lo ha portato a essere il Comune più riciclone della provincia di Palermo (e dell’intera Isola). All’EcoForum sui rifiuti e l’economia circolare, che si è tenuto a Bagheria negli scorsi giorni, al primo cittadino Legambiente ha consegnato una targa per celebrare il raggiungimento di un’eccellente raccolta differenziata, che in alcuni tratti ha superato anche il 90 per cento.
Come si possono ottenere risultati del genere, in una Regione che perennemente arranca nella raccolta e nella gestione dei rifiuti? «Il dato ufficiale di Legambiente arriva fino a luglio 2019 – spiega Spera – ma confermiamo che il trend è quello anche per i successivi mesi. La nostra media è dell’84 per cento. Dati del genere si possono ottenere solo sensibilizzando la gente ed effettuando controlli efficaci. Noi per esempio abbiamo fatto accompagnare gli operatori dalla polizia municipale, richiamando anche chi non separava bene i rifiuti».
Una ricetta semplice, insomma, che nei paesi di piccole dimensioni spesso funziona. Il primo cittadino di Contessa Entellina, però, aggiunge dell’altro. «Di certo, oltre a questo, c’è anche un po’ di fortuna – dice candidamente – Semplicemente le piattaforme in cui andiamo a conferire l’organico non hanno chiuso. Prima ci siamo rivolti a Sciacca, poi a quello di Cammarata. E siamo stati tra gli ultimi a essere accettati, perché poi hanno avuto il sovrappieno e non hanno preso più nessuno. Ma anche noi abbiamo avuto, in un passato recente, parecchi problemi. Nel 2018 ad esempio siamo stati costretti ad andare in discarica, e infatti a quel tempo la nostra raccolta differenziata era di appena il 24 per cento. La verità è questa: se non ci sono gli impianti prima o poi i Comuni crollano».
Si torna sempre allo stesso punto, insomma: l’assenza di un’adeguata impiantistica, pubblica e privata, a servizio della raccolta differenziata e dell’economia circolare. Da oltre un anno si discute sia del piano regionale dei rifiuti che della riforma di legge del settore. Coi Comuni che devono far fronte a questo impasse. «Se la Regione non si dà una mossa il sistema implode – concorda Spera – Come si ricorderà l’anno scorso moltissimi Comuni palermitani non hanno potuto conferire l’organico, col risultato che si sono dovuti rivolgere alle discariche e hanno abbassato così i dati della raccolta differenziata. Spesso è capitato che nonostante il rifiuto sia stato correttamente separato non c’era poi il luogo dove materialmente andarlo a mettere. E’ l’indifferenziato che comunque fa ottenere i dati più alti, se correttamente separato».