Un testo di forte impatto e come videoclip un reportage di guerra girato durante i conflitti nel Maghreb. E' solo un assaggio del primo album del gruppo catanese. Un tributo d'ispirazione ai grandi della musica e della letteratura ma con un occhio sempre al presente. «Vogliamo comunicare, tramite messaggi dattualità» promettono
Il Caro petrolio dei Gill & Co. Denuncia sociale a ritmo di ska
Denuncia sociale e musica si incontrano in Caro Petrolio, primo lavoro dei Gill & Co. presentato alla libreria Mondadori di via Umberto. Un buon pubblico è accorso allex cinema Diana per uno show case che non è solo il primo atto dellalbum del gruppo catanese, ma anche la possibilità di ascoltare dal vivo alcuni dei pezzi e seguire il video del primo singolo che dà il nome allintero cd.
I Gill & Co. (voce e chitarra Gianluca Gilletti, basso Ezio Barbagallo, chitarre Turi Di Natale, batteria Antonio Marino, tastiere Anthony Panebianco) sono attivi da vari anni, hanno vinto Musicateneo 2007 e sono stati finalisti al premio Umberto Bindi nel 2008. Dopo tanta gavetta hanno trovato in Maurizio Nicotra – ingegnere del suono, collaboratore di Francesco Virlinzi – e Massimo Russo delletichetta indipendente Suoni diversi chi ha creduto in loro e ha dato avvio a questesperienza. A loro vanno i ringraziamenti della band: «È lodevole investire nella cultura e nell’arte – afferma Gilletti -, soprattutto in questo periodo e a Catania; chissà, se fossimo di Londra saremmo già al quinto album!».
La loro musica tocca più generi. È «popolare, ma che cerca di alzare il livello», sostiene la voce del gruppo, ma il pezzo Caro Petrolio, si avvicina allo ska e si caratterizza per un testo di forte denuncia sociale, così come il video realizzato da Fabio Platania. Luca Ciliberti, che modera la serata, lo definisce un «docu-clip»: un reportage di guerra, girato durante i recenti conflitti in Tunisia e Libia. I volti di bambini si mescolano ai feriti e alle armi, con le mitragliatrici e i carri armati in bella vista. «Il prezzo reale del petrolio non è due euro, ma due milioni di morti prosegue Gilletti . Anche il nostro nome porta il virus della contestazione, è un marchio di pubblicità, come se fosse la sigla di una fabbrica».
I temi impegnati prendono spunto da una cultura musicale e letteraria profonda: «Ci ispiriamo a un mix di artisti, da Lucio Battisti a Giovanni Lindo Ferretti, ma traiamo ispirazione anche dalla letteratura – spiega il frontman del gruppo -. Per i testi, credo che chi scrive debba prima leggere: Caro petrolio prende spunto da Orwell, altre canzoni da Dostoevskij, Erasmo da Rotterdam, Flaubert e Gogol’. Ci rivolgiamo a un pubblico eterogeneo, ma forse un quattordicenne ci apprezzerebbe di meno».
Un capitolo a parte merita la distribuzione: «Vogliamo comunicare, tramite messaggi dattualità. Il mercato discografico dipende più dalla possibilità di suonare che dalla vendita dei dischi – conclude Gilletti -. Bisogna creare i presupposti che facciano conoscere la musica a più persone possibili, per questo distribuiremo solo a Catania ma cercheremo di suonare nei posti giusti per far girare il nostro prodotto, magari con un paio di date che definiremo nel 2012».