Il barocco come ponte tra Austria e Sicilia «L’architettura è una risorsa per il territorio»

«Credo che valorizzare, recuperare e promuovere le bellezze architettoniche, ma anche artistiche e naturalistiche di Catania e in generale della Sicilia, sia fondamentale per lo sviluppo culturale, commerciale e turistico locale». Sono le parole dell’architetto Arianna Callocchia, curatrice della mostra Architettura in Austria. Dialogo tra storia e contemporaneità, organizzata dall’ordine e dalla fondazione degli architetti etnei.

L’inaugurazione della mostra, ospitata a Catania presso la chiesa di San Francesco Borgia in via dei Crociferi, è stata preceduta dalla presentazione del progetto del padiglione austriaco a Expo Milano 2015 chiamato breathe.austria, alla presenza del suo ideatore Klaus K. Loenhart. L’esposizione, che rimarrà aperta ai visitatori catanesi e ai turisti fino all’8 giugno, è un’occasione per mostrare al pubblico una serie di progetti realizzati in Austria, in cui i contesti storici barocchi richiamano alla mente le bellezze architettoniche etnee dichiarate patrimonio dell’umanità dall’Unesco. E’ questo il comune denominatore tra le due civiltà, geograficamente distanti ma vicine grazie a un patrimonio che intende affermarsi come protagonista di un dialogo culturale tra i due paesi, comparando antico e moderno.

Una sintonia creativa che finora ha riscosso successo non solo tra gli addetti ai lavori ma anche tra il pubblico locale. Al quale la mostra si rivolge, accendendo un faro anche sulla necessità di sostenere lo sviluppo di Catania, come spiega a CTzen l’architetto Callocchia: «Le istituzioni e le autorità dovrebbero semplificare le procedure, agevolare le iniziative che mirano allo sviluppo della città, intraprendere opere pubbliche finalizzate alla promozione, al recupero e alla valorizzazione del territorio per dare nuove e maggiori opportunità lavorative alla popolazione locale».

Oltre all’impegno da parte delle istituzioni, ciò che si auspica è anche una collaborazione dei cittadini, spesso inconsapevoli dell’importanza del patrimonio culturale e artistico etneo. «Quanti architetti troverebbero lavoro solo decidendo di restaurare alcuni dei monumenti storici di Catania? Quanti giovani troverebbero lavoro se si decidesse di promuovere le bellezze artistiche e naturalistiche locali?», prosegue l’architetto.«Se da una parte le istituzioni offrissero delle opportunità e i cittadini fossero pronti a sfruttarle con professionalità, competenza, determinazione e amore per la propria terra, penso che si aprirebbero per Catania e la Regione Siciliana nuovi orizzonti e nuove occasioni per svilupparsi a livello locale, nazionale ed internazionale», conclude.


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