«Il buco di 3 miliardi? Il problema è la liquidità» La Regione e la politica viste da Antonello Cracolici

Onorevole Cracolici, ce le concede due battute sull’attuale momento politico della Sicilia? 

Risposta secca: «Non parlo con LinkSicilia». 

Obiettiamo: tranquillo, onorevole, può parlare: LinkSicilia non c’è più. Ormai c’è Meridionews. Non lo sa? Abbiamo cambiato nome. Ci siamo fusi con Ctzen. 

«Con voi non ci parlo lo stesso. Di me, da tre anni a questa parte, avete scritto peste e corna. Tra poco scriverete pure che sono amico di Totò Riina.  Non ho molti motivi per parlare con voi».

Il dialogo – se di dialogo si può parlare – si svolge a Palermo, a Palazzo d’Orleans, nella sala intitolata al primo presidente della Regione siciliana, Giuseppe Alessi. E’ il giorno della presentazione del terzo Governo regionale di Rosario Crocetta. L’onorevole Antonello Cracolici, parlamentare di spicco del PD all’Ars, se ne sta seduto nelle ultime file con gli occhi puntati sul suo tablet. Tamburella con le dita e scorre uno dietro l’altro i quotidiani on line. 

Chiediamo: li legge tutti? 

«Io leggo tutto».

Allora ci legge?

Cracolici alza gli occhi verso un signore che gli sta accanto. Deve essere un suo amico. Forse un suo compagno di partito. E gli dice: «Me lo levate di davanti? Da più di vent’anni che rompe i…».

Facciamo notare all’onorevole che stiamo andando indietro nel tempo, quando lui era il capogruppo del Pds al Consiglio comunale di Palermo e noi, tra le tante cose, seguivamo i lavori di Sala delle Lapidi, la sede, per l’appunto, del Consiglio comunale del capoluogo siciliano. 

Se la ricorda, onorevole, la delibera ‘truffalda’?

Per la prima volta da quando stiamo tentando questa impossibile intervista, Cracolici ci fissa negli occhi: è un attimo. Poi li riabbassa e mugugna: «Truffalda, mah…».

La delibera ‘truffalda’, giusto per informare i lettori, nell’anno di grazia 1995 puntava a sostenere le attività culturali di Palermo. Leggendola, ci eravamo accorti che, dopo i nomi del Teatro di Michele Perriera, di Beno Mazzone del Teatro Libero e di altri due o tre artisti – tutti personaggi di qualità e gran persone per bene – c’era una pletora di soggetti improbabili. Insomma, dietro i nomi di personaggi di alto spessore culturale si nascondeva, si direbbe dalle nostre parti, una manciugghia invereconda.

Così portavamo avanti una battaglia insieme ad alcuni consiglieri comunali della Rete (il Partito-Movimento fondato da Leoluca Orlando nei primi anni ’90). Solo che il Sindaco Orlando – che è Sindaco anche oggi – l’allora assessore comunale alla Cultura, Francesco Giambrone, il Pds e le opposizioni – non abbiamo mai capito se per motivi uguali o diversi – volevano a tutti i costi la delibera ‘truffalda’. Che infatti venne approvata. 

Altri tempi, onorevole Cracolici, osserviamo. Ormai siamo nel presente. Proiettati nel futuro. O quasi. 

Il parlamentare di Sala d’Ercole del Pd torna a guardarci. Non ci sembra molto convinto. Poi torna a ribadire: «Con voi non parlo». 

Ma perché non vuole parlare con noi? Perché abbiamo scritto che lei è stato un po’ ‘discolo’? Perché ogni tanto le ricordiamo che si è fatto quattro anni di Governo regionale con Raffaele Lombardo? 

«Lo rifarei – ci risponde con piglio deciso -. E sapete perché? Perché amo la politica. Che è un mestiere che molti di voi non capiscono».

Rifarebbe anche la fronda alla candidatura di Rita Borsellino a Sindaco di Palermo?

Ormai l’onorevole Cracolici si è ‘sciolto’ un po’: «Non sono mai stato contro Rita Borsellino. Semmai era Rita Borsellino ad essere contro di me».

