Il ‘caso’ Alitalia-Windjet e il ruolo dell’Antitrust

Ieri, nel commentare l’interruzione della trattativa tra Windjet e Alitalia – trattativa che va avanti da sette mesi – senza sapere ‘né leggere, né scrivere’, ovvero senza conoscere i dettagli di un’operazione che avrebbe dovuto concludersi, già qualche mese addietro, con l’acquisizione della compagna aerea siciliana da parte di Alitalia, abbiamo fatto una previsione: e cioè che il conto di questa storia che rischia di finire male lo avrebbero pagato i siciliani, oltre – naturalmente – ai 504 lavoratori di Windjet e ai 300 mila passeggeri che hanno già acquistato biglietti dalla compagna aerea siciliana ormai ferma.

Fatto qualche approfondimento, abbiamo scoperto che, con molta probabilità, abbiamo indovinato. Detto in parole crude, secondo noi questa vicenda si chiuderà, in un modo o nell’altro, con una penalizzazione per la Sicilia e per i siciliani. Vediamo il perché.

Le cronache di questi giorni raccontano di una trattativa tra le due società – che comunque è stata ed è ancora lunga e difficile – che, a un certo punto, si sarebbe interrotta perché sarebbe saltato l’accordo che sembrava raggiunto. Ambienti vicini ad Antonio Pulvirenti – il presidente di Windjet – raccontano di condizioni vessatorie che Alitalia vorrebbe imporre. Ovvero un prezzo troppo basso. Domanda: se l’accordo era già stato raggiunto – e quindi l’accordo su prezzo che Alitalia avrebbe dovuto corrispondere a Windjet già era stato definito – perché, a un certo punto, lo stesso accordo è saltato? Verosimilmante perché – a un certo punto – Alitalia potrebbe avere offerto un prezzo più basso. Perché? E perché gli uomini di Windjet parlano di “condizioni vessatorie”?

Con molta probabilità, in questa trattativa, a tutela degli utenti, potrebbe essere intervenuto l’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, oggi presieduta dal giurista, Giovanni Pitruzella (nella foto a destra, tratta da vip.it) , peraltro siciliano. Perché sarebbe intervenuto l’Antitrust? L’ipotesi più verosimile è che Alitalia, acquisendo Windjet, sarebbe entrata in possesso di alcune tratte che l’avrebbero posto in condizioni di monopolio.

Stando a indiscrezioni, Alitalia, una volta acquisita la compagnia aerea siciliana, potrebbe diventare, come dire?, monopolista di alcune tratte, controllando i prezzi in assenza di concorrenti. Da qui il possibile invito dell’Antitrust a ‘mollare’ un paio di tratte – forse quattro corse, forse sei – piuttosto appetibili: tra queste, così si sussurra, tratte che potrebbero collegare Catania e Palermo con Roma e Milano.

Tutto questo – lo ripetiamo – nell’interesse degli utenti, perché l’unica forza degli utenti è la presenza di una pluralità di offerte su ogni tratta. Se due o più tratte appetibili – per esempio la tratta Catania-Milano e la Palermo-Roma – finiscono nelle mani di una sola compagna (come avveniva prima della liberalizzazione con Alitalia, che in Sicilia faceva il bello e il cattivo tempo, imponendo agli utenti costi dei biglietti salatissimi, della serie ‘bere o affogare’), ecco che si forma una posizione d monopolio a discapito degli utenti: cosa, questa, che, nel caso in questione, danneggerebbe la Sicilia.

E la danneggerebbe direttamente, facendo pagare ai siciliani che debbono recarsi nelle città che coinvolgono le tratte in questione prezzi salati; ma anche indirettamente, perché i turisti che vorrebbero venire in Sicilia, almeno su quelle tratte, dovrebbero pagare prezzi maggiori: cosa, questa, che non li invoglierebbe visitare nella nostra Isola.

Alla luce della posizione assunta dall’Antitrust, Alitalia potrebbe ritenere che il prezzo che dovrebbe pagare per acquisire Windjet dovrebbe essere più basso rispetto a quello ipotizzato fino a qualche tempo fa: cosa, questa, che avrebbe indispettito Antonio Pulvirenti (foto a sinistra, tratta da pagineromaniste.com), che non sembra affatto disposto a cedere la propria compagna per il classico piatto di lenticchie.

Da qui il blocco della trattativa, i disagi per i 300 mila passeggeri che hanno già acquistato i biglietti Windjet, l’inquietudine dei 504 dipendenti della compagnia aerea siciliana (a cui si somma l’inquietudine di altre 300 addetti dell’indotto).

A calare l’asso di coppe, come si dice dalle nostre parti, ha pensato il presidente dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, il siciliano Vito Riggio, che ha dichiarato: “La compagnia, di fatto, si trova già sospesa, perché non ce la fa proprio, perchè i creditori pignorano le macchine o non danno più carburante e servizi”.

In aiuto – se così si può dire – ai passeggeri sarebbero arrivati cinque vettori nazionali: Blu Panorama, Neos, Livingstone, Fly-Air Italy, Meridiana e Alitalia, offrendo voli con un sovrapprezzo massimo di 80 euro. Più ‘salato’ il sovrapprezzo per i voli internazionali.

Adesso la parola passa al Governo nazionale. E, in particolare, al banchiere, pardon, al ministro dell’Economia, Corrado Passera, che martedì prossimo ha convocato a Roma i manager delle due compagnie aeree.

 


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