Era l’anno 2012. C’erano le primarie del centrosinistra di Palermo per individuare il candidato Sindaco. La candidata ufficiale, indicata dall’allora segretario nazionale del Pd, Pierluigi Bersani, e dall’allora segretario regionale, sempre del Partito democratico, Giuseppe Lupo, era Rita Borsellino. Ma Cracolici e il senatore Giuseppe Lumia – allora alleati di ferro di Raffaele Lombardo nel Governo regionale – avevano ‘chiuso’ l’accordo su Fabrizio Ferrandelli, oggi parlamentare del Pd all’Ars. E sarà quest’ultimo a vincere le primarie, battendo Rita Borsellino per pochi voti, in una competizione rocambolesca e non priva di qualche ombra. 

Poi, però, è sceso in campo Leoluca Orlando e ha spopolato. Polverizzando il candidato di Cracolici e Lumia. Cose che capitano. 

«Ha vinto Orlando – ricorda Cracolici -. Oggi è il Sindaco. Va bene così, no?». 

Confessiamo che non abbiamo capito se le parole di Cracolici volevano essere una semplice constatazione, o se la sua è stata invece una battuta ironica, con riferimento alle polemiche di queste settimane tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e Orlando, che è anche presidente dell’Anci Sicilia (Associazione nazionale comuni italiani).

Visto che adesso il nostro interlocutore favella un po’, beh, proviamo a ‘estirpargli’ qualche battuta sullo scenario finanziario regionale.

Onorevole, con tre miliardi di ‘buco’ nel Bilancio regionale ne veniamo fuori? 

Cracolici sbuffa: «Il ‘buco’ di tre miliardi è un problema fino a un certo punto. Il Comune di Roma ha un ‘buco’ di 25 miliardi di euro. Il vero problema finanziario della Regione siciliana è la liquidità. Ed è un problema che si può risolvere»

Proviamo a stuzzicare un po’ l’onorevole sulla nuova Giunta. Gli facciamo i complimenti perché, alla fine, il Pd è riuscito a strappare dalle ‘grinfie’ di Lumia e Crocetta l’assessorato all’Energia, delega ‘pesante’, che comprende anche acqua e rifiuti. Certo, la guida di questo assessorato non è andata ai cuperliani, l’area del Pd della quale Cracolici fa parte. La delega all’Energia è andata ai renziani. Però il risultato politico c’è. Ma su questo argomento l’onorevole non parla. 

Oggi Cracolici all’Ars è il presidente della prima Commissione legislativa (Affari istituzionali). La Commissione che presiede ha esitato un disegno di legge che punta ad abolire il ‘listino’. 

Alle prossime elezioni regionali i siciliani non eleggeranno più 90, ma 70 deputati. Il disegno di legge esitato dalla Commissione Affari istituzionali – e che quindi deve ancora essere approvato da Sala d’Ercole – prevede l’abolizione del listino, l’assegnazione di 62 seggi a chi prenderà più voti in ogni lista e poi l’assegnazione di altri due seggi: uno al presidente della Regione eletto e l’altro al candidato presidente che si classifica al secondo posto. 

Restano ancora sei seggi da assegnare. Che dovrebbero andare ai migliori classificati. Il nostro dubbio – che ‘giriamo’ all’onorevole Cracolici – è: ripartizione su base provinciale o regionale?

«Su base regionale», ci risponde l’onorevole. 

A questo punto interviene un signore che non conosciamo. E chiede ‘lumi’ su un altro disegno di legge – del quale abbiamo scarne notizie – che prevede di cambiare anche la legge elettorale per l’elezione dei futuri 70 deputati di Sala d’Ercole. Se non abbiamo capito male, c’è chi vorrebbe introdurre la doppia scheda, come avviene oggi per i Comuni: una scheda per l’elezione del presidente della Regione e una scheda per l’elezione dei parlamentari. 

Chiediamo all’onorevole Cracolici: ma non si creerebbe ulteriore confusione? 

«E’ una tesi. Anche io nutro qualche perplessità. Poi, si sa, a decidere sarà l’Aula. E’ la politica».     

      


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